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Dipartimento di - Università degli Studi del Molise

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prelazioni, anteriorità e prime ipoteche ad essa Signora Marchesa<br />

competentino, e che lo possono competere ora, et in futurum, tanto in<br />

vigore <strong>del</strong> detto in strumento e scritture apparentino, quanto in qualsivoglia<br />

altro modo, e maniera contro la detta quondam Elisabetta Simonelli<br />

debitrice, e sopra la menzionata Casa, come <strong>di</strong> sopra descritta e confinata<br />

[…] 275 .<br />

Un abile <strong>di</strong>segno aveva, dunque, trasformato un comportamento negli intenti<br />

profondamente cinico, in un gesto <strong>di</strong> generosità tipicamente femminile che<br />

probabilmente contribuì anche all’ascesa <strong>del</strong> prestigio sociale <strong>di</strong> Sinforosa a<br />

Pietracatella, dove la nobildonna venne considerata colta e capace <strong>di</strong> azioni<br />

filantropiche.<br />

L’invasione <strong>del</strong>lo spazio, basata su quella che Gerard Labrot chiama<br />

«l’incapacità totale <strong>del</strong>la casta <strong>di</strong> uscire da se stessa, <strong>di</strong> riconoscere le altrui<br />

oggettive necessità» 276 e che a Napoli fu <strong>di</strong> grande violenza in quanto generò il<br />

pullulare non regolamentato <strong>di</strong> piazze e strade, nei feu<strong>di</strong> molisani <strong>del</strong>la<br />

marchesa determinò il miglioramento <strong>di</strong> vari luoghi. In essi il co<strong>di</strong>ce<br />

aristocratico si manifestò rigorosamente: ciò che contava maggiormente era il<br />

potere astratto, esercitato attraverso regole precise <strong>di</strong> appartenenza, <strong>di</strong><br />

presentazione e <strong>di</strong> comportamento.<br />

La maggiore <strong>di</strong>sponibilità economica <strong>di</strong> cui Sinforosa aveva goduto dopo la<br />

vedovanza e, ancor più dopo il lascito paterno, aveva incrementato anche il suo<br />

virtuoso impegno sociale o, almeno, era questo ciò che la comunità doveva<br />

percepire. Dietro le azioni filantropiche dei nobili, infatti, si celavano, spesso,<br />

soprattutto motivazioni sociali volte alla conferma <strong>del</strong> prestigio <strong>del</strong> casato e<br />

all’ampliamento <strong>del</strong>le influenze e <strong>del</strong>le reti <strong>di</strong> relazione familiari 277 .<br />

L’opera <strong>di</strong> rafforzamento e <strong>di</strong> moltiplicazione dei segni <strong>del</strong> potere nei feu<strong>di</strong><br />

<strong>del</strong>la marchesa andò avanti fino agli ultimi anni <strong>del</strong>la sua vita. Ancora nel 1740<br />

Sinforosa era impegnata a Pietracatella nell’acquisto <strong>di</strong> case. Il 30 settembre <strong>di</strong><br />

quell’anno, infatti, non avendo ricevuto la somma <strong>di</strong> 80 ducati <strong>di</strong> terze decorse<br />

da Giovanni Lionardo e Tommaso Gau<strong>di</strong>o, la marchesa acquisiva una «casa <strong>di</strong><br />

275 ASCB, Protocolli Notarili, piazza <strong>di</strong> Pietracatella, Notaio Mucci Antonio, 1731, f. 58v.<br />

276 G. Labrot, Baroni in città, cit., p. 137.<br />

277 A tal proposito basti pensare che Aurelia Imperiale, vedova <strong>di</strong> Petraccone Caracciolo,<br />

ad<strong>di</strong>rittura istituì a Locorotondo un monte frumentario, mentre a Martina si adoperò per erigere<br />

un Monte <strong>di</strong> Pietà e un Conservatorio per orfane nubili e povere. In particolare quest’ultima<br />

volontà la rese, agli occhi <strong>del</strong>la gente, una feudataria sensibile alla sventurata con<strong>di</strong>zione <strong>del</strong>le<br />

donne prive <strong>di</strong> tutela. Cfr. E. Papagna, Sogni e bisogni <strong>di</strong> una famiglia aristocratica, cit., p. 206.<br />

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