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Dipartimento di - Università degli Studi del Molise

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cavalli. Inoltre vi sono due stanze per como<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> tener grano. A destra <strong>di</strong><br />

detto corridoio vi è un’altra stalletta, il tutto coverto <strong>di</strong> travi, e dalla parte<br />

<strong>del</strong>la strada in detto piano vi è la porta <strong>del</strong>le carceri, con due stanze a lamia.<br />

E, ritrovando in detta grada <strong>di</strong> fabbrica, sopra il primo ballatoio vi sono<br />

due stanze anche coverte a travi.<br />

E seguendo la detta grada in un’altra casa s’impiana in un atrio parte<br />

coverto a lamia e parte scoperto donde pigliar lume, dal quale intrasi in una<br />

sala quadra con intempiatura e muro pintato a friso. A destra ed in testa <strong>di</strong><br />

detta sala vi sono quattro stanze con intempiatura, quali hanno l’uscita in<br />

detta sala con due camerini. Appresso, in uno <strong>di</strong> essi, vi è una gradetta <strong>di</strong><br />

legno d’ascendere al quarto superiore. Ritornando in detta sala a sinistra vi<br />

è un’altra stanza che ha l’uscita in detto atrio coverto, dal quale s’entra in<br />

tre altre stanze, una <strong>del</strong>le quali è coverta a lamia e l’altra a travi, con due<br />

altri camerini.<br />

Appresso dette como<strong>di</strong>tà si cucina e nel mezzo <strong>di</strong> detto atrio vi è la<br />

bocca <strong>del</strong>la cisterna.<br />

Seguendosi la detta grada <strong>di</strong> fabbrica scoperta, si ascende nel secondo<br />

appartamento consistente in un atrio coverto, sala grande con intempiatura.<br />

A sinistra <strong>di</strong> essa vi sono otto stanze in piano con loggetta scoverta. Da<br />

detta sala s’entra in un’altra stanza e, per un’altra porta <strong>di</strong> detta sala con<br />

loggetta <strong>di</strong> fabbrica dentro, si ascende in una loggetta scoverta con una<br />

stanza in piano. In testa <strong>di</strong> detta sala vi è la cappella e riposta a sinistra <strong>di</strong><br />

detta cappella vi è la suddetta grada che <strong>di</strong>scende nel suddetto piano quarto.<br />

Da una <strong>di</strong> dette otto stanze vi è una gradetta <strong>di</strong> fabbrica che <strong>di</strong>scende al<br />

guardaroba consistente in sette stanze coverte a tetti; e le restanti stanze dal<br />

contorno <strong>del</strong> detto secondo quarto sono con intempiatura. E ritrovando a<br />

basso a destra <strong>del</strong>l’uscita la porta <strong>di</strong> detto palazzo, nella starda vi è una<br />

calata parte con grada <strong>di</strong> fabbrica e parte naturale, tutta scoverta.<br />

Infine vi è una porta tonda con cellaro grande cavato dentro il monte<br />

con li suoi parti <strong>di</strong> fabbrica, in testa <strong>del</strong>lo quale vi sono due bocche <strong>di</strong><br />

cisterna con boccali <strong>di</strong> marmo. E a destra <strong>di</strong> esso vi è una casa <strong>di</strong> grada <strong>di</strong><br />

fabbrica larga quale ascende in due stanze cavate similmente dentro il<br />

monte, con finestra verso la detta calata a secondo d’uso <strong>di</strong> <strong>di</strong>spensa. E,<br />

continuando la detta grada prima descritta, alli suddetti membri consiste<br />

l’abitazione <strong>di</strong> detto palazzo 260 .<br />

A Pietracatella il palazzo baronale, collocato nel centro <strong>del</strong> paese, a stretto<br />

contatto con la comunità, serviva a riba<strong>di</strong>re l’autorità. Le spese <strong>di</strong> tenuta erano<br />

meno <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>ose rispetto al castello e la funzionalità coercitiva maggiore, per<br />

cui fu su tale tipo <strong>di</strong> abitazioni che la Mastrogiu<strong>di</strong>ce scelse <strong>di</strong> investire<br />

promovendone l’ampliamento attraverso l’acquisto <strong>di</strong> immobili confinanti 261 .<br />

Nella decisione <strong>di</strong> ristrutturare, vendere, acquistare o semplicemente<br />

ampliare un immobile non entravano in gioco solo considerazioni legate alla<br />

gestione patrimoniale. Alla semiotica dei segni utili ad affermare o riba<strong>di</strong>re<br />

l’autorità contribuivano anche riflessioni sul significato <strong>del</strong>la zona in cui<br />

260 ASCB, Atti demaniali, b. 1, fasc. 4, ff. 27v-28r.<br />

261 A tal proposito G. Labrot, Baroni in città, cit., p. 39; id., Palazzi napoletani: storie <strong>di</strong> nobili e<br />

cortigiani. 1520-1750, Napoli, Electa, 1993 ; id., Quand l‟histoire murmure. Villages et<br />

campagnes du Royaume de Naples (XVI-XVIII siécle), Roma, Écolè Française de Rome, 1995.<br />

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