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Dipartimento di - Università degli Studi del Molise

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investimenti, non sembra fossero particolarmente estesi. In due atti notarili <strong>del</strong><br />

1736, infatti, gli anziani citta<strong>di</strong>ni così descrivevano i confini «de li territorij<br />

che vanno compresi col titolo <strong>di</strong> vignali» e quanto i conta<strong>di</strong>ni montoriesi<br />

fossero soliti versare alla feudataria in tempo <strong>di</strong> raccolto:<br />

[…] gli territorij compresi sotto gli nomi, luoghi, e pertinenze <strong>di</strong> questa<br />

terra <strong>di</strong> Montorio, cioè Macchia Palomba, Padule <strong>di</strong> Lillo, o sia colle <strong>di</strong><br />

Piano Surdo, Macchia de’ Galerni, Le Grotti, Cacchiata, e Vigna <strong>del</strong>la<br />

Corte, mai siano andati compresi col titolo <strong>di</strong> vignali o siano ristretti<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>del</strong>la suddetta terra <strong>di</strong> Montorio. Ma ben vero colla <strong>di</strong>fesa<br />

grande <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> medesima, essendo stati tali luoghi sempre<br />

compassati da pubblici agrimensori ogni anno. E notate le persone che vi<br />

seminavano e la quantità dei seminati sul libro <strong>del</strong> compasso <strong>del</strong>la suddetta<br />

<strong>di</strong>fesa grande, ed in<strong>di</strong> dagli amministratori <strong>di</strong> detta <strong>Università</strong>, ne sia<br />

sempre stato dato la terza parte <strong>del</strong> territorio agl’illustri possessori pro<br />

tempore <strong>di</strong> detta terra. E che gli territorij che vanno compresi col titolo <strong>di</strong><br />

vignali, o siano ristretti <strong>di</strong> essa <strong>Università</strong>, siano i seguenti. Incominciando<br />

da Santo Ianni, scende a Santa Maria <strong>del</strong>la Preta, va al Lago <strong>di</strong> Marchionno,<br />

riferisce alli Cammulicchi, e richiude a Santo Ianni. E che <strong>di</strong> detti vignali, e<br />

<strong>del</strong>li territorij che si fossero seminati compresi in detto circolo, mai si fosse<br />

pagata terza parte <strong>di</strong> terratico all’illustri possessori <strong>di</strong> detta terra, ma per<br />

intiero esatto <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> e suoi amministratori. E tutto ciò han detto, e<br />

<strong>di</strong>cono saperlo, non meno per esser stati la maggior parte <strong>di</strong> essi<br />

rispettivamente Governi e Giu<strong>di</strong>ci <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> suddetta <strong>di</strong>verse volte, e<br />

<strong>di</strong> acco<strong>di</strong>to agli agrimensori nella misura <strong>del</strong>le biade 209 .<br />

[…] testificando ancora che in questa medesima terra <strong>di</strong> Montorio siasi<br />

sempre ed anticamente costumato, praticato, ed osservato, siccome<br />

presentemente anche si costuma e pratica, ed osserva, che ogni massaro <strong>di</strong><br />

campo in ogn’anno, nel tempo <strong>del</strong>la scogna, sia tenuto portare, e con effetto<br />

abbia sempre portato e porti, una carrata, o tragliata <strong>di</strong> paglia a beneficio<br />

<strong>del</strong>l’illustri possessori <strong>del</strong>la stessa terra. E gli altri braccianti che non<br />

facessero massaria <strong>di</strong> campo nè tenessero boni, abbiano sempre pagato in<br />

ogni anno, nel tempo <strong>del</strong>la raccolta <strong>del</strong>le biade, un carlino a fuoco,<br />

similmente a beneficio <strong>del</strong>l’illustri possessori <strong>del</strong>l’anzi detta terra 210 .<br />

Il piano <strong>di</strong> valorizzazione <strong>del</strong> feudo <strong>di</strong> Montorio aveva portato ottimi risultati,<br />

facendo lievitare consistentemente il capitale a <strong>di</strong>sposizione <strong>del</strong>la marchesa e dei<br />

suoi figli. Anzi, i proventi <strong>di</strong> tale politica furono talmente elevati che Sinforosa<br />

potè ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong>sporre un più che consistente lascito a favore <strong>del</strong> clero <strong>di</strong><br />

Montorio. Il 9 giugno <strong>del</strong> 1732, infatti, ella convocò il notaio Giovannelli a<br />

Bonefro affinché questo rendesse ufficiale che il decano Linardo Mancini<br />

accettava 919 ducati e grana 32 dalla marchesa impegnandosi a far celebrare in<br />

209 Ivi, 1736, f. 90v.<br />

210 Ivi, 1736, f. 79r.<br />

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