Dipartimento di - Università degli Studi del Molise

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isiedeva proprio a Montorio dove si era trasferito da 15 anni dopo aver lasciato Pietracatella, sua terra d’origine. Ciò è attestato dalla numerazione dei fuochi della terra di Montorio redatta nel 1732 206 , ed è emblematico di come la riqualificazione economica del feudo avesse comportato anche una ristrutturazione del tessuto sociale dello stesso. In stretta connesione con le attività promosse dalla Mastrogiudice non si ebbe, infatti, una immigrazione di sole maestranze e popolazioni contadine provenienti da centri limitrofi, ma anche di professionisti ed uomini di legge. Questi, probabilmente, scelsero Montorio per le opportunità di accesso a posizioni di rilievo sociale che quel centro garantiva. Si attuò così la costituzione di una nuova identità culturale e municipale che, a sua volta, fece del feudo anche un centro di propulsione amministrativa. Tra le fila di coloro che avevano ricoperto in passato la carica di erario alle dipendenze della marchesa ci fu, inoltre, chi rivestì anche incarichi politici e di governo della città. Andrea Montanaro, ad esempio, che si era occupato di riscuotere i censi nei feudi di Montorio, Bonefro e Montelongo a partire dal 1715, nei documenti notarili è in seguito identificato quale eletto «al governo e reggimento dell’Università della suddetta terra di Montorio» 207 . Non pare azzardato, pertanto, sostenere che, proprio in concomitanza con la gestione diretta di Sinforosa, nel piccolo centro bassomolisano si sia configurato anche un processo di formazione e sviluppo dei nuovi gruppi dirigenti locali, quei gruppi che la feudataria, sul finire degli anni Trenta del Settecento, avrebbe dovuto fronteggiare attraverso la concessione di capitolazioni utili a frenare le spinte autonomistiche della nascente municipalità 208 . Sinforosa continuava, intanto, ad esigere i diritti sui beni di proprietà dell’Università di Montorio, i cui spazi di giurisdizione, seppur rivalutati dagli 206 ASCB, Protocolli notarili, piazza di Montorio nei Frentani, Notaio Giovannelli Francesco, 1732, ff. 1r-46r, «Notamento de’ fuochi, sottofuochi, famiglie ed esteri della terra di Montorio, Provincia di Contado di Molise, rimesso nella Regia Giunta formata per ordine della medesma ne’mesi marzo, aprile, maggio e parte di giugno dell’anno 1732». 207 ASCB, Protocolli notarili, piazza di Montorio nei Frentani, Notaio Giovannelli Francesco, 1727, f. 32v. 208 A tal proposito A. Spagnoletti, Il governo del feudo. Aspetti della giurisdizione baronale nelle università meridionali nel XVIII secolo, in «Società e Storia», 55, 1992, pp. 61-79; M. Benaiteau, Vassalli e cittadini, cit., pp. 194-213; A. Musi, Il feudalesimo nell‟Europa moderna, cit. p. 186-196; E. Stumpo, Economia e gestione del feudo nell‟Italia moderna, in «Memorie dell’Accademia Lunigianese di Scienze Giovanni Capellini», LXXVIII, 2008, p. 49-67. 84
investimenti, non sembra fossero particolarmente estesi. In due atti notarili del 1736, infatti, gli anziani cittadini così descrivevano i confini «de li territorij che vanno compresi col titolo di vignali» e quanto i contadini montoriesi fossero soliti versare alla feudataria in tempo di raccolto: […] gli territorij compresi sotto gli nomi, luoghi, e pertinenze di questa terra di Montorio, cioè Macchia Palomba, Padule di Lillo, o sia colle di Piano Surdo, Macchia de’ Galerni, Le Grotti, Cacchiata, e Vigna della Corte, mai siano andati compresi col titolo di vignali o siano ristretti dell’Università della suddetta terra di Montorio. Ma ben vero colla difesa grande dell’Università medesima, essendo stati tali luoghi sempre compassati da pubblici agrimensori ogni anno. E notate le persone che vi seminavano e la quantità dei seminati sul libro del compasso della suddetta difesa grande, ed indi dagli amministratori di detta Università, ne sia sempre stato dato la terza parte del territorio agl’illustri possessori pro tempore di detta terra. E che gli territorij che vanno compresi col titolo di vignali, o siano ristretti di essa Università, siano i seguenti. Incominciando da Santo Ianni, scende a Santa Maria della Preta, va al Lago di Marchionno, riferisce alli Cammulicchi, e richiude a Santo Ianni. E che di detti vignali, e delli territorij che si fossero seminati compresi in detto circolo, mai si fosse pagata terza parte di terratico all’illustri possessori di detta terra, ma per intiero esatto dell’Università e suoi amministratori. E tutto ciò han detto, e dicono saperlo, non meno per esser stati la maggior parte di essi rispettivamente Governi e Giudici dell’Università suddetta diverse volte, e di accodito agli agrimensori nella misura delle biade 209 . […] testificando ancora che in questa medesima terra di Montorio siasi sempre ed anticamente costumato, praticato, ed osservato, siccome presentemente anche si costuma e pratica, ed osserva, che ogni massaro di campo in ogn’anno, nel tempo della scogna, sia tenuto portare, e con effetto abbia sempre portato e porti, una carrata, o tragliata di paglia a beneficio dell’illustri possessori della stessa terra. E gli altri braccianti che non facessero massaria di campo nè tenessero boni, abbiano sempre pagato in ogni anno, nel tempo della raccolta delle biade, un carlino a fuoco, similmente a beneficio dell’illustri possessori dell’anzi detta terra 210 . Il piano di valorizzazione del feudo di Montorio aveva portato ottimi risultati, facendo lievitare consistentemente il capitale a disposizione della marchesa e dei suoi figli. Anzi, i proventi di tale politica furono talmente elevati che Sinforosa potè addirittura disporre un più che consistente lascito a favore del clero di Montorio. Il 9 giugno del 1732, infatti, ella convocò il notaio Giovannelli a Bonefro affinché questo rendesse ufficiale che il decano Linardo Mancini accettava 919 ducati e grana 32 dalla marchesa impegnandosi a far celebrare in 209 Ivi, 1736, f. 90v. 210 Ivi, 1736, f. 79r. 85
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essa signora marchesa, per suo vita
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L. Fabbri, Alleanza matrimoniale e
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C. Klapisch-Zuber, La famiglia e le
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S. Musella Guida, S. Scognamiglio C
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P. L. Rovito, Il Viceregno spagnolo
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P. Villani, Signoria rurale, feudal
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