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[84117] Supplemento n. 1 al Bollettino n. 17 del 23/04/2013

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<strong>Supplemento</strong> n. 1 <strong>al</strong> B.U. n. <strong>17</strong>/I-II <strong>del</strong> <strong>23</strong>/<strong>04</strong>/<strong>2013</strong> / Beiblatt Nr. 1 zum Amtsblatt vom <strong>23</strong>/<strong>04</strong>/<strong>2013</strong> Nr. <strong>17</strong>/I-II 48<br />

"lavini" che causavano disagio nel passaggio dei viandanti. Per questo, per necessità di<br />

scambi o per necessità religiose, si preferiva raggiungere Caoria attraverso i Pràdi Larghi<br />

o Sover da La Rio. La strada imperi<strong>al</strong>e comunque passava tra Grauno e Grumes proprio<br />

accanto <strong>al</strong> Molino Cristofori e qui, nel 1815, era caduto un muro di sostegno. Grauno si<br />

rifiutò di sistemarlo definendo la spesa inutile in quanto si utilizzava poco la strada verso<br />

Grumes. Allora i grumesiani proposero di rinnovare loro il muro, però avrebbero poi<br />

voluto aver diritto sul terreno dove era ubicato, chiamato "<strong>al</strong> Làres". I due paesi rimasero<br />

fermi sulle loro posizioni finché Grumes si decise a ricostruire il muro e il tratto di strada.<br />

Fu così che il Governo austriaco, qu<strong>al</strong>e pagamento per il lavoro eseguito, trasferì a<br />

Grumes una porzione di territorio che in antico era di Grauno, ossia la zona fra<br />

V<strong>al</strong>dònega, il Rio <strong>del</strong> Molìn e V<strong>al</strong>piombàn.<br />

Il "Rio <strong>del</strong> Molin" essendo di notevole portata, serviva anche ad <strong>al</strong>imentare la vecchia<br />

segheria veneziana. Non vi è documentazione sul periodo nel qu<strong>al</strong>e venne costruita la<br />

prima segheria ad acqua, ma forse una prima costruzione fu sistemata già nel XVII<br />

secolo. Fu questo il periodo nel qu<strong>al</strong>e le comunità iniziarono a vendere parte <strong>del</strong><br />

legname già tagliato anziché in tronchi. Nel XIX secolo, quando tramontò il trasporto sul<br />

Torrente Avisio tramite le "menàde", l'utilizzo <strong>del</strong>le segherie aumentò, con l'aumentare<br />

<strong>del</strong> v<strong>al</strong>ore <strong>del</strong> legname già segato e pronto per il trasporto su carro. Il periodo di<br />

maggiore attività <strong>del</strong>la segheria era in primavera-estate.<br />

Sia il Mulino che la Segheria ebbero gravi danno nell'<strong>al</strong>luvione <strong>del</strong> 1882 e in quella <strong>del</strong><br />

1966.<br />

Il maso "<strong>al</strong> Tei": l'importanza di un luogo d'incontro<br />

In diversi documenti sia inerenti Grauno, sia inerenti Sover, in particolare la frazione di<br />

Piscine, si cita il "Pont de i Pianaci". Si tratta di una passerella, riattata anche<br />

stagion<strong>al</strong>mente, posta fra Tei, sotto Grauno e Pianaci sotto Piscine. I rapporti fra le due<br />

comunità sino <strong>al</strong> 1966 erano intensi, e i piscinesi avevano campi e vigne sulla sponda<br />

opposta, tuttora presenti nel catasto graunese. Questo passaggio fu fautore di legami<br />

matrimoni<strong>al</strong>i come dimostrato da diverse nozze celebrate e carte di dote stilate: nel solo<br />

periodo napoleonico (<strong>17</strong>96-1813) furono 12 i matrimoni fra persone di Piscine e di<br />

Grauno.<br />

Abete bianco ed erboristeria nella storia di Grauno<br />

Grauno è riportato su documenti e su articoli giorn<strong>al</strong>isti <strong>del</strong> XX secolo come "stazione<br />

climatica di prim'ordine". Di massima importanza l'abete bianco, le cui fronde venivano<br />

utilizzate per curare i m<strong>al</strong>ati di tisi, portati a soggiornare per <strong>al</strong>cune ore nelle abetine<br />

circostanti il paese.<br />

Grauno ebbe fin dai secoli passati un forte legame con l'erboristeria. Del XVIII secolo è<br />

Fra Antonio Todeschi, originario di Sover. Egli soggiornava in una piccola casetta nelle<br />

campagne soverine, con annesso un orto di erbe medicin<strong>al</strong>i e una cappellina. Nato nel<br />

<strong>17</strong>10, entrò nel <strong>17</strong>30 nel Monastero dei padri conventu<strong>al</strong>i di Trento. Nel <strong>17</strong>34 fu vestito<br />

<strong>del</strong>l'abito sacro e lo stesso anno gli fu concesso di ritirarsi nel "romitaggio de Sovero" che<br />

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