Dipartimento di - Università degli Studi del Molise
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non si ricordano mai essi costituiti per la loro età vecchia né anche per<br />
racconto dei loro antenati, che le dette vacche e giumente fussero uscite mai<br />
nè da detta terra e tenimento al pascolo, nè abbiano similmente mai toccato<br />
o usato <strong>del</strong> Regio Tratturo per andare in Puglia, mentre non avevano altro<br />
bisogno <strong>di</strong> quei erbaggi ma anzi <strong>di</strong> questi erbaggi loro. I suddetti<br />
Mastrogiu<strong>di</strong>ce si fidavano come superflui alle loro industrie per il pascolo,<br />
agli istessi che nei tempi d’oggi sia cresciuta la coltura e la semina. Ed<br />
essendo poi rimasta vedova donna Sinforosa circa anni settanta ad<strong>di</strong>etro,<br />
l’unica erede <strong>del</strong> suddetto marchese <strong>di</strong> Mastrogiu<strong>di</strong>ce, locati e citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong><br />
Montelongo, come anche oggi per l’abbondanza <strong>di</strong> erbaggi, si fidano alcuni<br />
dei suddetti locati […] 218 .<br />
In quegli stessi anni, in particolare tra il 1778 e il 1789, secondo il Galanti la<br />
popolazione <strong>del</strong> Sannio registrò un tasso <strong>di</strong> incremento pari all’11 per mille e<br />
nel Contado <strong>di</strong> <strong>Molise</strong> l’aumento continuò anche nel decennio successivo,<br />
mostrandosi più consistente proprio nel sud <strong>del</strong>la regione e nei circondari <strong>del</strong>la<br />
valle <strong>del</strong> Fortore, in particolare. Qui si registrò un buon incremento <strong>del</strong>la<br />
produzione <strong>di</strong> cereali in larga misura destinata al mercato, quin<strong>di</strong> sensibile ai<br />
buoni prezzi <strong>del</strong> grano <strong>di</strong> quegli anni 219 . Certo, quando Sinforosa intuì che una<br />
politica <strong>di</strong> investimenti concentrata sul feudo a vocazione cerealicola come<br />
Montorio avrebbe fruttato tanto al casato, non poteva certo immaginare che nel<br />
tempo ciò avrebbe giovato in così larga misura alle popolazioni locali e alla<br />
regione stessa. Il Contado <strong>di</strong> <strong>Molise</strong>, infatti, nella sua marginalità ottenne,<br />
comunque, sul finire <strong>del</strong> XVIII secolo, un <strong>di</strong>screto ruolo nell’economia<br />
complessiva <strong>del</strong> Regno <strong>di</strong> Napoli, arrivando a essere una zona <strong>di</strong> raccordo tra<br />
aree economiche <strong>di</strong>fferenti, ma complementari tra loro, quali la piana <strong>del</strong><br />
Tavoliere; le zone collinari e montuose <strong>del</strong>l’Abruzzo; il Beneventano e la Terra<br />
<strong>di</strong> Lavoro, fortemente collegati al mercato <strong>di</strong> consumo <strong>del</strong>la capitale. Intanto,<br />
nel 1788, il Longano, descrivendo la zona riconducibile ai posse<strong>di</strong>menti feudali<br />
<strong>di</strong> Sinforosa Mastrogiu<strong>di</strong>ce, si soffermava sulla qualità <strong>del</strong>le varietà <strong>di</strong> grano<br />
che vi si coltivavano: «finalmente il terreno notabile migliora in Casacalenda,<br />
Montelongo, Montorio. Ma in tali luoghi, fuori <strong>del</strong>la coltura de’ campi, e quella<br />
<strong>del</strong>la pastorale, non si dee cercar altro, ancorché i terreni fussero assai propri per<br />
uliveti, e per gelsi. Quivi si raccolgono buone caroselle, saravolle, e mischie, e<br />
218<br />
ASCB, Protocolli notarili, piazza <strong>di</strong> Montorio nei Frentani, Notaio Montanari Gennaro,<br />
1781, f. 39r.<br />
219<br />
A. Massafra, Campagne e territorio nel Mezzogiorno fra Settecento ed Ottocento, cit., p. 93.<br />
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