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Dipartimento di - Università degli Studi del Molise

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giorno giurato e licenza ottenuta dall’arciprete Baccaro come vicario<br />

forananeo, e nel mentre si sono uniti i citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> detta <strong>Università</strong> nel<br />

mezzo <strong>del</strong> piano, loco solito, precedentino li soliti d’anialta, et intelligibili<br />

[…] dal giurato per tutt’essa terra si è proposto in detto pubblico consiglio<br />

la seguente proposizione.<br />

Si propone a loro signori come sarebbe ormai tempo <strong>di</strong> definire le<br />

<strong>di</strong>ffese che tiene questa <strong>Università</strong> et l’eccellentissimo signor marchese<br />

padrone sappia la buonatenenza, e paghi ad essa <strong>Università</strong>; mentre a parere<br />

dé Savij si sono stimate dette <strong>di</strong>fese non poco <strong>di</strong>fficoltose che tengano<br />

bisogno <strong>di</strong> verificarsi quali e quanti sono li beni allo<strong>di</strong>ali soggetti a detta<br />

buonatenenza, e sarebbe una grossa lite quale partorisse <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o, o<strong>di</strong>o e<br />

rancore. Perciochè, habbito colloquio ed la maggior parte <strong>di</strong> detti citta<strong>di</strong>ni li<br />

quali si sono appieno informati da essi ed amichevoli compositori<br />

<strong>del</strong>l’indentità <strong>di</strong> questa <strong>Università</strong>, che la detta buonatenenza non poteva<br />

importar altro che la summa <strong>di</strong> ducati quindeci l’anno. E con sommo<br />

piacere nostro, come <strong>del</strong>l’eccellentissimo signor marchese, dovesse<br />

bonificare a detta <strong>Università</strong>, pro una vice tantum, docati cento. Dicano<br />

perciò il loro parere con libertà se vogliano contentarsi <strong>del</strong>li docati quin<strong>di</strong>ci<br />

l’anno, ed a detta raggione continuarsi per l’avvenire da detto eccellente<br />

signore il pagamento suddetto per la buonatenenza. […] E contentandosi,<br />

formarsene pubblico instrumento a futura causa a ottenersi regio decreto,<br />

per Luise Guarino sindaco <strong>di</strong>ce contentarsi <strong>del</strong>l’annui docati quin<strong>di</strong>ci per la<br />

buonatenenzaa da pagarsi dall’eccellentissimo signor marchese padrone, e<br />

<strong>del</strong>li docati cento per l’attrasso. […]<br />

Ed avendo tutto ciò essi sindati ed Eletti in nome <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> e<br />

suoi citta<strong>di</strong>ni asseriti ed in virtù <strong>del</strong> detto Consiglio, oggi non per forza,<br />

dolo e timore alcuno, ma d’ogni meglior modo, via e causa sono convenuti<br />

che il signor marchese paghi annui docati quin<strong>di</strong>ci per tutti i suoi averi<br />

burgensatici <strong>di</strong> buonatenenza, e per attrasso paghi e rilasci in beneficio<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> docati cento li medesimi da scomputarli sopra l’a<strong>di</strong>utorio<br />

<strong>del</strong>l’illustre signora Donna Fulvia Mastrogiu<strong>di</strong>ce, figlia <strong>del</strong> medesimo<br />

signor marchese, docati settantacinque. E docati venticinque scomputarli<br />

per quello l’<strong>Università</strong> dovendo a detto eccellentissimo signor marchese. In<br />

tal che resti l’<strong>Università</strong> sod<strong>di</strong>sfatta, renunciando essi sindaco ed Eletti nelli<br />

nomi ut supra in nome <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> fatte e qualsivoglia raggioni e<br />

pretenzioni contro il Signor marchese suoi ere<strong>di</strong> e successori. […] Et versa<br />

vice il medesimo signor marchese <strong>di</strong> Montorio, utile signore e padrone <strong>del</strong>le<br />

terre <strong>del</strong> Bonefro e Montelongo, avendo conosciuto il buon animo, il<br />

rispetto e la buona attenzione de suoi vassalli, e per essi il suo sindaco ed<br />

eletti che lo riconoscono da vero signore e padrone asservendosi<br />

all’infradetto, e per le parti trattare li medesimi da vassalli fe<strong>del</strong>i non solo,<br />

ma anche da figli e patrocinarli a cose <strong>di</strong> loro bisogni nelle vessazioni<br />

qualora vi inciampassero. Promette et s’obbliga pagare ogn’anno infine<br />

docati quindeci <strong>di</strong> buinatenenza all’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> questa terra <strong>del</strong> Bonefro, e<br />

per essa alli suoi sindaci ed elettori pro seco e per cominciare a fare il primo<br />

pagamento alli otto do ottobre <strong>del</strong>l’anno secolare 1713; atteso il pagamento<br />

<strong>di</strong> questo corrente anno già è stato [ab]bonato. […] Ad osservanza <strong>del</strong>le<br />

cose suddette, tanto detto sindaco, come essi eletti, nelli nomu ut supra,<br />

quanto detto eccellentissimo Marchese obbligano l’una parte e l’altra, e<br />

l’altra e l’una, essi medesimi, loro ere<strong>di</strong> e suoi beni tutti respectivi alla pena<br />

<strong>del</strong> doppio per potestà […] 246 .<br />

246 ASCB, Protocolli notarili, piazza <strong>di</strong> Sant’Elia a Pianisi, Notaio De Vivo Antonio, 1712, f.<br />

38v.<br />

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