Dipartimento di - Università degli Studi del Molise

gerarchia tra le linee di successione. In tale gerarchia, il vertice era occupato
dalla linea collaterale al ramo familiare del Marchese, nel quale non c’erano, a
quella data, eredi maschi. Per questo beneficiario del fedecommesso era stato
nominato il figlio del fratello di Don Luigi, ovverosia Antonino Mastrogiudice.
Le quattro figlie femmine di Luigi costituivano la seconda linea in senso
successorio, al vertice della quale c’era Sinforosa in quanto primogenita.
Il fedecommesso voluto da Don Luigi ebbe vicende particolari e travagliate e
chiuse la sua breve parabola il 21 agosto del 1720, quando colui che l’aveva
istituito lo revocò a favore di sua figlia Sinforosa. La refuta recitava:
si è prodotto Regio Assenso presentato da Sua Eminenza signor
Cardinale de Serattembach, Viceré e Capitan di questo Regno, in data 24
maggio prossimo passato alla rifuta fatta da don Luise Mastrogiudice,
marchese di Montorio, a beneficio dell’illustre donna Sinforosa
Mastrogiudice, marchesa di Pietracatella sua figlia primogenita ed
immediata succeditrice, delle terre di Venifro e Montelongo in provincia di
Capitanata, come pure alla rivocazione, cessazione ed annullazione del
maiorato, fideicommisso, donazione e gravame d’annui ducati 2500 per
capitale di ducati 50 fatto sopra dette terre da detto illustre marchese
nell’anno 1699 per la mancanza di figli maschi. Nel qual Regio Assenso vi
è un memoriale inserito a detto signor Viceré, per parte di detto illustre don
Luise Mastrogiudice, con cui l’ha supradicto che a 14 maggio 1699,
pensando a provvedere a proprij suoi figli maschi che in quel tempo aver si
sperava, con pubblico instrumento per mano di notar Onofrio Amenta
roborato di Regio Assenso fè un maiorato e fideicommisso di ducati 50
escludendo le sue proprie figlie […]
Conoscendo presentemente la sua avanzata età, come di sua moglie,
onde preclusa li viene la speranza della procreazione de figli maschi, che fu
causa del contratto di detto anno 1699, ed osservando megliormente la
disposizione di detto marchese, e per altre cause moventino la sua mente
nella miglior forma, e maniera, che dalla legge li vien permesso, quatemus
valido e sussistente si fusse detto contratto. Ha perciò quello cassato,
rivocato ed annullato, e di più ha rifutato a beneficio di donna Sinforosa
Mastrogiudice, marchesa di Pedracatella, sua figlia ed immediata
succeditrice di dette sue terre di Venifro e Montelongo, già che per quella di
Montorio eragli di già stata data per le sue doti. Ed all’incontro, detta
marchesa donna Sinforosa sua figlia, lo ha costituito procuratore
irrevocabile per l’esercizio ed amministrazione così della giurisdizione,
come della percettione dei frutti di dette terre e feudi, giusta l’instrumento
stipulato per mano di notar Pietro Antonio Leone di Celenza, copia del
quale viene inserito nel precitato originale assenso, con altre clausole fra
esse perti convenute per solenne celebrazione di quello e patti fra esse parti
stabiliti […] 153 .
Ovviamente la decisione scatenò le ire dello zio paterno di Sinforosa. E a
sedare gli animi non servì certo il fatto che quest’ultima avesse nominato il
153 ASNA, Regia Camera della Sommaria – Relazioni per la registrazione nei R. Quinternioni
(Refute), b 215, f. 261.
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