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[84117] Supplemento n. 1 al Bollettino n. 17 del 23/04/2013

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<strong>Supplemento</strong> n. 1 <strong>al</strong> B.U. n. <strong>17</strong>/I-II <strong>del</strong> <strong>23</strong>/<strong>04</strong>/<strong>2013</strong> / Beiblatt Nr. 1 zum Amtsblatt vom <strong>23</strong>/<strong>04</strong>/<strong>2013</strong> Nr. <strong>17</strong>/I-II 77<br />

destinazione originaria ed assunto la funzione turistico-ricreativa, qu<strong>al</strong>i pertinenze di<br />

baite ultimamente ristrutturate ed adibite ad abitazioni temporanee. Va comunque<br />

riconosciuta la significativa importanza di queste aree d<strong>al</strong> punto di vista ecologico e<br />

paesaggistico e quindi incentivata la loro conservazione: grossi larici su sottobosco di<br />

faggio e picea, in cui si riconosce ancora la precedente destinazione a pascolo arborato.<br />

L’assetto attu<strong>al</strong>e è il risultato di un profondo cambiamento socio-economico a cui ha fatto<br />

seguito il progressivo abbandono <strong>del</strong>le attività agricole tradizion<strong>al</strong>i e la conseguente<br />

chiusura di molti degli spazi aperti che caratterizzavano in particolare lo spartiacque fra<br />

V<strong>al</strong>le <strong>del</strong>l’Adige e V<strong>al</strong>le di Cembra, sia per la re<strong>al</strong>izzazione di impianti, sia per il norm<strong>al</strong>e<br />

processo di colonizzazione <strong>del</strong>le specie forest<strong>al</strong>i. Favoriti sono interventi di ripulitura e<br />

recupero di ex pascoli, fin<strong>al</strong>izzati <strong>al</strong>la v<strong>al</strong>orizzazione <strong>del</strong>la funzione turistico-paesaggistica<br />

ed <strong>al</strong>la conservazione di un importante elemento <strong>del</strong> paesaggio montano.<br />

Biocenosi degli improduttivi sono le superfici prive di vegetazione, qu<strong>al</strong>i ghiaioni,<br />

macereti, pareti rocciose, considerate prive di v<strong>al</strong>ore produttivo (in parte costituiti d<strong>al</strong>la<br />

discarica degli scarti di lavorazione <strong>del</strong>le cessate attività estrattive) che, in <strong>al</strong>cuni casi,<br />

sono in fase di gradu<strong>al</strong>e colonizzazione da parte <strong>del</strong>la vegetazione erbacea pioniera e<br />

<strong>del</strong>la rinnovazione natur<strong>al</strong>e (pino silvestre, rovere ed orniello nelle esposizioni sud, larice,<br />

betulla e rododendro in quelle nord).<br />

Da sottolineare in conclusione come, in accordo con la politica gestion<strong>al</strong>e volta <strong>al</strong><br />

recupero provigion<strong>al</strong>e, la ripresa prescritta si sia sempre attestata su v<strong>al</strong>ori nettamente<br />

inferiori <strong>al</strong>l’incremento legnoso (circa <strong>23</strong>.000 mc nell’arco di un decennio). Il prelievo<br />

indicato per il prossimo decennio, di poco superiore <strong>al</strong>la metà <strong>del</strong>l’incremento, consente<br />

di continuare l’azione di risparmio avviata da tempo. L’assestamento prevede tre classi<br />

economiche:<br />

Classe economica<br />

A: comprende formazioni attribuite prev<strong>al</strong>entemente <strong>al</strong>la pineta di pino silvestre ed <strong>al</strong><br />

lariceto di sostituzione con latifoglie termofile (rovere, castagno, carpino nero e orniello)<br />

diffusamente affermate sotto copertura ma attu<strong>al</strong>mente non in grado di costituire un<br />

popolamento autonomo. Nelle giaciture più fresche e fertili tende ad affermarsi il faggio.<br />

La struttura varia da coetanea, nelle formazioni secondarie di pino e larice e nei rovereti<br />

ex-cedui, a biplana nei casi di presenza di latifoglie affermate sottofustaia, fino a<br />

nettamente stratificata dove lo sviluppo <strong>del</strong>le latifoglie è stato favorito con tagli di<br />

sgombero. Gli improduttivi sono dovuti per lo più a macereti di origine antropica (detriti di<br />

cava).<br />

Ha 185 circa (31,06%)<br />

B: include la zona rivolta verso la V<strong>al</strong>le <strong>del</strong>l’Adige, in cui vegetano per lo più popolamenti<br />

attribuibili agli abieteti, stabilmente misti a picea, con tratti di faggeta e tiglieto nelle zone<br />

più acclivi; nelle zone cacumin<strong>al</strong>i pianeggianti sono presenti <strong>al</strong>cuni limitati impianti di<br />

picea. La fisionomia è spesso stratificata a causa <strong>del</strong>l’elevata acclività dei versanti e<br />

<strong>del</strong>l’inserimento diffuso in fustaia <strong>del</strong>le latifoglie; molti popolamenti, benché irregolari per<br />

distribuzione diametrica sono stati attribuiti <strong>al</strong>la serie coetanea; un caso particolare è<br />

rappresentato d<strong>al</strong>le perticaie di versante miste di tiglio, frassino, acero e faggio.<br />

Ha 150 circa (25,31%)<br />

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