Dipartimento di - Università degli Studi del Molise
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proprio <strong>di</strong> detta <strong>Università</strong> che si vendè a lumme (sic) <strong>di</strong> can<strong>del</strong>a per lo<br />
pagamento d’anni tre per detta colta <strong>di</strong> San pietro e Santa Maria giustamente<br />
con rilasciarli dette sue annate seu la summa <strong>di</strong> ducati cento sittanta nove che<br />
per <strong>di</strong>eci complimenti <strong>di</strong> detto censo ottanta che importano le dette tre annate<br />
non furono consignate ad esso marchese, <strong>del</strong>la quale summa ne debbia detta<br />
<strong>Università</strong> ricevere parte grano parte denari et animali.<br />
Sia tenuto esso marchese concedere all’<strong>Università</strong> predetta e citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong><br />
detta terra <strong>di</strong> Gambatesa il jus colture tantam nellli territori <strong>del</strong> feudo <strong>di</strong> Vallo <strong>di</strong><br />
Saia, per li quali detti citta<strong>di</strong>ni coloni siano tenuti pagare al detto marchese il<br />
solito terraggio a raggione <strong>di</strong> tomolo uno per ogni tomola quin<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> grano, et<br />
ogn’altro vitto vaglia che vi raccoglieranno secondo si è pratticato sempre per il<br />
passato. E sia detto marchese tenuto parimenti darli facultà <strong>di</strong> poter fare in detti<br />
territori massarie e pagliari a che i citta<strong>di</strong>ni suddetti possono quelli alienare<br />
vendere e dare in dote con danno però il nuovo possessore <strong>di</strong> detto jus<br />
coltivare notizia all’erario <strong>di</strong> detto marchese fra il termine <strong>di</strong> un mese da poi<br />
detta alienazione. Acciò si possa notare nella manicola (sic), con patto però che<br />
li territori suddetti si debbiano sempre coltivare, e non coltivandosi lo spazio<br />
d’anni tre e non dandosi la suddetta notizia all’erario, così come <strong>di</strong> sopra<br />
stabilito, sia lecito ad esso marchese concederli ad altri dando bensì facultà a<br />
citta<strong>di</strong>ni che possono erbare et acquare nel detto territorio nel feudo <strong>di</strong> Valle <strong>di</strong><br />
Saia una tantum. E loro animali, non solo quelli aratori, ma naco gli armenti,<br />
confirmandosi il dominio ad esso marchese che possa fidare per l’animali<br />
forastieri <strong>di</strong> qualunque socita in detti territori <strong>di</strong> detto feudo <strong>di</strong> detta Valle <strong>di</strong><br />
Saia. E quello che se ne ritrova dalla fida vada in suo beneficio, non<br />
pretendendo l’<strong>Università</strong> suddetta dalla detta fida cosa alcuna, spettando de jure<br />
ad esso marchese come corpo feudale.<br />
Non possa esso marchese pretendere cosa alcuna sopra la fida <strong>del</strong> demanio<br />
<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> suddetta quante volte se averà frutto e si venderà a forestieri ma<br />
possa pretendere solo la fida che spetta al baglivo, iusta solitu, col patto bensì<br />
che sempre che non venderanno il frutto <strong>di</strong> detto demanio e non lo<br />
restringeranno <strong>di</strong> modo che ci pascoleranno gl’animali de citta<strong>di</strong>ni sia lecito ad<br />
esso marchese farsi pascolare gli suoi animali come primo citta<strong>di</strong>no.<br />
Siano tenuti li detti <strong>del</strong> Governo riparare in ogni tempo il bosco <strong>del</strong> feudo <strong>di</strong><br />
chiusano e non portarno a pascolare, né ad acquare, i loro animali <strong>di</strong> qualunque<br />
tipo, e volendo li citta<strong>di</strong>ni e padronali <strong>del</strong>li animali fidare in detto bosco <strong>di</strong> detto<br />
feudo una tantum, sia tenuto esso marchese fidarli e riavere, per qualsivoglia<br />
animale <strong>di</strong> qualsivoglia specie, grana sette e mezzo fuorchè dall’animali cantanti<br />
(sic), escludendoli però dal tempo che il detto bosco produrrà frutto che in tal<br />
caso si contentano e promettono ripararlo giusta la concessione, benchè vi si<br />
trovassero gli animali fidati, cioè dalli 29 <strong>di</strong> settembre fino alli 17 <strong>di</strong> gennaro<br />
(sic) <strong>di</strong> qualsivoglia anno E non ritrovandosi per l’onda (sic) è convenuto che la<br />
fida corra per tutto l’anno per detto prezzo <strong>di</strong> grana sette e mezzo, e che esso<br />
marchese resti tenuto dare la facoltà alli citta<strong>di</strong>ni <strong>del</strong>l’animali che fideranno in<br />
detto bosco <strong>del</strong> suddetto feudo <strong>di</strong> Chiusano, tantum <strong>di</strong> potersi servire <strong>del</strong>la legna<br />
che stanno in terra dentro il bosco per uso <strong>di</strong> fuoco e che li citta<strong>di</strong>ni possano<br />
fare puliti per uso <strong>di</strong> vigore (sic) in detto bosco <strong>di</strong> Chiusano tantum pulito per<br />
jus licentia all’erario <strong>di</strong> detto marchese, riserbando per gli albori (sic) non<br />
fruttiferi, ma servirsi <strong>di</strong> quelli gia fruttiferi escludendoli dal taglio <strong>del</strong>la legna<br />
morta e dalla fida. Come si è detto <strong>di</strong> sopra s’intende il prezzo suddetto per ogni<br />
patto d’animali <strong>di</strong> qualsiasi specie, così piccole come gran<strong>di</strong>.<br />
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