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Dipartimento di - Università degli Studi del Molise

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don Diego assente, et a me Notaro per esso presente, et accetante sub<br />

persona e ad personam dupli me<strong>di</strong>tate cum protestate capienti constitute<br />

precarij renunciavit, et iuravit. Vi<strong>del</strong>icet 300 .<br />

I rapporti tra i due fratelli, seppur apparentemente sereni come traspare dalle<br />

carte, non erano caratterizzati da estrema trasparenza in merito alle volontà<br />

paterne. Diego, infatti, sosteneva che il vitalizio a suo nome era <strong>di</strong> 100 ducati<br />

maggiore rispetto a quanto suo fratello gli aveva versato fin dal 1725. Sceglieva<br />

tuttavia, nel 1727, <strong>di</strong> percepire solamente 300 ducati in quanto aveva<br />

«conosciuto che pigliandosi detto vitalizio <strong>di</strong> ducati cinquecento e vivendo da sé<br />

solo a casa, a parte li saria più tosto <strong>di</strong> danno che utile».<br />

Così il 16 aprile <strong>di</strong> quell’anno il notaio Giuseppe Recchia <strong>di</strong> Pietrcatella<br />

ratificava:<br />

nella nostra presenza personalmente si sono costituiti liberamente il<br />

signor don Giuseppe Maria Ceva Grimal<strong>di</strong> attuale marchese <strong>di</strong> detta terra <strong>di</strong><br />

Pietracatella, il quale age ed interviene alle cose infrascritte per se stesso,<br />

suoi ere<strong>di</strong> e suoi da sua parte.<br />

E l’illustrissimo signor don Diego Ceva Grimal<strong>di</strong>, fratello <strong>di</strong> detto Don<br />

reveren<strong>di</strong>ssimo signor marchese, il quale similmente age ed interviene alle<br />

cose infrascritte per se stesso, suoi ere<strong>di</strong> ed suoi, dall’altra parte.<br />

Il predetto signor marchese have asserito nella nostra presenza e <strong>di</strong><br />

detto illustrissimo don Diego, essere al medesimo debetore in docati<br />

cinquecento annui per causa <strong>del</strong> patto, seu vitalizio, lasciatogli dal quondam<br />

don Francesco Ceva Grimal<strong>di</strong>, loro illustre padre, nel suo ultimo testamento<br />

stipulato per mano <strong>del</strong> magnifico <strong>di</strong> […] si come suo figlio secondogenito<br />

anco possa colli medesimi mantenersi da tale <strong>di</strong> vitto, vestibo, ed altro<br />

necessiti da daverli puntualmente dal predetto signor Marchese erede e<br />

figlio unigenito, morendo <strong>di</strong> detto marchese illustrissimo don Francesco<br />

sopra la sua ere<strong>di</strong>tà nel tempo, che detto illustrissimo signor don Diego era<br />

<strong>di</strong> età d’anni <strong>di</strong>eci’ otto compiuti, senza che altro possa pretendere come<br />

figlio <strong>del</strong> medesimo da detta sua ere<strong>di</strong>tà. Perlochè, in virtù <strong>del</strong>la <strong>di</strong> sua<br />

<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> detto illustrissimo loro padre, se li doveniano detti ducati<br />

cinquecento <strong>di</strong> vitalizio, che el detto illustrissimo signor don Diego<br />

pretendeva dal detto suo fratello primogenito il quale con tutta puntualità<br />

s’era offerto darcelo senza ripugnanza alcuna, serbava la <strong>di</strong>sposizione fatta<br />

in detto suo voluto testamento. Ma perché detto illustrissimo signor don<br />

Diego ha conosciuto che pigliandosi detto vitalizio <strong>di</strong> ducati cinquecento e<br />

vivendo da se solo a casa, a parte li saria più tosto <strong>di</strong> danno che utile, non<br />

meno che incomodo dotabile a che <strong>di</strong> stare separato da detto suo <strong>di</strong>letto<br />

fratello che tanto li <strong>di</strong>spiaceria per essere il tutto contro il suo naturale, ed<br />

essere <strong>di</strong> cavaliere tanto più che vive sicuro <strong>del</strong>la ricompensa benigna <strong>di</strong><br />

detto illustrissimo signor marchese. A tal affetto <strong>di</strong> due loro con esso ed<br />

accordo per vivere da veri affettuosi fratelli tali quali si stimano ed amano<br />

ed, uniti in una istessa casa secondo sia bramato degno, spontaneamente<br />

senza forza né dolo alcuno ma per ogni meglior via e modo e per maggiore<br />

300 ASCB, Protocolli notarili, piazza <strong>di</strong> Pietracatella, Notaio Mucci Antonio, 1725, f. 18r.<br />

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