Dipartimento di - Università degli Studi del Molise
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in quegli anni un notevole incremento demografico. Ciò è attestato da numerose<br />
fonti. Tra esse in particolare un «instrumento in protocollo <strong>del</strong>la descrizione<br />
<strong>del</strong>la terra <strong>di</strong> Montorio, e suoi territori e confini, e <strong>del</strong>la misura o pianta <strong>di</strong> essi»,<br />
recante la data <strong>del</strong> 25 agosto 1727 e redatto dal notaio Francesco Giovannelli,<br />
nel quale si descrive l’operosità <strong>degli</strong> abitanti e la nuova situazione <strong>di</strong> flori<strong>di</strong>tà<br />
vissuta grazie alla saggia politica <strong>del</strong>la feudataria. Nel rogito si <strong>di</strong>ce:<br />
la terra <strong>di</strong> Montorio, feudo decorato <strong>di</strong> titolo, è antichissima. Oggi<br />
possiedesi sin dall’anno 1699 dall’illustrissima ed eccellentissima signora<br />
donna Sinforosa Mastro Giu<strong>di</strong>ce, marchesa <strong>di</strong> Pietracatella, e Montorio, ed<br />
utile padrona <strong>di</strong> Macchia, Gambatesa, Bonefro, e Montelongo […].<br />
Vi sono arteggiani d’ogne sorte, con concorso de’ fabbricatori scannesi<br />
per la copia dei quali e per la vicinanza <strong>del</strong>le legne, pietre, calce, arena,<br />
acqua, ed altri materiali da fabbricare si sta da citta<strong>di</strong>ni in continua fabbrica<br />
<strong>di</strong> case nuove, e riparamento con abbellimento <strong>del</strong>le antiche. E<br />
continuamente in essa vengono ad abitare forestieri che in pochi anni, col<br />
soccorso che gli presta detta eccellentissima signora, tanto benignissima e<br />
clementissima, purchè nell’està non vogliono persistere oziosi e<br />
sonnacchiosi sotto l’ombra, e nell’inverno ritirarsi al fuoco, vengono ad<br />
ergere case, formar vigne, e sboscar territorij, con molto loro vantaggio ed<br />
utile. In maniera che da venticinque anni a questa parte, ch’è stata dominata<br />
da detta eccellentissima, non ha che cedere a qualsiasi <strong>del</strong>le convicine terre;<br />
mentre antecedentemente non potevasi traficare per le strade o piazze per la<br />
quantità <strong>del</strong>l’ortica ed altri erbacci, potendosi più tosto chiamar cumulo <strong>di</strong><br />
pietre ed abitazione <strong>di</strong> serpenti che terra abitata da uomini impigriti<br />
nell’ozio per deficienza <strong>di</strong> chi gli sollevasse ed animasse alla fatiga. Oggi,<br />
mercè la grazia <strong>di</strong> Dio e <strong>di</strong> tal benignissima dama, ritrovasi in altro stato,<br />
anzi migliore <strong>del</strong>le convicine terre […] 200 .<br />
L’atto fa, inoltre, riferimento alle rilevazioni dei fuochi che erano state<br />
effettuate nel passato le quali, messe a confronto con la situazione <strong>del</strong> 1727,<br />
sottolineano ancor più il valore <strong>del</strong>le iniziative impren<strong>di</strong>toriali <strong>del</strong>la marchesa,<br />
nonché il successo <strong>del</strong>la sua illuminante gestione lungimirante.<br />
200 ASCB, Protocolli notarili, piazza <strong>di</strong> Montorio nei Frentani, Notaio Giovannelli Francesco,<br />
1727, f. 43r. L’atto è costituito da una descrizione <strong>del</strong>la terra <strong>di</strong> Montorio realizzata dallo stesso<br />
notaio Giovannelli e collocata in allegato ad un altro rogito a lui commissionato dai Governatori<br />
<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong>. Avendo questi rinvenuto importanti scritture, per evitare che le stesse andassero<br />
perdute ne avevano chiesto al notaio la ratifica nei protocolli. Si trattava de «l’originale misura o<br />
pianta <strong>di</strong> tali territorij fatta nel mese <strong>di</strong> maggio <strong>del</strong>l’anno 1703 dal reverendo padre don Andrea<br />
Petti <strong>del</strong>l’or<strong>di</strong>ne dei padri conventuali <strong>del</strong> Serafico S. Francesco» agrimensore approvato dalla<br />
terra <strong>di</strong> Rotello, il quale su commissione <strong>di</strong> Giovan Francesco Ceva Grimal<strong>di</strong> l’aveva realizzata.<br />
Allo stesso modo Diego Pignatelli <strong>di</strong> Aragona Cortes e Mendoza, principe <strong>di</strong> Castelvetrano dal<br />
1725, aveva commissionato al sacerdote Vincenzo Petitto <strong>di</strong> Terranova, suo vassallo, una<br />
descrizione dei propri feu<strong>di</strong>. A tal proposito, e per una comparazione tra le due <strong>di</strong>verse aree<br />
territoriali, si veda R. Cancila, Gli occhi <strong>del</strong> principe. Castelvetrano: uno stato feudale nella<br />
Sicilia moderna, Roma, Viella, 2007.<br />
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