Dipartimento di - Università degli Studi del Molise

Certo grande era la distanza tra le concessioni fatte da Sinforosa Castelletti e
quelle che, 15 anni dopo, fu costretto ad accordare Luigi Mastrogiudice. Nel
primo caso, infatti, gli accordi si erano limitati principalmente ad una ratifica di
quanto concesso in precedenza dal fratello della Castelletti, la quale continuava a
mantenere le prerogative feudali senza che queste fossero scalfite se non in
minima parte. Nel caso di Luigi Mastrogiudice l’Università, oltre a richiedere
versamenti in denaro liquido per l’utilizzo delle bonatenenze demaniali, iniziava
ad intaccare alcuni privilegi signorili considerati inaccettabili, quale quello di
versare denaro per “l’adiutorio” che spettava alle figlie del feudatario. Da quello
di Fulvia, infatti, che ammontava a ben 75 ducati, ne vennero scorporati 25 che
l’Università doveva al marchese 247 .
Inutile dire che, col trascorrere degli anni, esigenze e mentalità stavano
cambiando e quanto concesso altrove in precedenza non si dimostrava più al
passo con i tempi, anche perché le spinte autonomistiche delle Università
diventavano sempre più forti. Spesso i signori furono costretti a rivedere
precedenti capitolazioni, o a concederne delle altre, ma ciò non era una benevola
elargizione. Si trattava, piuttosto, del risultato di pressioni durature a seguito
delle quali provare a mediare cercando di ribadire vecchi privilegi rinunciando,
nel contempo, ad altri era diventato l’unico modo per scongiurare gravi danni
per l’istituzione feudale. Ad aggravare la situazione c’era l’assenza o la mancata
residenza del signore nel feudo, la quale «rendeva non rari gli episodi di
collusioni tra apparati feudali e fazioni locali ed alimentava una conflittualità
politica all’interno della quale non sempre era il barone la punta di diamante
dello schieramento che da lui prendeva il nome» 248 .
Per fronteggiare una simile situazione Sinforosa Mastrogiudice, nel 1742,
concesse nuovi capitoli municipali all’Università di Montorio. In essi è evidente
che l’Università, la cui economia era largamente cresciuta grazie agli
investimenti della marchesa che ne avevano rivalutato il territorio, pur nel
rispetto delle prerogative feudali, tendeva a rivendicare maggiori spazi di libertà.
247 Sulle capitolazioni concesse nei secoli in vari centri molisani si veda, in particolare, F. La
Gamba, Statuti e Capitoli della Terra di Agnone, Napoli, Athena Mediterranea, 1972; P. L.
Nobile, Capitoli, privilegi e grazie della Terra del Busso, in «Samnium», 1978, 1-2, pp. 50-62;
P. M. Pettograsso, La terra dè Cameli, oggi S. Elena Sannita nei Capitoli statutari del 1591,
Foggia, Leone, 1990.
248 A. Spagnoletti, Il governo del feudo, cit., p.77. A tal proposito si veda, inoltre, R. Ago, La
feudalità in età moderna, cit.; G. Brancaccio, Il Molise medioevale e moderno, cit.; A. Musi, Il
feudalesimo nell‟Europa moderna, cit.; E. Stumpo, Economia e gestione del feudo nell‟Italia
moderna, cit., pp. 218-229.
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