09.06.2013 Views

Dipartimento di - Università degli Studi del Molise

Dipartimento di - Università degli Studi del Molise

Dipartimento di - Università degli Studi del Molise

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

istintivamente ad applicare il mo<strong>del</strong>lo plasmato dal <strong>di</strong>ctum beati le cui virtù<br />

erano già insite nella con<strong>di</strong>zione materna.<br />

È in quest’ottica che vanno collocate le decisioni <strong>di</strong> Sinforosa Mastrogiu<strong>di</strong>ce<br />

relative ai lasciti al figlio cadetto Diego. Tali scelte furono, probabilmente, il<br />

frutto <strong>di</strong> una umanità che poté essere guidata dalla religione prima che dal<br />

<strong>di</strong>ritto, oltre che da sentimenti e motivazioni culturali che solo donne libere <strong>di</strong><br />

gestire in prima persona i propri beni potevano seguire. Nel caso <strong>di</strong> Diego le<br />

<strong>di</strong>sposizioni materne rispondevano, inoltre, alla logica <strong>del</strong>l’istituto <strong>del</strong>la «vita et<br />

militia» <strong>del</strong> quale solitamente beneficiavano i cadetti. Nella trattatistica<br />

giurisprudenziale napoletana <strong>di</strong> Cinque e Seicento tale istituto era definito<br />

«onus reale feu<strong>di</strong>» perché gravava non sul dominio, ma sulla ren<strong>di</strong>ta derivante<br />

da questo in<strong>di</strong>pendentemente da chi la percepiva. Il <strong>di</strong>battito ruotava intorno alla<br />

questione se per la «vita et militia» dovesse intendersi la porzione <strong>di</strong> beni<br />

ere<strong>di</strong>tari corrispondente alla legittima o un semplice sussi<strong>di</strong>o. Nel Settecento<br />

prevalse la seconda interpretazione che fece seguito alla prima “in vigore” nei<br />

due secoli precedenti 297 . Inoltre, proprio tra la fine <strong>del</strong> XVII e gli inizi <strong>del</strong> XVIII<br />

secolo, prevalse una drastica riduzione <strong>del</strong>la cifra spettante alla «vita et militia»<br />

che venne fissata una volta per tutte per essere sganciata da qualsiasi rapporto<br />

con le variabili che precedentemente l’avevano determinata: numero dei figli e<br />

ammontare complessivo <strong>del</strong>la fortuna.<br />

Ma proce<strong>di</strong>amo per gra<strong>di</strong>.<br />

Fin dagli inizi <strong>del</strong> Settecento, le modalità <strong>di</strong> destinazione <strong>del</strong> patrimonio dei<br />

Ceva Grimal<strong>di</strong> erano state definite dal marito <strong>di</strong> Sinforosa, il marchese Giovan<br />

Francesco, che sarebbe poi morto nel 1707 298 . Nel suo testamento, infatti, questi<br />

pare avesse stabilito che l’erede universale <strong>del</strong> casato sarebbe stato il<br />

primogenito maschio nato dal matrimonio con la Mastrogiu<strong>di</strong>ce, e che al<br />

secondogenito Diego, destinato alla vita ecclesiastica, sarebbe spettato un<br />

vitalizio annuo <strong>di</strong> 500 ducati 299 .<br />

297<br />

M. A. Visceglia, Linee per uno stu<strong>di</strong>o unitario dei testamenti e dei contratti matrimoniali,<br />

cit., pp. 413-414.<br />

298<br />

A tal proposito R. Ago, Giovani nobili nell‟età <strong>del</strong>l‟assolutismo: autoritarismo paterno e<br />

libertà, in Storia dei giovani, a cura <strong>di</strong> G. Levi e J. C. Schmitt, Roma, Laterza, 1994, vol. I, pp.<br />

375-426.<br />

299<br />

Non si <strong>di</strong>spone <strong>del</strong> testamento <strong>di</strong> Giovan Francesco Ceva Grimal<strong>di</strong>, ratificato a Napoli. Dei<br />

legati ivi contenuti si ha notizia in<strong>di</strong>retta dalla “Constitutio patrimonis” <strong>del</strong> figlio Giuseppe<br />

Maria Ceva Grimal<strong>di</strong> conservata in ASCB, Protocolli notarili, piazza <strong>di</strong> Pietracatella, Notaio<br />

Muccia Antonio, 1725, f. 18r.<br />

128

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!