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Dipartimento di - Università degli Studi del Molise

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durante la sua vita non ostante vi restassero figli viventi sopra tutti li beni<br />

d’essi padre figlio e <strong>di</strong> ciascheduno d’essi in solidum molili, e stabili,<br />

burgensatici e feudali anche titulati <strong>di</strong> qualsivoglia titulo, presenti e futuri,<br />

per morte che Id<strong>di</strong>o non voglia al detto signor don Giovan Francesco<br />

superstita la detta signora donna Sinforosa et ogn’altro caso et evento <strong>del</strong><br />

guadagnio, o vero assicuratione <strong>del</strong> detto antefatto in caso si facesse il<br />

guadagno <strong>di</strong> quella debbia doppo la morte <strong>di</strong> detta signora donna Sinforosa<br />

pervenire alli figli <strong>del</strong> presente matrimonio come figli e non come ere<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

detto signor don Giovan Francesco e come tali si intendano siano da hora<br />

chiamati e contemplati non ostante la detta Pragmatica e qualsiasi legge e<br />

consuetu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> questa fe<strong>del</strong>issima città decreti e decisioni <strong>del</strong> Sacro<br />

Consiglio che forse apparissero in contrario et a maggior causa detto signor<br />

marchese <strong>di</strong> Petracatella tanto in suo nome, quanto in nome e parte <strong>di</strong> detto<br />

signor don Giovan Francesco suo figlio e ciascheduno <strong>di</strong> loro insolida da<br />

hora per allora et contra dona per titolo <strong>di</strong> donatione inrevocabile tra vivi la<br />

detta proprietà deetto antefato alli detti figli nascituri assenti et per essi<br />

nostro infratto presente et accettante la donatione predetta quale detto<br />

signor marchese <strong>di</strong> Pietracatella tant’in suo nome, quanto in nome et parte<br />

<strong>di</strong> detto signor Giovan Francesco suo figlio promette non revocare, etiam<br />

per vitio d’ingratitu<strong>di</strong>ne, ne per altro qualsiasi causa renunciando et con<br />

iuramento alla legge feudorum et toto titolo alla legge singola contra de<br />

revocan<strong>di</strong> donationibus quam legge de insinua<strong>di</strong>i donationibus e ipsi<br />

insinuationi e <strong>del</strong> tutto il signor marchese in detto nome in summo promette<br />

cautelare detta signora donna Sinforosa e suoi figli nascituri per pubblico<br />

intrumento con l’obbligo <strong>di</strong> detti loro beni, mobili, e stabili, burgensatici e<br />

feudali anzi titulati <strong>di</strong> qualsiasi titulo presenti e futuri, riservato il Regio<br />

assenso per li feudali per quanto fusse necessario a tutte altre clausole solite<br />

e necessarie e opportune a consiglio <strong>del</strong> savio <strong>di</strong> detta signora donna<br />

Sinforosa 122 .<br />

In merito, poi, al fedecommesso stipulato nell’anno 1699 da Luigi<br />

Mastrogiu<strong>di</strong>ce sui suoi beni e che giustificava in sede <strong>di</strong> redazione dei capitoli<br />

anche la presenza <strong>del</strong>lo zio paterno <strong>del</strong>la sposa, Sinforosa rinunciava al<br />

maggiorascato abbandonando ogni pretesa formale sul restante patrimonio<br />

feudale paterno, altresì destinato, privo <strong>del</strong>le ren<strong>di</strong>te per le altre due figlie<br />

monache, al primo figlio maschio che, si sperava, sarebbe arrivato. In mancanza<br />

<strong>di</strong> quest’ultimo tutto sarebbe dovuto andare ad Antonino Mastrogiu<strong>di</strong>ce, nipote<br />

<strong>di</strong> Luigi 123 . Giovan Francesco Ceva Grimal<strong>di</strong> accettava il fedecommesso e si<br />

impegnava a non impugnarlo, così come erano obbligati a fare i suoi figli<br />

eventualmente nati dal matrimonio con Sinforosa.<br />

122<br />

ASCB, Protocolli notarili, piazza <strong>di</strong> Sant’Elia a Pianisi, Notaio De Vivo Antonio , 1700, f.<br />

42r-43v.<br />

123<br />

Il Maggiorascato, o maiorasco, era un istituto <strong>del</strong> <strong>di</strong>ritto successorio <strong>di</strong> origine spagnola,<br />

<strong>di</strong>ffusosi in Italia nel sec. XVI, in base al quale il patrimonio familiare, affinché rimanesse<br />

integro, veniva trasmesso per intero me<strong>di</strong>ante testamento al parente più vicino <strong>di</strong> sesso maschile<br />

o, a parità <strong>di</strong> parentela, al più anziano. Cfr. Sabatini-Coletti, Dizionario <strong>del</strong>la lingua italiana,<br />

Milano, Rizzoli, 2006.<br />

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