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Dipartimento di - Università degli Studi del Molise

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quoti<strong>di</strong>anità, come <strong>del</strong> resto aveva fatto Emanuela Ceva Grimal<strong>di</strong>. Ed, infatti, i<br />

co<strong>di</strong>cilli riservati alla Baccari subor<strong>di</strong>nano la posizione <strong>di</strong> quest’ultima a quella<br />

<strong>di</strong> Emanuela, parente <strong>di</strong>retta <strong>di</strong> Sinforosa:<br />

[…] a Francesca Baccari, damigella <strong>di</strong> essa signora marchesa, debbia<br />

dare anche per una sol volta tommola cento <strong>di</strong> grano, con un letto<br />

consistente in due materazzi pieni <strong>di</strong> lana, quattro cuscini, quattro<br />

lenzuola <strong>del</strong>l’or<strong>di</strong>narie, due coverte, una <strong>di</strong> mantacardata e l’altra <strong>di</strong><br />

bombace bianca, coll’altra mettà <strong>del</strong>le biancarie <strong>di</strong> essa signora marchesa<br />

<strong>di</strong> quelle lasciate a detta signora donna Emanuela. E questa, <strong>di</strong>co la<br />

signora donna Emanuela, dovrà scegliersi la miglior parte, e <strong>del</strong>la più fine<br />

<strong>del</strong>la qualità e specie, che nel legato <strong>di</strong> detta signora donna Emanuela sta<br />

spiegato 345 .<br />

Il desiderio <strong>di</strong> essere ricordata traspare, inoltre, anche dalla lettura <strong>del</strong>la parte<br />

<strong>del</strong> testamento de<strong>di</strong>cata alle volontà <strong>del</strong>la marchesa per quanto attiene le messe<br />

da celebrarsi in suo suffragio. Certo questa era una consuetu<strong>di</strong>ne <strong>del</strong> tempo, ma<br />

da essa si può anche desumere il forte desiderio <strong>di</strong> non cadere nell’oblio da<br />

parte <strong>del</strong>le donne che <strong>di</strong>sponevano lasciti più o meno cospicui volti a finanziare<br />

tali tipi <strong>di</strong> pratiche liturgiche.<br />

Pur rimanendo per tutta l’età moderna un atto religioso prima ancora che<br />

giuri<strong>di</strong>co, il testamento risultava essere composto da due parti ugualmente<br />

importanti e determinanti per il destino <strong>del</strong> casato: le clausole pie e la<br />

ripartizione <strong>del</strong>l’ere<strong>di</strong>tà 346 .<br />

«I testamenti femminili, per esempio, rivelano generalmente un ventaglio <strong>di</strong><br />

relazioni più aperto e la conservazione <strong>di</strong> legami affettivi con parenti dei due<br />

sessi occupanti <strong>del</strong>le posizioni <strong>di</strong> parentela più <strong>di</strong>fferenziate rispetto ai<br />

beneficiari dei testatori uomini. Le messe in commemorazione dei morti<br />

richieste dalle donne concernono tanto uomini parenti per nascita quanto donne<br />

parenti lontane, facendo dunque riferimento a dei legami <strong>di</strong> parentela molto più<br />

ampi rispetto alle messe or<strong>di</strong>nate dagli uomini, fe<strong>del</strong>i, in questo, ai legami<br />

esclusivi <strong>del</strong> coniugio e <strong>del</strong> lignaggio» 347 .<br />

«Gli uomini, i quali avevano la garanzia <strong>del</strong>la trasmissione <strong>del</strong> nome, non<br />

avevano forse il bisogno <strong>di</strong> riaffermare con tanta insistenza il legame con le<br />

generazioni future. L’affetto dei testamenti femminili poteva <strong>di</strong>ventare quin<strong>di</strong><br />

345<br />

ASCB, Protocolli notarili, piazza <strong>di</strong> Sant’Elia a Pianisi, Notaio Falcone Pietro, 1741, f. 48v.<br />

346<br />

A tal proposito si veda P. Ariès, L‟uomo e la morte dal Me<strong>di</strong>oevoad oggi, Laterza, Bari,<br />

1980.<br />

347<br />

C. Klapisch-Zuber, Albero genealogico, cit. p. 415.<br />

146

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