[84117] Supplemento n. 1 al Bollettino n. 17 del 23/04/2013
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<strong>Supplemento</strong> n. 1 <strong>al</strong> B.U. n. <strong>17</strong>/I-II <strong>del</strong> <strong>23</strong>/<strong>04</strong>/<strong>2013</strong> / Beiblatt Nr. 1 zum Amtsblatt vom <strong>23</strong>/<strong>04</strong>/<strong>2013</strong> Nr. <strong>17</strong>/I-II 46<br />
venne composta il 5 giugno <strong>17</strong>74 quando <strong>al</strong>l'Osteria <strong>del</strong> Leon d'oro di Lavis si ritrovarono<br />
le due parti e ci si accordava in questo modo: Grumes pagava a Grauno un indennizzo di<br />
tre zecchini d'oro a ciascuno dei danneggiati di Grauno, quindi il Magnifico Vicario<br />
sarebbe s<strong>al</strong>ito a la Lòt il 14 marzo <strong>17</strong>75 per piantare con i regolani i nuovi "termini".<br />
Questi furono definitivamente fissati in quella data accanto <strong>al</strong> "brènz de la Lòt".<br />
Teodolinda: la storia il mito e il torrente<br />
Paolo Diacono, scrittore di origine longobarda, descrisse nel libro "Historia<br />
Langobardorum" le vicende <strong>del</strong> popolo longobardo. Proprio in questo testo si trova cenno<br />
<strong>al</strong> matrimonio avvenuto fra la principessa baiuvara Teodolinda e il re longobardo Autari<br />
nel 589. I due nubendi si vennero rispettivamente incontro, l'una discendendo d<strong>al</strong>la<br />
Baviera verso sud, l'<strong>al</strong>tro venendo da Pavia fino a Verona e poi verso nord. Il luogo<br />
<strong>del</strong>l'incontro è definito da Paolo Diacono in una zona accanto <strong>al</strong> fiume Adige "in campum<br />
cognomento Sardis". Questo luogo da <strong>al</strong>cuni studiosi viene identificato in una prateria<br />
accanto a Chizzola sotto Rovereto, da <strong>al</strong>tri nel veronese. Alcuni storici invece legano il<br />
luogo <strong>del</strong>l'incontro più a nord, nell'attu<strong>al</strong>e zona di San Michele <strong>al</strong>l'Adige. Questa<br />
supposizione trae origine d<strong>al</strong> fatto che secondo <strong>al</strong>cuni il toponimo "Königsberg"<br />
(Monre<strong>al</strong>e o meglio "Monte <strong>del</strong> re"), che diede poi nome <strong>al</strong> castello accanto a San<br />
Michele e a tutta la giurisdizione comprendente la sponda destra <strong>del</strong>la V<strong>al</strong>le di Cembra e<br />
Grauno, sarebbe proprio legato <strong>al</strong> "re" Autari, anzi si dice che il nome antico fosse<br />
"Kónigs-ehe-berg" ossia "Monte <strong>del</strong>le nozze <strong>del</strong> re". Teodolinda, di origini baiuvare, fu<br />
molto legata <strong>al</strong> Trentino in quanto la duchessa di Trento Eufrasia era una <strong>del</strong>le sue più<br />
care sorelle. In Trentino la regina operò molto per la diffusione <strong>del</strong>la fede cattolica, in<br />
particolar modo nelle v<strong>al</strong>li. La sua religiosità è dimostrata anche d<strong>al</strong> suo prodigarsi nel<br />
favorire la venerazione di sante reliquie, come il Sacro Chiodo <strong>del</strong>la Croce di Cristo, fatto<br />
incastonare nella corona ferrea <strong>del</strong> re dei longobardi. Esiste a Grauno una breve quanto<br />
interessantissima e misteriosa citazione, la qu<strong>al</strong>e lega un'antichissima tradizione <strong>al</strong>la<br />
storia di Teodolinda. Nel <strong>17</strong>22 don Giovanni Cristofori "de i Marìzi", curato di Grauno,<br />
scrive <strong>al</strong>la Curia Vescovile riguardo <strong>al</strong>le usanze sacre dei fe<strong>del</strong>i graunesi. Verso metà<br />
<strong>del</strong>lo scritto riporta la seguente frase: "ma ancor più essi narran che questo villaggio fu<br />
custode de' primordi <strong>del</strong>la fede cristiana e raccontan che quivi transitaron i Sacri Chiodi<br />
di Nostro Signor Iesu Christo che una principessa teutonica qui portò nel viaggio in<br />
It<strong>al</strong>ia". La "principessa teutonica", ossia tedesca, parrebbe essere, secondo il legame<br />
con "i sacri chiodi", la regina longobarda Teodolinda. È dunque ipotizzabile che la sua<br />
vicenda, legata <strong>al</strong> passaggio in occasione <strong>del</strong>le nozze, sia divenuta mito a Grauno?<br />
Esiste un cenno simile per quanto riguarda la zona di Sover, prospiciente a Grauno, sulla<br />
storia di una principessa che avrebbe portato un grande tesoro nella zona <strong>del</strong> "Castelìr",<br />
dosso con insediamenti retici a picco sull’Avisio, di fronte <strong>al</strong>la zona <strong>del</strong> "Màs da 'l Vènt" di<br />
Grauno. Da tenere in conto è sicuramente l'importanza <strong>del</strong>la zona di passaggio di<br />
Grauno - Sover verso l'It<strong>al</strong>ia durante il periodo longobardo, in occasione speci<strong>al</strong>mente<br />
<strong>del</strong>le piene nella v<strong>al</strong>le <strong>del</strong>l'Adige, un punto strategico confermato d<strong>al</strong>la quasi certa<br />
presenza degli Arimanni a Grauno e Sover, e d<strong>al</strong> fatto che a Sover la cappella cristiana<br />
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