Dipartimento di - Università degli Studi del Molise
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comunità. La vicenda, gestita da Sinforosa in luogo <strong>del</strong> marito defunto, si era<br />
poi conclusa con una pacificazione 141 .<br />
Dopo soli sette anni <strong>di</strong> matrimonio, dunque, Sinforosa Mastrogiu<strong>di</strong>ce rimase<br />
vedova 142 . Non sappiamo se la Marchesa, che aveva 32 anni alla morte <strong>del</strong><br />
marito, pensò mai <strong>di</strong> contrarre un nuovo matrimonio. Certo, se lo avesse fatto,<br />
avrebbe perso tutti i <strong>di</strong>ritti giuri<strong>di</strong>ci sul patrimonio e il conseguente status<br />
sociale che la vedovanza le aveva portato. La tra<strong>di</strong>zione ecclesiastica lodava la<br />
“casta solitu<strong>di</strong>ne” <strong>del</strong>la vedova che rimaneva tale, oltre che l’amore <strong>del</strong>le madri<br />
che in tal modo si preservava puro, <strong>di</strong>sinteressato ed esclusivo per la prole. Ma,<br />
al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> motivazioni strettamente religiose, <strong>di</strong>etro alla scelta <strong>di</strong> una vedova <strong>di</strong><br />
rimanere tale c’era ben altro. Da un punto <strong>di</strong> vista giuri<strong>di</strong>co, infatti, una donna<br />
in quella situazione, seppur circondata da contutori, godeva <strong>di</strong> notevole<br />
prestigio e autorevolezza in quanto era usufruttuaria <strong>del</strong> patrimonio familiare<br />
che non aveva ere<strong>di</strong>tato, ma amministrava per consegnarlo agli ere<strong>di</strong>. Era la<br />
formula <strong>di</strong> origine romana <strong>del</strong> donna et madonna che sanzionava la posizione<br />
<strong>del</strong>la vedova che non sceglieva seconde nozze conservando per sempre la tutela<br />
dei figli, l’usufrutto e il <strong>di</strong>ritto sui beni e sulla casa maritale 143 . La vedova che<br />
non si risposava, inoltre, «si connotava al maschile» perché le sue virtù erano<br />
finalizzate alla crescita dei figli in funzione <strong>del</strong> lignaggio 144 . Amministrare<br />
giuri<strong>di</strong>camente un patrimonio significava, infatti, esercitare funzioni <strong>di</strong><br />
capofamiglia: il <strong>di</strong>ritto romano definiva monus masculorum e onere pubblico la<br />
tutela dei figli e la sfera <strong>degli</strong> affari che una vedova conduceva uscendo dallo<br />
spazio domestico come se fosse un uomo 145 .<br />
Nella pratica giuri<strong>di</strong>ca e sociale la can<strong>di</strong>datura <strong>del</strong>la vedova alla tutela <strong>del</strong>la<br />
prole generalmente si poneva in alternativa o in coesistenza a quella <strong>del</strong> cognato<br />
141<br />
ASCB, Protocolli notarili, piazza <strong>di</strong> Macchia Valfortore, Notaio De Tomicchio Gian<br />
Battista, 1704, f. 6r-v.<br />
142<br />
Sulla storia <strong>del</strong>la vedovanza si vedano I. Blom, The history of widowhood: a bibliographic<br />
overview, in «Journal of Family History», 16, 4, 1991, pp. 191-210; M. Palazzi, Solitu<strong>di</strong>ni<br />
femminili e patrilignaggio. Nubili e vedove tra sette e ottocento, in M. Barbagli, D. Kertzer (a<br />
cura <strong>di</strong>), Storia <strong>del</strong>la famiglia italiana 1750-1950, Bologna, Il Mulino, 1992, pp. 129-158; C.<br />
Cipolla (a cura <strong>di</strong>), Femminile singolare: percorsi ed immagini <strong>del</strong> vivere sole, Milano, Angeli,<br />
1995; A. Fauve-Chamoux, Vedove <strong>di</strong> città e vedove <strong>di</strong> campagna nella Francia preindustriale:<br />
aggregato domestico, trasmissione e strategie familiari <strong>di</strong> sopravvivenza, in «Quaderni storici»,<br />
98, 2, 1998, pp. 301-332.<br />
143<br />
G. Calvi, Diritti e legami. Madri, figli, Stato in toscana (XVI-XVIII secolo), in «Quaderni<br />
storici», 86, 2, 1994, p. 488.<br />
144<br />
G. Macry, Logiche <strong>di</strong> lignaggio e pratiche familiari. Una famiglia feudale siciliana fra „500<br />
e „600, cit., p.20.<br />
145 G. Calvi, Diritti e legami, cit., p. 489.<br />
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