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Dipartimento di - Università degli Studi del Molise

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I.2.d Macchia<br />

Il territorio <strong>di</strong> detta terra confina con li territori <strong>del</strong>la terra <strong>di</strong> Celenza,<br />

Gambatesa e Pre<strong>di</strong>catela, Monacilioni e Sant’ Elia. Principiano li confini<br />

suddetti dalla sboccatura <strong>del</strong> vallone milanese nel fiume Fortore e,<br />

sagliendo per detto vallone, si giunge al luogo detto lo Grattarone per<br />

<strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> miglia 1/3 in circa, per la quale <strong>di</strong>stanza vi confina il territorio <strong>di</strong><br />

Gambatesa.<br />

[…] Il territorio racchiuso dalli suddetti confini è tutto montagnoso<br />

benché atto alla coltura; vi sono molte vigne e molto territorio boscoso per<br />

uso dei pascoli e legna. Produce tutta sorti de vettovaglie, oglio, vino e<br />

frutti a sufficienza per l’uso dei citta<strong>di</strong>ni, e nel detto comprensorio <strong>del</strong>li<br />

suddetti confini vi è molto territorio demaniale per comodo <strong>del</strong>l’<strong>Università</strong>,<br />

acciò possono andare a pascolare li loro animali e legnare per loro servizio<br />

e seminare 44 .<br />

Con queste parole, nel 1726, il tavolario Giuseppe Galluccio descriveva il<br />

feudo <strong>di</strong> Macchia <strong>di</strong> cui era titolare, a quell’epoca, la marchesa Sinforosa<br />

Mastrogiu<strong>di</strong>ce.<br />

Il posse<strong>di</strong>mento aveva avuto vicende alterne fin dalle sue origini, risalenti al XII<br />

secolo quando nacque nei territori <strong>di</strong> cerniera tra la valle <strong>del</strong> Fortore molisano e<br />

la fascia <strong>del</strong>la Capitanata. L’inse<strong>di</strong>amento, da allora, si chiamò sempre e<br />

semplicemente Macchia ad in<strong>di</strong>care la vegetazione <strong>di</strong> fitta boscaglia che ne<br />

caratterizzava l’agro; l’aggiunta <strong>del</strong>la denominazione “Valfortore” risale al XIX<br />

secolo e venne utilizzata per <strong>di</strong>fferenziare il paese da altri due centri omonimi<br />

<strong>del</strong> <strong>Molise</strong>: Macchiagodena e Macchia d’Isernia.<br />

Il primo casato titolare <strong>del</strong> feudo, <strong>di</strong> cui si ha notizia dalle fonti, fu quello dei<br />

de Colle che lo detenevano nel 1443. Nel XVI secolo Macchia appartenne alla<br />

famiglia de Regina. Di tale lignaggio fuori Seggio in Napoli, ascritto all’or<strong>di</strong>ne<br />

<strong>di</strong> Malta dal 1664, ne furono titolari Gaspare e Giovannantonio. Nel 1618<br />

Macchia <strong>di</strong>venne feudo dei Gambacorta, nobile famiglia <strong>di</strong> origini tedesche,<br />

stabilitasi a Pisa nel secolo XII e signora <strong>del</strong>la città dal 1347 al 1406. I<br />

Gambacorta avevano vestito l’abito <strong>di</strong> Malta fin dal 1391, per poi venire nel<br />

Regno <strong>di</strong> Napoli al tempo <strong>degli</strong> Angioini. Al feudo <strong>di</strong> Macchia <strong>di</strong>edero cinque<br />

titolari: Andrea, Carlo, Pietro, Francesco e il famoso Gateano 45 . Questi,<br />

conosciuto più semplicemente come il Principe <strong>di</strong> Macchia, fu uno dei<br />

protagonisti <strong>del</strong>la congiura che scatenò una violenta sommossa in Napoli nel<br />

settembre <strong>del</strong> 1701 e che dal suo feudo prese il nome. Quando il tumulto fallì il<br />

44 ASNA, Commissione liquidatrice <strong>del</strong> debito pubblico, b. 727, ff. 24v-25r.<br />

45 L. Giustiniani, Dizionario geografico ragionato <strong>del</strong> Regno <strong>di</strong> Napoli, cit., vol. V, p. 322.<br />

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