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Dipartimento di - Università degli Studi del Molise

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Non vi sono forni privati per cuocere il pane, ma soltanto ve n’è uno<br />

<strong>del</strong>la stessa eccellentissima signora, poco <strong>di</strong>stante da detta piazza, <strong>del</strong> quale<br />

sono necessitati tutti gli citta<strong>di</strong>ni servirsi. Pagando <strong>di</strong> fornatico<br />

all’affittatrice ogni <strong>di</strong>eci piste <strong>di</strong> pane formate da sei panelle, una al<br />

medesmo, potendovi medesimamente cuocere senza verun pagamento sei<br />

pizze per ogni tomola <strong>di</strong> farina che sarà ammassata, formata <strong>di</strong> quattro<br />

panelle la pizza, devono bensì dare al fornaio dodeci pezzi <strong>di</strong> legne, ed una<br />

panella <strong>di</strong> pasta per ogni tomola <strong>di</strong> pane, e non altra cosa più, ancorché si<br />

fusse introdotto <strong>di</strong> dargliene più <strong>di</strong> una panella.<br />

Vi tiene la medesma similmente una vigna <strong>di</strong> capacità trantali <strong>di</strong>eci,<br />

con <strong>di</strong>verse pie<strong>di</strong> d’olive ed altri alberi fruttiferi, nel luogo chiamato le<br />

Valle, la medesima che fu <strong>di</strong> Tomaso Falasco, e Nicolò Patriciello, da<br />

pochi anni da essa comprata.<br />

Vi possiede medesimamente la medesima un molino che ritrovasi<br />

situato nel fiume Cigno, che macina solamente d’inverno, cioè dal mese <strong>di</strong><br />

gennaro fin per tutto aprile, e rare volte più o meno secondo la stagione<br />

piovosa. Ed al molinaro vi è obbligo corrispondersi dagli macinati una<br />

misura a tomolo e non altro, e vi concorrono similmente quelli <strong>del</strong>la terra<br />

<strong>di</strong> Ururi.<br />

Vi tiene ancora la stessa signora eccellentissima, situata dentro <strong>del</strong> suo<br />

boschetto, una bellissima e ben or<strong>di</strong>nata imporchia <strong>di</strong> fabbrica, da poco<br />

tempo da essa fatta dalle piedementa, con rolle ben formate <strong>di</strong> tavole al<br />

numero <strong>di</strong> 200 e più, con casa <strong>di</strong> fabbrica per commodo dei porcari,<br />

fundaco da conservar grano, orzo, ghiande, grano d’in<strong>di</strong>a, ed altre<br />

vettovaglie, per allievo d’animali magri, stalla per comodo dei cavalli <strong>del</strong><br />

fattore <strong>di</strong> campagna, massaro e guar<strong>di</strong>ani, e d’altri animali da soma per<br />

condurre vittovaglie, ed altro bisognende per gli animali magri e loro<br />

custo<strong>di</strong>. Vi tiene ancora un grande e ben formato pagliarone fabbricato <strong>di</strong><br />

legnami e coverto <strong>di</strong> restoppia per uso <strong>di</strong> riparo, paglia ed altro bisognando<br />

per detti animali. Vi tiene similmente due bellissimi terrati composti <strong>di</strong><br />

legne, e coverti <strong>di</strong> terra, per uso <strong>di</strong> riporvi gli animali gran<strong>di</strong>. Ed in somma<br />

vi è tutto il necessario e bisognevole che può formare una buona e ben<br />

or<strong>di</strong>nata massaria d’animali negri, de quali presentemente ne fa buon<br />

industria <strong>di</strong>modoche per raggione <strong>del</strong> sito, positura, fattezza e commodo<br />

<strong>del</strong>le vicine acque viene ad essere la più vaga e <strong>del</strong>iziosa <strong>di</strong> quante ve ne<br />

sono, non solo nelle convicine terre, ma in tutta la provincia.<br />

E finalmente vi tiene la medesima molte altre ren<strong>di</strong>te feudali e<br />

burgensatiche, fiscalarie, ed in strumentarie ed altro che per non<br />

appartenere alla presunta descrizione si tralasciano bastando aver <strong>di</strong>scorso<br />

<strong>del</strong>le cose più singolari che possono dar vaghezza solamente alla<br />

descrizione <strong>del</strong>la terra, e con ciò facciamo passaggio al descrivere<br />

minutamente tutti gli confini <strong>di</strong> detta terra 204 .<br />

Colpisce lo sguardo attento <strong>del</strong> notaio Giovannelli, pronto a cogliere i<br />

particolari, anche se poco competente nelle descrizioni architettoniche. Siamo<br />

«<strong>di</strong> fronte a una guida <strong>del</strong>la città, redatta con l’eru<strong>di</strong>zione <strong>del</strong> dotto e con<br />

l’amore e l’orgoglio <strong>di</strong> chi se ne sente parte integrante: un tipico esempio <strong>di</strong><br />

eru<strong>di</strong>zione settecentesca e <strong>di</strong> patriottismo municipale» 205 . Il notaio, infatti,<br />

204<br />

ASCB, Protocolli notarili, piazza <strong>di</strong> Montorio nei Frentani, Notaio Giovannelli Francesco,<br />

1727, ff. 53r-v.<br />

205<br />

R. Cancila, Gli occhi <strong>del</strong> principe, cit. p. 77.<br />

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