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Dipartimento di - Università degli Studi del Molise

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agione in giu<strong>di</strong>tio, et extra, e stante la suspezione allegata <strong>di</strong> tutte le<br />

persone <strong>di</strong> Ururi, e Larino 235 .<br />

La <strong>di</strong>sputa non si risolse a seguito <strong>del</strong>l’esposto <strong>del</strong> 1733 anzi, è lecito<br />

supporre, che essa si acuì maggiormente. Nel 1741, infatti, Sinforosa<br />

commissionava al notaio Giovannelli una “recognitio terminorum” dei confini<br />

tra Montorio ed Ururi. Così il giorno 4 <strong>del</strong> mese <strong>di</strong> ottobre <strong>di</strong> quell’anno, il<br />

notaio annotava le testimonianze <strong>di</strong> Niccolò Daniele, Domenico Fonzo ed<br />

Antonio <strong>di</strong> Santo i quali, conoscendo per motivi <strong>di</strong> lavoro molto bene la<br />

collocazione dei limiti tra i detti feu<strong>di</strong>, <strong>di</strong>chiaravano che i termini dei suddetti<br />

confini erano stati da anni «spiantati e levati da detto luogo appositamente da<br />

figli d’iniquità». Nell’atto, infatti, è attestato che:<br />

giuramento factis hanno gli stessi Domenico e Niccolò ed Antonio<br />

asserito, <strong>di</strong>chiarato, e testificato nella presenza <strong>di</strong> me sottoscritto regio e<br />

pubblico Notaro, regio giu<strong>di</strong>ce a contratto e testimonij, come per la<br />

continua prattica che hanno avuta ed hanno <strong>del</strong> precitato luogo, seu collina<br />

suddetta, per esser andati continuamente sin da quindeci anni in circa a<br />

caricar vino nella terra <strong>di</strong> Montelongo, per venderlo nella loro patria <strong>di</strong> San<br />

Martino, sanno molto bene che in essa collinetta, ventisette passi <strong>di</strong>stanti<br />

dal luogo ove presentemente ritrovasi il tratturello, vi stava un termine <strong>di</strong><br />

pietra piantato alto da terra un palmo e mezzo in circa, che formava la<br />

confina <strong>del</strong> territorio <strong>di</strong> Montorio, <strong>di</strong> quello <strong>di</strong> Ururi e <strong>di</strong> quello <strong>di</strong> Rotello.<br />

Ed in detto luogo spessissime volte cavalcavano coll’occasione che<br />

dovevano passarci e ripassarci per andare in Montelongo. Quel termine<br />

presentemante non vi è, né da tre anni a questa parte vi è stato, ma<br />

solamente apparisce esserci una fossetta circondata <strong>di</strong> piccole pietre<br />

ricoverte d’erba. Perlochè han giu<strong>di</strong>cato e giu<strong>di</strong>cano fosse stato spiantato e<br />

levato da detto luogo appositamente da figli d’iniquità poiché, se fosse stato<br />

levato casualmente, cascato da sé solo, sarebbe rimasto il termine avanti la<br />

fossa, o però <strong>di</strong>stante da detto luogo, tanto più chè, per esattissima <strong>di</strong>stanza<br />

pratticata ivi <strong>di</strong>ntorno <strong>di</strong> niuna maniera s’è potuto rinvenire.<br />

In<strong>di</strong> dal precitato luogo, essendoci conferiti ad un’altra collina, <strong>di</strong>stante<br />

dalla via pubblica che da Montorio va ad Ururi passi cinquanta, donde si<br />

scoprono le terre <strong>di</strong> Ururi, Guglionesi e San Martino, ove parimenti stava<br />

un altro termine <strong>di</strong> pietra, alto da terra un palmo e mezzo in circa che<br />

<strong>di</strong>videa la confina <strong>di</strong> Montorio e quella <strong>di</strong> Ururi, e propriamente <strong>di</strong> sotto il<br />

luogo chiamato Malafarina, siccome li stessi testificanti, nella nostra<br />

presenza, con giuramento factis, hanno asserito, <strong>di</strong>chiarato e testificato<br />

avercelo sempre conosciuto e visto in tutto il tempo <strong>di</strong> vita loro<br />

coll’occasione <strong>del</strong> passare e ripassare continuamente per detta strada, non<br />

vi si è tal’altro termine, né anche ritrovato, potendovi mancare da circa un<br />

anno a questa parte poiché dal fosso in cui per anche non vedesi ripullulata<br />

l’erba, ma solo circondato <strong>di</strong> piccole pietre, il tanto evidentemente<br />

apparisce. Perlochè han giu<strong>di</strong>cato e giu<strong>di</strong>cano che parimente fosse stato<br />

235 ASCB, Protocolli notarili, piazza <strong>di</strong> Bonefro, Notaio Colombo Andrea, 1733, f. 41v.<br />

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