Dipartimento di - Università degli Studi del Molise
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cento e <strong>di</strong>ece, che detta <strong>Università</strong> sia tenuta pagare, come detti magnifici<br />
<strong>del</strong> governo in detto nome promettono in ogni anno far pagare alla<br />
medesima signora marchesa e suoi seccessori dalla detta <strong>Università</strong> la soma<br />
sudetta <strong>di</strong> docati cento e <strong>di</strong>ece. Con patto che li fiscali debbano pagarsi […]<br />
e per la colta <strong>di</strong> San Pietro ed affìtto <strong>di</strong> zecca e portolania in fine <strong>di</strong><br />
qualsivoglia anno in pace rinunziato e ne hanno giurato in forma.<br />
Agli accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> aprile seguì, nel giugno <strong>del</strong> 1742, un atto ratificato nella città<br />
<strong>di</strong> Napoli dalla cancelleria <strong>del</strong>la Real Camera <strong>di</strong> Santa Chiara organo che a<br />
partire dal 1735, aveva ere<strong>di</strong>tato le funzioni che erano state <strong>del</strong> Consiglio<br />
Collaterale intervenuto a ratificare la convenzione stipulata nel 1667 tra<br />
Sinforosa Castelletti e l’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> Montorio. Nell’atto <strong>di</strong> giugno si attestava<br />
che l’<strong>Università</strong> aveva ricevuto il regio assenso, «interposto per la Regia<br />
Camera <strong>di</strong> Santa Chiara precedente decreto quod expe<strong>di</strong>t interposto per la Regia<br />
Camera <strong>del</strong>la Summaria inteso il regio fisco per convalidazione <strong>del</strong>la sua<br />
conciliazione circa la conventione insita tra detta <strong>Università</strong> con l’illustre Donna<br />
Sinforosa Mastrogiu<strong>di</strong>ce, utile padrona <strong>di</strong> detta terra per alcuni passi d’agranij<br />
dedotti nel S. R. C. ed accomodati amichevolmente tra le parti» 250 .<br />
L’accordo, si <strong>di</strong>ce nel decreto, fu siglato «perché incombe al superiore nel<br />
nome suddetto <strong>di</strong> mandarsi in esecutione tal pubblica conclusione, affinchè si<br />
tolgano da mezzo le liti, le quali apportino un continuo <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o a quel<br />
comune; ed acciochè si riacquisti la pace e la quiete in quel pubblico e si possa<br />
vivere in armonia con la detta utile lor padrona» 251 .<br />
III.3 La semiotica <strong>del</strong>le <strong>di</strong>more signorili nel feudo <strong>del</strong>la<br />
“Marchionissa”<br />
La vita personale <strong>del</strong>le famiglie aristocratiche era strettamente connessa alla<br />
loro <strong>di</strong>mensione abitativa. Unitamente alla ricchezza, infatti, il potere <strong>di</strong><br />
intervenire nella vita <strong>del</strong>la comunità garantiva al signore una posizione <strong>di</strong><br />
predominio nella società e faceva <strong>del</strong>la sua casa il centro propulsore <strong>del</strong>la<br />
cultura e <strong>del</strong>la politica locale. Questo non significava che il signore suscitasse<br />
sentimenti <strong>di</strong> stima o <strong>di</strong> devozione assoluta da parte <strong>di</strong> chi era soggetto ai suoi<br />
250 ASNA, Real Camera <strong>di</strong> Santa Chiara-Decretorum (serie III), b. 7, f. 73v.<br />
251 Ivi, f. 70 v.<br />
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