Dipartimento di - Università degli Studi del Molise
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allora uno strumento efficace per proiettarsi oltre la morte, ricostruendo una<br />
traccia <strong>di</strong> rapporti, celata dal cognome e dai <strong>di</strong>ritti patrimoniali» 348 . Per questo,<br />
non cancellando tutte le donne <strong>di</strong> famiglia dai propri ricor<strong>di</strong> (madre, zie, sorelle,<br />
figlie, Emanuela, la domestica), Sinforosa ha aperto a noi una memoria <strong>del</strong>la<br />
parentela che altrimenti sarebbe stata occultata dalle logiche politiche 349 . Di tale<br />
memoria troviamo traccia nel testamento ma, già il 13 agosto 1735, la marchesa<br />
aveva iniziato a dare <strong>di</strong>sposizioni affinché venissero celebrate messe in ricordo<br />
<strong>di</strong> Porzia e Diana Mastrogiu<strong>di</strong>ce, le quali avevano rinunciato ad un lascito<br />
paterno in suo favore. Si erano così create le con<strong>di</strong>zioni perché Sinforosa<br />
provvedesse alla fondazione <strong>del</strong>la cappellania <strong>di</strong> Bonefro 350 .<br />
La marchesa non pensò, comunque, solo alle sorelle e <strong>di</strong>spose la<br />
celebrazione <strong>di</strong> funzioni religiose anche per sé e per i propri cari, in particolare<br />
per la madre Beatrice Carmignani. Ed infatti, nel testamento, si legge che<br />
Giuseppe Maria Ceva Grimla<strong>di</strong>, primogenito <strong>di</strong> Sinforosa, avrebbe dovuto<br />
provvedere a «far celebrare per l’anima <strong>del</strong>la marchesa donna Beatrice<br />
Carmignani, in perpetuum et mundo durante, una messa il giorno alla ragione <strong>di</strong><br />
grana quin<strong>di</strong>ci la messa, come si è offerto il reverendo clero <strong>di</strong> questa terra <strong>del</strong><br />
Bonefro». Per questo, inoltre, la marchesa «acciò non ritar<strong>di</strong> il suffragio<br />
suddetto» <strong>di</strong>sponeva che fosse impiegato un capitale <strong>di</strong> mille ducati, somma che<br />
Giuseppe Maria avrebbe dovuto estrapolare dalle ren<strong>di</strong>te derivanti da precisi<br />
corpi feudali, a lui pervenuti per lascito materno, ma facenti parte <strong>del</strong>l’originaria<br />
ere<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> cui era stata titolare donna Beatrice 351 .<br />
Con tali legati, e alla presenza dei testimoni Crescenzo Campanelli <strong>di</strong><br />
Colletorto, Berar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Paolo e Paolo Lullo <strong>di</strong> Pesche, Cosimo Carfagna <strong>di</strong><br />
Scanno, si chiudeva il testamento che conservava le ultime volontà <strong>di</strong> Sinforosa<br />
Mastrogiu<strong>di</strong>ce.<br />
«Per farli cosa gra<strong>di</strong>ta e per <strong>di</strong>mostrarli il suo devoto animo che la vuol<br />
corrispondere con egual affetto», Giuseppe Maria Ceva Grimal<strong>di</strong> si impegnava:<br />
con tutto il suo buon animo, con giuramento avanti <strong>di</strong> noi l’accetta e<br />
con giuramento parimenti promette e si obbliga <strong>di</strong>tti pesi, vincoli e<br />
con<strong>di</strong>zioni adempiere e mandare in esecuzione dopo la morte <strong>di</strong> detta<br />
348<br />
B. Borello, Trame sovrapposte, cit., p. 228.<br />
349<br />
A tal proposito R. Bizzochi, In famiglia, storie <strong>di</strong> interessi e affetti, cit.<br />
350<br />
ASCB, Protocolli notarili, piazza <strong>di</strong> Montorio nei Frentani, Notaio Giovannelli Francesco,<br />
1735, f. 65v.<br />
351<br />
ASCB, Protocolli notarili, piazza <strong>di</strong> Sant’Elia a Pianisi, Notaio Falcone Pietro, 1741, f. 50r-<br />
v.<br />
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