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Dipartimento di - Università degli Studi del Molise

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questi un atto in cui si ratificava che i due si sarebbero adoperati a loro spese per<br />

costruire un quarto «mulino ad acqua <strong>di</strong> ritorno» nelle vicinanze dei tre <strong>di</strong>roccati<br />

appena ricevuti. Dal quarto mulino gli artigiani avrebbero ricavato la metà <strong>del</strong>la<br />

molitura per quattro anni. Diego, invece, avrebbe ricavato «54 tomola <strong>di</strong> grano<br />

da pagarsi in agosto» ogni anno. Il mulino da costruire doveva presentare<br />

«larghezza e profon<strong>di</strong>tà corrispondente alla regola <strong>del</strong>l’arte capace e sofficiente<br />

a ricever acqua per tre macine nell’istesso luogo designato», in modo da poter<br />

recuperare in futuro anche l’utilizzo dei mulini in <strong>di</strong>suso 304 .<br />

Impossibile stabilire quanto <strong>del</strong> carattere e <strong>del</strong>l’intraprendenza <strong>di</strong> Sinforosa<br />

ci fosse nei suoi figli e quanto ella fosse consapevole <strong>del</strong>le debolezze <strong>di</strong><br />

ciascuno <strong>di</strong> loro. Certo è che nel suo testamento non mancano, come vedremo,<br />

legati che si leggono anche come un monito affinché non ci fossero contrasti e<br />

affinché, principalmente, alcuni accor<strong>di</strong> e volontà fossero rispettati.<br />

E questo soprattutto da parte <strong>del</strong> primogenito, ed erede universale, Giuseppe<br />

Maria Ceva Grimal<strong>di</strong>.<br />

IV.2 Tramandare la ricchezza, tramandare il ricordo: il testamento <strong>di</strong><br />

Sinforosa Mastrogiu<strong>di</strong>ce<br />

Die primo mensij aprilij, quarta in<strong>di</strong>ctione, millesimo septingentesimo<br />

quadragesimo primo in terra Bonefri provincie Capitanate<br />

Costituiti in nostra presenza l’eccellentissima signora donna Sinforosa<br />

Mastrogiu<strong>di</strong>ce, marchesa <strong>di</strong> Pietracatella, Bonefro e Montorio, vedova <strong>del</strong><br />

quondam don Francesco Ceva Grimal<strong>di</strong>, fu marchese <strong>di</strong> detta terra <strong>di</strong><br />

Pietracatella, agente ed interveniente alle cose infrascritte per se, suoi ere<strong>di</strong><br />

e successori da una parte.<br />

E l’eccellentissimo signor don Giuseppe Maria Ceva Grimal<strong>di</strong>, o<strong>di</strong>erno<br />

marchese <strong>di</strong> Pietracatella, figlio primogenito <strong>di</strong> essa signora donna<br />

Sinforosa, agente similmente ed interveniente alle cose infrascritte per se<br />

suoi ere<strong>di</strong> e successori dall’altra parte 305 .<br />

Con queste parole, nel 1741, il notaio Pietro Falcone <strong>di</strong> Sant’Elia a Pianisi<br />

apriva il testamento <strong>del</strong>la marchesa Sinforosa Mastrogiu<strong>di</strong>ce 306 . In realtà le<br />

decisioni ratificate in aprile non erano che la mo<strong>di</strong>fica <strong>di</strong> un precedente<br />

304 ASCB, Protocolli notarili, piazza <strong>di</strong> Larino, Notaio De Amicis Marcantonio, 1735, f. 106r.<br />

305 ASCB, Protocolli notarili, piazza <strong>di</strong> Sant’Elia a Pianisi, Notaio Falcone Pietro, 1741, f. 43v.<br />

306 Non <strong>di</strong>sponiamo <strong>di</strong> un inventario dei beni <strong>del</strong>la marchesa Sinforosa per cui la minuziosa<br />

elencazione <strong>degli</strong> oggetti personali e dei suoi beni feudali contenuta nel testamento ha un grande<br />

valore per la ricostruzione <strong>del</strong>la sua vicenda personale. Sugli inventari <strong>di</strong> beni come fonte M. S.<br />

Mazzi, Gli inventari dei beni. Storia <strong>di</strong> oggetti e storia <strong>di</strong> uomini, in «Società e Storia», 1980,<br />

pp. 203-215.<br />

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