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Dipartimento di - Università degli Studi del Molise

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<strong>di</strong>nnanzi al notaio Colombo compariva «l’eccellentissima signora Marchionissa<br />

<strong>di</strong> Pietracatella», per stipulare un contratto <strong>di</strong> riscossione <strong>di</strong> annuo censo con<br />

Carmine de Maulo, Giovanni Leonardo e Francesco Spedaliero <strong>di</strong> Montorio.<br />

Proprietari <strong>di</strong> una vigna <strong>di</strong> circa 17 quintali, i tre si impegnavano a pagare alla<br />

casa marchesale un censo annuo <strong>di</strong> 66 ducati che, si specificava nell’atto,<br />

sarebbero stati versati all’erario Cinzio Zappone, «manualiter, et de contii in<br />

moneta argentea coram nobis numerata» 178 .<br />

Il fatto <strong>di</strong> richiedere espressamente, me<strong>di</strong>ante una precisa puntualizzazione<br />

non frequente negli atti, che la somma venisse versata in denaro liquido è<br />

probabilmente in<strong>di</strong>cativo <strong>del</strong>la necessità <strong>di</strong> Sinforosa <strong>di</strong> ricevere denaro sonante<br />

a una scadenza puntuale. Il problema <strong>del</strong>la mancanza <strong>di</strong> denaro dei vassalli<br />

andava, nel Contado <strong>di</strong> <strong>Molise</strong> come altrove nel Regno <strong>di</strong> Napoli, oltre la banale<br />

osservazione che i conta<strong>di</strong>ni fossero in<strong>di</strong>genti. Si trattava, in generale, <strong>di</strong> una<br />

vera e propria scarsità <strong>di</strong> moneta circolante, che affliggeva i poveri come i<br />

ricchi, i quali spesso dovevano limitare gli investimenti e mostrarsi tolleranti per<br />

non rischiare <strong>di</strong> esasperare la popolazione rurale 179 . A riprova <strong>di</strong> ciò, il dato più<br />

evidente presente negli atti notarili analizzati, è il fatto che i pagamenti<br />

venivano frequentemente rateizzati o effettuati me<strong>di</strong>ante beni <strong>di</strong> consumo,<br />

segno che i vassalli avevano <strong>di</strong>fficoltà a rispettare le scadenze. Dal canto loro i<br />

feudatari continuarono sempre ad “inseguire” il pagamento <strong>di</strong> somme seppur<br />

minime, le quali a fine anno fruttavano comunque utili capitali. Nel caso <strong>di</strong><br />

Sinforosa questo è quanto avveniva nei feu<strong>di</strong> ere<strong>di</strong>tati dal padre, ma una simile<br />

situazione si ripeteva anche nei feu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Pietracatella, Gambatesa e Macchia.<br />

Qui, nell’affannosa esazione <strong>del</strong>le somme dovute alla marchesa, vi era la<br />

178 ASCB, Protocolli notarili, piazza <strong>di</strong> Bonefro, Notaio Colombo Andrea, 1716, f. 17r.<br />

179 M. Benaiteau, Vassalli e citta<strong>di</strong>ni, cit., p. 234. Per comparazioni in merito alla gestione<br />

feudale <strong>di</strong> famiglie nobili in epoca moderna si veda A. Cormio, Strutture feudali ed equilibri<br />

sociali in terra <strong>di</strong> Bari nei secc. XVIII e XIX, in P. Villani (a cura <strong>di</strong>), Economia e classi sociali<br />

nella Puglia moderna, Napoli, Guida, 1976, pp. 17-59; M. L. Storchi, La gestione <strong>del</strong><br />

patrimonio fon<strong>di</strong>ario <strong>di</strong> Marcantonio Doria, in Eboli, nel primo quarantennio <strong>del</strong> XIX secolo, in<br />

AA.VV., Stu<strong>di</strong> sulla società meri<strong>di</strong>onale, Napoli, Guida, 1978, pp. 127-164; E. Riveda, Il<br />

patrimonio fon<strong>di</strong>ario dei Trivulzio, principi <strong>di</strong> Mesocco tra la fine <strong>del</strong> Cinquecento e gli inizi <strong>del</strong><br />

Seicento, in «Società e Storia», 6, 1979, pp. 667-681; G. Pescosolido, Terra e nobiltà. I<br />

Borghese (secoli XVIII e XIX), Jouvence, Roma, 1979; M. Mirri (a cura <strong>di</strong>), Ricerche <strong>di</strong> Storia<br />

moderna, vol. II, Aziende e patrimoni <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> famiglie (secc. XV-XIX), Pisa, Pacini, 1979; J.<br />

C. Davis, Una famiglia italiana e la conservazione <strong>del</strong>la ricchezza. I Donà dal Cinquecento al<br />

Novecento, Jouvence, Roma, 1980; G. Ortu, Famiglia, patrimonio e azienda nella Sardegna<br />

moderna: i Cony <strong>di</strong> Masullas, in «Quaderni storici», 67, 1, 1981, pp. 99-145.<br />

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