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Dipartimento di - Università degli Studi del Molise

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demografico avvenuto dopo il 1750. Molti signori, a quel punto, assunsero<br />

<strong>di</strong>rettamente il controllo <strong>del</strong>la terra realizzando domini agricoli in grado <strong>di</strong><br />

produrre alimenti fortemente richiesti dalla società <strong>del</strong>l’epoca.<br />

In maniera più o meno rapida, a seconda <strong>del</strong>le zone, questo è quanto si<br />

verificò in tutta Europa. E anche in Italia, come in Francia, dove la proprietà<br />

signorile era più debole rispetto ad altre realtà, ci fu comunque una consistente<br />

espansione <strong>del</strong> controllo <strong>di</strong>retto <strong>del</strong>la proprietà da parte dei signori 161 . Le<br />

conseguenze <strong>di</strong> tale cambiamento furono importanti: nel XVIII secolo la<br />

maggior parte <strong>del</strong>le famiglie nobili mutò il proprio status iniziando a <strong>di</strong>pendere<br />

in buona misura dalla capacità <strong>del</strong> signore <strong>di</strong> gestire il feudo 162 . Questo conferì<br />

importanza all’iniziativa personale e all’intraprendenza negli investimenti. In<br />

particolare tale tipo <strong>di</strong> gestione era meglio applicabile nelle zone decentrate <strong>del</strong><br />

Regno <strong>di</strong> Napoili, quali ad esempio il Contado <strong>di</strong> <strong>Molise</strong>, dove le esigenze erano<br />

<strong>di</strong>verse da quelle <strong>del</strong>la capitale e la maggior parte <strong>del</strong>la produzione agricola<br />

veniva consumata sul posto.<br />

Infatti, «quando tra la fine <strong>del</strong>lo stesso secolo XVII e gli inizi <strong>del</strong> secolo<br />

XVIII il Regno cominciò a far registrare i primi segni <strong>di</strong> una nuova ripresa<br />

economica e sociale, furono le province a costituirne il maggiore e più aperto<br />

teatro. A lungo il ruolo assolutamente dominante <strong>di</strong> Napoli nella vita artistica e<br />

culturale e gli ingenti privilegi <strong>di</strong> cui la capitale godeva nascosero questo nuovo<br />

e potenzialmente sconvolgente avvio <strong>del</strong>le cose» 163 .<br />

«Alla fine <strong>del</strong> XVIII secolo circa il 70% <strong>del</strong>la popolazione <strong>del</strong> Regno,<br />

esclusa la capitale, era sottoposto alla giuris<strong>di</strong>zione feudale. Inoltre la<br />

<strong>di</strong>stribuzione <strong>del</strong>le famiglie <strong>del</strong>la nobiltà feudale e <strong>del</strong>le loro signorie appariva<br />

caratterizzata dalla presenza, ai vertici <strong>del</strong>la piramide, <strong>di</strong> un ristretto gruppo <strong>di</strong><br />

circa 40 feudatari, in grande maggioranza esponenti <strong>di</strong> famiglie che per tutta<br />

161 Ivi, p.111.<br />

162 Nel Me<strong>di</strong>oevo il titolare <strong>di</strong> un appezzamento non compiva molte scelte in fatto <strong>di</strong><br />

amministrazione <strong>del</strong>lo stesso, era la tra<strong>di</strong>zione a regolare la vita economica: i canoni venivano<br />

stabiliti in base a criteri fissi e gli altri red<strong>di</strong>ti erano costituiti dal monopolio dei servizi. Ma, a<br />

partire dalla prima età moderna, la maggior parte dei gran<strong>di</strong> proprietari si trovò a dover<br />

fronteggiare il cambiamento <strong>del</strong>la domanda dettato dalle nuove con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> produzione. A tal<br />

proposito si veda M. Petrusewicz, Latifondo. Economia morale e vita materiale, Venezia,<br />

Marsilio, 1989; N. Santamaria, I feu<strong>di</strong>, il <strong>di</strong>ritto feudale, cit.; R. Ago, La feudalità in età<br />

moderna, Roma, Laterza, 1994; A. M. Rao, Nel Settecento napoletano: la questione feudale, in<br />

R. Pasta (a cura <strong>di</strong>), Cultura, intellettuali e circolazione <strong>del</strong>le idee, Milano, Franco Angeli,<br />

1990, pp. 51-106; G. Brancaccio, Il <strong>Molise</strong> Me<strong>di</strong>oevale e moderno,cit.; A. Musi, Il feudalesimo<br />

nell‟Europa moderna, cit., pp. 123-181.<br />

163 G. Galasso, La <strong>di</strong>sarticolazione <strong>di</strong> Napoli dal Mezzogiorno, cit., pp.17-18.<br />

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