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Dipartimento di - Università degli Studi del Molise

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Valfortore 286 . A costoro fu affidato il <strong>del</strong>icato compito <strong>di</strong> stabilire il valore <strong>del</strong><br />

bene ed è lecito supporre che gli stessi tecnici si occupassero anche <strong>di</strong> eventuali<br />

successive committenze relative al ripristino o all’adeguamento <strong>di</strong> interni,<br />

ristrutturazioni esterne, ampliamenti me<strong>di</strong>ante aggiunta <strong>di</strong> ulteriori corpi <strong>di</strong><br />

fabbrica. A conferma <strong>di</strong> ciò la presenza dei “fabbricatori” Bea e Mastrogiorgio<br />

all’interno <strong>degli</strong> atti <strong>del</strong> Catasto onciario redatto nel 1743 proprio per<br />

Pietracatella 287 . In particolare, nel novero dei capifamiglia <strong>del</strong> piccolo centro,<br />

compariva a quella data anche un quarto citta<strong>di</strong>no che svolgeva la professione <strong>di</strong><br />

“maestro fabbricatore”. Si trattava <strong>di</strong> Pietro Cordone il quale, pur non essendo<br />

legato quanto i suoi colleghi alla marchesa perchè non compare mai tra quanti<br />

furono ingaggiati da lei per lavori o altro nell’ambito <strong>degli</strong> affari immobiliari,<br />

riusciva a svolgere regolarmente la propria professione a Pietracatella.<br />

Riuscendo, a 48 anni, a mantenere una moglie e sei figli essendo proprietario<br />

<strong>del</strong>la casa in cui viveva, <strong>di</strong> due vigne, <strong>di</strong> un casale e <strong>di</strong> 6 tomola <strong>di</strong> terreno,<br />

Pietro Cordone godeva <strong>di</strong> un tenore <strong>di</strong> vita abbastanza alto, segno che,<br />

evidentemente, il suo lavoro doveva essere particolarmente richiesto 288 .<br />

Il caso <strong>di</strong> Cordone è in<strong>di</strong>cativo, <strong>del</strong> resto, <strong>di</strong> come la presenza <strong>di</strong> un palazzo<br />

baronale in via <strong>di</strong> espansione in una città come Pietracatella potesse agire da<br />

moltiplicatore dei consumi, oltre che <strong>del</strong>le attività afferenti ai comparti ad esso<br />

collegati. La presenza all’interno <strong>del</strong>la <strong>di</strong>mora signorile <strong>di</strong> forno, cantine,<br />

magazzini per il grano testimoniavano, infatti, l’autosufficienza <strong>del</strong>la struttura<br />

rispetto alla comunità e, si può ipotizzare, ne facessero il centro propulsore <strong>del</strong>la<br />

protoindustria locale 289 . La manutenzione e le esigenze <strong>di</strong> tali strutture, così<br />

come quelle dei tanti immobili <strong>di</strong> proprietà marchesale siti in Pietracatella<br />

richiedeva, inoltre, un impegno costante <strong>di</strong> risorse e competenze che non<br />

sarebbero certo cadute in <strong>di</strong>suso nel tempo, vista la preminenza che le attività<br />

ivi collocate avevano nell’ambito <strong>del</strong>la comunità. Fu questo stato <strong>di</strong> cose a<br />

creare i presupposti perchè a Pietracatella si formasse una sorta <strong>di</strong> piccola<br />

<strong>di</strong>nastia <strong>di</strong> tecnici adeguatamente specializzati, la cui arte si tramandò per più<br />

generazioni <strong>di</strong> padre in figlio. A capo <strong>di</strong> tale <strong>di</strong>nastia, nel 1743, si trovava il già<br />

286<br />

A tal proposito si vedano, ad esempio, ASCB, Protocolli notarili, piazza <strong>di</strong> Montorio nei<br />

frentani, Notaio Giovannelli Francesco, 1740, f. 74r; ASCB, Protocolli notarili, piazza <strong>di</strong><br />

Pietracatella, Notaio Mucci Antonio, 1718, f. 21v; Ivi, 1722, f. 3r.<br />

287<br />

ASNA, Regia Camera <strong>del</strong>la Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Pietracatella, b. 7479.<br />

288<br />

Ivi, f. 291r-v.<br />

289<br />

G. Cirillo, La trama sottile: protoindustria e baronaggi <strong>del</strong> Mezzogiorno d‟Italia (secoli XVI-<br />

XIX), cit.<br />

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