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Dipartimento di - Università degli Studi del Molise

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testamento e quanto in esso si conviene come valida sentenza, senza che da<br />

nessuno <strong>di</strong> essi si possa in futuro risentire […] 301 .<br />

In una società in cui si voleva, e molto spesso accadeva, che il destino <strong>di</strong> una<br />

persona fosse scritto nella sua nascita, quello <strong>di</strong> Diego fu dunque un destino <strong>di</strong><br />

subor<strong>di</strong>nazione. La strategia <strong>di</strong> eternare il casato sulla base <strong>del</strong>la conservazione<br />

<strong>del</strong> patrimonio, dalla quale Sinforosa Mastrogiu<strong>di</strong>ce non restò immune, provocò<br />

inevitabilmente una <strong>di</strong>sparità <strong>di</strong> trattamento tra i suoi figli. Anche Diego Ceva<br />

Grimal<strong>di</strong>, quando scelse <strong>di</strong> donare una parte <strong>di</strong> ere<strong>di</strong>tà paterna in cambio <strong>del</strong><br />

vitalizio <strong>di</strong> 300 ducati, non compì un gesto inconsueto. Non erano pochi, infatti,<br />

i cadetti <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> casate che recepivano le volontà paterne in merito all’ere<strong>di</strong>tà<br />

comportandosi allo stesso modo: nel 1667, ad esempio, Domenico dei Bracci <strong>di</strong><br />

Firenze, priore <strong>di</strong> Vinci, aveva lasciato la quarta parte <strong>del</strong>la sua ere<strong>di</strong>tà al<br />

fratello primogenito Onofrio in cambio <strong>di</strong> una ren<strong>di</strong>ta a vita <strong>di</strong> 100 scu<strong>di</strong><br />

l’anno 302 .<br />

Le ambiguità <strong>del</strong>la legislazione <strong>del</strong> tempo, le contrad<strong>di</strong>zioni tra fratelli <strong>del</strong><br />

sistema successorio e <strong>di</strong> quello <strong>del</strong>le doti, rendevano fisiologica una sorta <strong>di</strong><br />

litigiosità che nel caso in questione trovava non poche premesse. Probabilmente<br />

consapevole <strong>di</strong> questo, già dal 1735, Sinforosa aveva deciso <strong>di</strong> effettuare <strong>del</strong>le<br />

donazioni <strong>di</strong> beni burgensatici a Diego. Il 27 luglio <strong>di</strong> quell’anno, infatti, il<br />

notaio De Amicis <strong>di</strong> Larino si era recato a Montorio nei Frentani per incontrare<br />

<strong>di</strong> persona la marchesa e suo figlio e ratificare che quest’ultimo entrava in<br />

possesso <strong>di</strong> tre mulini ad acqua:<br />

[…] uno successivo all’altro, quasi tutti <strong>di</strong>ruti, situati e posti nelle<br />

pertinenze <strong>del</strong>la suddetta terra <strong>di</strong> Bonefro, luogo detto la Canale, con sei<br />

versure <strong>di</strong> territorio intorio, per commodo <strong>di</strong> detti molini, confinante col<br />

bosco <strong>di</strong> San Vito da una parte, e dall’altra parte cogl’altri territori <strong>di</strong> detta<br />

eccellentissima signora […] 303 .<br />

La decisione <strong>di</strong> Sinforosa, ovviamente, fu ben gra<strong>di</strong>ta a Diego il quale,<br />

seguendo l’esempio materno, iniziò imme<strong>di</strong>atamente a far fruttare i propri beni.<br />

Da un rogito recante la stessa data <strong>del</strong>la donazione, infatti, sappiamo che Diego<br />

la accettò e comparve innanzi al notaio unitamente a tali «Mastro Nicolò<br />

Cicoria e Mastro Biagio Spada <strong>di</strong> Bonefro» per stipulare contestualmente con<br />

301<br />

ASCB, Protocolli notarili, piazza <strong>di</strong> Pietracatella, Notaio Recchia Giuseppe, 1727, f. 34v.<br />

302<br />

R. Bizzochi, In famiglia, storie <strong>di</strong> interessi e affetti nell‟Italia moderna, Roma-Bari, Laterza,<br />

2001, p. 6.<br />

303<br />

ASCB, Protocolli notarili, piazza <strong>di</strong> Larino, Notaio De Amicis Marcantonio, 1735, f. 100v.<br />

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