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Dipartimento di - Università degli Studi del Molise

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<strong>del</strong>la donna, ossia il fratello <strong>del</strong> defunto marito, laddove ce ne fosse uno. Il 26<br />

settembre <strong>del</strong> 1721, infatti, Ludovico Ceva Grimal<strong>di</strong> fu nominato, dalla stessa<br />

Sinforosa, tutore dei figli <strong>di</strong> quest’ultima e <strong>del</strong> fratello defunto Giovan<br />

Francesco 146 .<br />

E’ lecito supporre che Ludovico Ceva Grimal<strong>di</strong> abbia affiancato la cognata<br />

nell’educazione e tutela dei ragazzi in modo molto defilato, forse perché la sua<br />

carriera da militare e la sua vita lo portavano continuamente altrove. Questo si<br />

spiega anche grazie allo strettissimo rapporto che si era creato tra Sinforosa e la<br />

figlia <strong>di</strong> Ludovico, Emanuela, che la Marchesa trattò sempre come uno dei<br />

propri affetti più gran<strong>di</strong>, quasi le fosse stata “affidata” anch’essa come i figli<br />

naturali. Nei confronti <strong>di</strong> Emanuela la marchesa provava, infatti, un sentimento<br />

profondo, leggibile in filigrana tra le righe dei co<strong>di</strong>cilli testamentari <strong>di</strong>sposti a<br />

beneficio <strong>del</strong>la ragazza, alla quale lasciò molti beni <strong>di</strong> lusso che testimoniano un<br />

debito <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Sinforosa per la costante e quoti<strong>di</strong>ana presenza <strong>del</strong>la<br />

giovane che le visse a fianco 147 .<br />

II.5 Ere<strong>di</strong>tare<br />

L’ingresso e la permanenza <strong>di</strong> Sinforosa nella casa coniugale non avevano<br />

allentato i legami tra la marchesa e la sua famiglia <strong>di</strong> origine. Del resto gli anni<br />

<strong>di</strong> matrimonio furono pochi e il ritorno <strong>del</strong>la giovane vedova nella casa paterna<br />

<strong>di</strong> Bonefro, dove scelse <strong>di</strong> risiedere stabilmente, avvenne in un lasso <strong>di</strong> tempo<br />

talmente breve che l’affettuosità e la frequenza dei rapporti con la <strong>di</strong>mora<br />

parentale d’origine non potevano certo essersi deteriorati. Forte era, dunque, il<br />

legame tra Luigi Mastrogiu<strong>di</strong>ce e la sua primogenita quando questi, non avendo<br />

avuto <strong>di</strong>scendenti maschi, firmò la refuta con cui nominava Sinforosa erede dei<br />

beni feudali <strong>del</strong> casato, annullando il fedecommesso istituito nel 1699.<br />

Il peso sociale che esercitò uno schema successorio lineare ed emarginante<br />

dei cadetti, come il fedecommesso, a partire dalla seconda metà <strong>del</strong> Cinquecento<br />

fu estremamente consistente 148 . Secondo Maria Antonietta Visceglia,<br />

146<br />

ASCB, Protocolli notarili, piazza <strong>di</strong> Pietractaella, Notaio Mucci Antonio, 1721, f. 72v.<br />

147<br />

Ivi, 1741, f. 43v.<br />

148<br />

M. Carnevale, Fedecommesso (<strong>di</strong>ritto interme<strong>di</strong>o), in Enciclope<strong>di</strong>a <strong>del</strong> <strong>di</strong>ritto. Giuffrè, 1966,<br />

vol. XVII. Sul fedecommesso e la sua applicazione nei regimi <strong>di</strong> successione aristocratica si<br />

veda anche M. Piccialuti, L‟immortalità dei beni. Fedecommessi e primogeniture a Roma nei<br />

59

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