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Dipartimento di - Università degli Studi del Molise

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più ampi i quali beneficiarono <strong>del</strong>le intelligenti iniziative volte anche alla<br />

salvaguar<strong>di</strong>a <strong>del</strong>l’integrità dei rapporti tra i componenti <strong>del</strong> gruppo nobiliare 203 .<br />

Dalla descrizione <strong>del</strong> notaio Giovannelli <strong>del</strong> 1727 si può, infatti, venire a<br />

conoscenza <strong>di</strong> come effettivamente fosse ripartito l’esteso patrimonio<br />

marchesale <strong>di</strong>retto e in<strong>di</strong>retto nel feudo <strong>di</strong> Montorio, e quanto red<strong>di</strong>tizio esso<br />

fosse <strong>di</strong>ventato a seguito <strong>del</strong>l’impegno <strong>di</strong> Sinforosa. La marchesa aveva<br />

provveduto alla ristrutturazione <strong>del</strong> palazzo baronale che gli eventi calamitosi<br />

avevano reso inservibile; aveva ripristinato beni ad uso <strong>del</strong>la comunità non senza<br />

trarne un utile personale in denaro; aveva fatto costruire una fattoria; e percepiva<br />

consistenti ren<strong>di</strong>te provenienti da <strong>di</strong>ritti feudali i cui proventi erano, ovviamente,<br />

raddoppiati.<br />

A tal proposito, infatti:<br />

tiene l’<strong>Università</strong> una grande e copiosa <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> più miglia <strong>di</strong> circuito,<br />

piena <strong>di</strong> quercie e buina parte <strong>di</strong> essa medesimamente seminatoria <strong>del</strong>la<br />

quale (piacendo al Signore) <strong>di</strong>scorreremo più <strong>di</strong>ffusamente nella<br />

descrizione farassi <strong>di</strong> tutto il circuito e comprensorio <strong>del</strong>la terra <strong>di</strong><br />

Montorio spettando la terza parte <strong>del</strong>le ren<strong>di</strong>te <strong>di</strong> essa alla predetta<br />

eccellentissima signora.<br />

Vi tiene la detta eccellentissima signora un me<strong>di</strong>ocre e comodo<br />

palazzo con stalle, pagliata, cantina, e fondachi dà consarvar grani, da poco<br />

tempo da essa rifatto quasi dalle fondamenta, ritrovandosi prima <strong>del</strong> suo<br />

dominio tutto a terra. E nel tempo <strong>del</strong>l’està viene a <strong>di</strong>morarvi per qualche<br />

tempo, almeno una volta l’anno per la freschezza <strong>del</strong>l’aere e per l’amenità<br />

<strong>del</strong>la scoverta <strong>del</strong>la marina, Puglia, e montagna con gran<strong>di</strong>ssimo suo <strong>di</strong>letto<br />

e piacere.<br />

In pie<strong>di</strong> <strong>del</strong> quale vi è una pubblica piazza larga, poco però, fin ora<br />

accomodata per non ritrovarsi posta in piano né mattonata, né tam poco<br />

seliciata. Mai vi è fango, né manco nell’inverno, né altri tempi piovosi, si<br />

per stare in appendo si a che per esser il luogo arenoso <strong>di</strong> cui partecipa tutta<br />

la terra. Tal luogo però è <strong>del</strong>iziosissimo, più d’ogni altro, per li polmoni nel<br />

tempo <strong>del</strong>l’està e doppo mezzogiorno per ritrovarsi esposto verso l’oriente.<br />

Nel mezzo <strong>di</strong> essa piazza, vi tiene la madama signora eccellentissima<br />

due stanze, soprana e sottana per uso <strong>di</strong> taverna, per comodo de passeggeri<br />

e negozianti. E quasi sempre sta aperta per la gran copia <strong>di</strong> quelli che<br />

continuamente vi giungeno colle loro merci, vatica ed altro, e suole<br />

affittarla unita con la balliva e piazza.<br />

203 Prima <strong>di</strong> lei, alcune vedove illustri avevano acquistato importanti proprietà in terra pontificia<br />

sapendo che <strong>del</strong>le ren<strong>di</strong>te avrebbero beneficiato i figli. Olimpia Aldobran<strong>di</strong>ni, ad esempio, dopo<br />

aver perso anche il secondo marito, aveva deciso in merito alle proprie entrate personali, al<br />

feudo <strong>di</strong> Nettuno, e perfino per quanto atteneva investimenti condotti dalla famiglia <strong>del</strong> defunto<br />

consorte. Olimpia Maidalchini e Flaminia Pamphilj, invece, operarono ad<strong>di</strong>rittura nell’attivo<br />

mercato immobiliare romano, dove il sistema <strong>di</strong> compensazione debiti-cre<strong>di</strong>ti era assai <strong>di</strong>ffuso.<br />

B. Borello, Trame sovrapposte, cit., p. 198 e pp. 203-204.<br />

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