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Dipartimento di - Università degli Studi del Molise

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Quanto più importante ed utile per la carriera <strong>di</strong> un giovane era la famiglia <strong>di</strong><br />

origine <strong>di</strong> una donna, tanto maggiori erano i contatti che si avevano prima <strong>del</strong><br />

matrimonio e «mantenere vivi i rapporti sociali prematrimoniali rispondeva ad<br />

un’esigenza <strong>del</strong>le due famiglie che avevano deciso <strong>di</strong> concludere l’alleanza» 104 .<br />

Diversamente da quanto avveniva nelle trattative per la conclusione <strong>del</strong>le nozze<br />

dei figli maschi, i matrimoni <strong>del</strong>le fanciulle generalmente sembravano essere<br />

una questione in cui gli uomini lasciavano margine <strong>di</strong> manovra alle donne <strong>del</strong>la<br />

famiglia. Ciò perché i padri, specialmente in caso <strong>di</strong> primo matrimonio <strong>del</strong>la<br />

prole, erano restii a sborsare la dote dovendo organizzare le ricchezze in modo<br />

che fossero tutelati maggiormente i maschi, e perché, dal loro punto <strong>di</strong> vista,<br />

erano più interessati a stipulare alleanze matrimoniali attraverso le unioni dei<br />

figli maschi che avrebbero perpetuato il nome e l’importanza <strong>del</strong> casato 105 .<br />

Nel caso <strong>di</strong> Sinforosa e Giovan Francesco il negoziato nacque, fin dalle<br />

primissime fasi, da altri intenti: i Mastrogiu<strong>di</strong>ce, sullo scorcio <strong>del</strong> Settecento,<br />

non avevano ancora avuto ere<strong>di</strong> <strong>di</strong>retti maschi e l’età <strong>del</strong>la primogenita<br />

cominciava ad essere troppo avanzata. I Ceva Grimal<strong>di</strong> volevano ottenere, come<br />

da prassi, la maggior dote possibile e il prestigio <strong>di</strong> parenti <strong>di</strong> rango “citta<strong>di</strong>no”<br />

che consentisse loro l’ascesa ad un Seggio <strong>del</strong>la capitale 106 .<br />

Così Luigi Mastrogiu<strong>di</strong>ce, nel concepire i legati dotali <strong>del</strong>la propria figlia,<br />

probabilmente fece ricorso pieno alla cosiddetta coutume, relativa <strong>del</strong>l’«uso <strong>di</strong><br />

Proceri e Magnati», che era un vero e proprio schema normativo cui<br />

l’aristocrazia <strong>di</strong> tutto il Regno faceva capo in materia <strong>di</strong> gestione dotale e si<br />

configurava come la piena affermazione <strong>del</strong> principio <strong>del</strong> pater familias. Questo<br />

si evince non solo dalla modalità con cui stipulò i capitoli per Sinforosa, ma<br />

anche da come gestì, in seguito, la mancanza <strong>di</strong> ere<strong>di</strong> maschi 107 .<br />

104 B. Borello, Trame sovrapposte. La socialità aristocratica e le reti <strong>di</strong> relazioni femminili a<br />

Roma (XVII-XVIII secolo), Napoli, E<strong>di</strong>zioni Scientifiche italiane, 2003, p. 45.<br />

105 Ivi, p. 138.<br />

106 Sulle forme <strong>di</strong> solidarietà e cooperazione parentale instaurate dalle famiglie nobili <strong>di</strong> epoca<br />

moderna me<strong>di</strong>ante i matrimoni si veda M. Troiolo, Un‟economia <strong>di</strong> famiglia. Strategie<br />

patrimoniali e <strong>di</strong> prestigio sociale <strong>degli</strong> Aldrovan<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bologna (secoli XVII-XVIII), Il Mulino,<br />

2010. Sulla storia <strong>del</strong>la famiglia, in genere, si rimanda a E. Shorter, Famiglia e civiltà, Milano,<br />

Rizzoli, 1975; L. Stone, La storia <strong>del</strong>la famiglia negli anni ottanta. Acquisizioni e prospettive,<br />

in id., Viaggio nella storia, Roma-Bari, Laterza, 1987, pp. 230-264; M. Barbagli, Sotto lo stesso<br />

tetto. Mutamenti <strong>del</strong>la famiglia in Italia dal XV al XX secolo, Bologna, Il Mulino, 2000; M.<br />

Barbagli, D. Kertzer (a cura <strong>di</strong>), Storia <strong>del</strong>la famiglia in Europa, Roma-Bari, Laterza, 2003.<br />

107 Sulle coutumes dotali si veda M. A. Visceglia, Il bisogno <strong>di</strong> eternità. I comportamenti<br />

aristocratici a Napoli in età moderna, Napoli, Guida, 1988; e <strong>del</strong>la stessa autrice, Linee per uno<br />

stu<strong>di</strong>o unitario dei testamenti e dei contratti matrimoniali <strong>del</strong>l‟aristocrazia feudale napoletana<br />

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