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[84117] Supplemento n. 1 al Bollettino n. 17 del 23/04/2013

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<strong>Supplemento</strong> n. 1 <strong>al</strong> B.U. n. <strong>17</strong>/I-II <strong>del</strong> <strong>23</strong>/<strong>04</strong>/<strong>2013</strong> / Beiblatt Nr. 1 zum Amtsblatt vom <strong>23</strong>/<strong>04</strong>/<strong>2013</strong> Nr. <strong>17</strong>/I-II 91<br />

detritiche di una certa entità entro la copertura arborea a tratti risultano colonizzati da<br />

una vegetazione pioniera di latifoglie termofile.<br />

Gran parte dei suoli forest<strong>al</strong>i <strong>al</strong>le quote comprese tra i 1.000 ed i 1.600 metri s.l.m. rientra<br />

nei suoli bruni e suoli lisciviati, di buono spessore e freschezza; la profondità media è<br />

compresa tra 30 e 70 cm, ma non sono rare profondità maggiori soprattutto nei ripiani<br />

superiori <strong>del</strong>la Lot. Suoli a gley o torbosi sono limitati a piccole aree legate a zone umide<br />

e per lo più non rientrano nei suoli comun<strong>al</strong>i, interessando prev<strong>al</strong>entemente i boschi<br />

privati (Prati <strong>del</strong>la Lot). Nelle esposizioni a sud e <strong>al</strong>le quote medio-basse (sotto i 1.000 m)<br />

con difetto di umidità, a prev<strong>al</strong>enza di pino silvestre, si creano tutte le condizioni di<br />

podsolizzazione. In <strong>al</strong>cune zone l’estesa coetaneità <strong>del</strong>la picea e la predisposizione <strong>del</strong><br />

substrato geologico (ignimbriti) portano ad una eccessiva acidificazione <strong>del</strong> terreno ed<br />

<strong>al</strong>la presenza di un humus micogenico. Nelle zone rocciose ed a v<strong>al</strong>enza di protezione, il<br />

substrato si evolve verso forme a ranker.<br />

Formazioni forest<strong>al</strong>i di <strong>al</strong>ta v<strong>al</strong>enza produttiva occupano prev<strong>al</strong>entemente la fascia<br />

superiore a morfologia gener<strong>al</strong>mente dolce, più fertile e fresca, ma nel complesso la<br />

fertilità <strong>del</strong> terreno è buona: eventu<strong>al</strong>i fattori limitanti sono dati d<strong>al</strong>l'aridità e d<strong>al</strong>l'acclività<br />

elevata dei versanti (ma la fertilità sta aumentando ovunque grazie <strong>al</strong>la diffusione <strong>del</strong>le<br />

latifoglie).<br />

Il sistema idrografico è nel suo complesso assai poco sviluppato. Nel corso d'acqua<br />

<strong>del</strong>l'Avisio ricade tutto il versante in questione. L'unico rivo a portata costante, risulta il<br />

Rio dei Molini, che rimane <strong>al</strong>quanto incassato nella sua zona mediosuperiore. Tutto il<br />

versante risulta solcato da v<strong>al</strong>lecole later<strong>al</strong>i, le qu<strong>al</strong>i però presentano una portata<br />

occasion<strong>al</strong>e, solo in concomitanza di eventi straordinari. Tutto il versante che degrada<br />

verso Grauno non è certamente ricco di acqua. Si notano solo <strong>al</strong>cune piccole risorgive in<br />

loc<strong>al</strong>ità Fontanadao presso il Rifugio Forest<strong>al</strong>e, in loc<strong>al</strong>ità Predùc e nella zona <strong>del</strong>le<br />

Prese. Tutta la parte superiore risulta oggi priva di sorgenti, la cui scomparsa è<br />

attribuibile verosimilmente <strong>al</strong>la costruzione <strong>del</strong>la g<strong>al</strong>leria di collegamento per scopi<br />

idroelettrici tra la centr<strong>al</strong>e di S. Floriano ed il bacino di Stramentizzo.<br />

Da rilevare il modesto specchio lacustre, o meglio la zona umida, in loc<strong>al</strong>ità Laghestel di<br />

cui si propone il suo recupero. L'importanza <strong>del</strong>l'acqua è sempre stata fondament<strong>al</strong>e per<br />

l'economia di Grauno: per irrigare, come forza motrice per i mulini molti dei qu<strong>al</strong>i oggi<br />

sono in stato di abbandono, collocati lungo il Rio Molino.<br />

D<strong>al</strong> punto di vista climatico non varia la situazione vista precedentemente: le<br />

precipitazioni seguono un regime di tipo pre<strong>al</strong>pino, con massimi equinozi<strong>al</strong>i e minimi<br />

invern<strong>al</strong>i ed estivi. A 1.000 m di quota - zone abitate - le precipitazioni tot<strong>al</strong>i si aggirano<br />

attorno ai 1000 mm/anno e la temperatura media annua è intorno ai 9-10°C, il clima<br />

temperato umido con stagione fredda e limitati influssi mediterranei. Influenze che si<br />

notano anche <strong>al</strong>le quote maggiori, ove vi è l'influsso <strong>del</strong>le correnti c<strong>al</strong>de che ris<strong>al</strong>gono,<br />

d<strong>al</strong> versante opposto, attraverso la V<strong>al</strong>le <strong>del</strong>l'Adige e penetrano sull'<strong>al</strong>tipiano di Caoria<br />

sino <strong>al</strong>la linea di cresta che separa la V<strong>al</strong> di Cembra.<br />

Il notevole profilo <strong>al</strong>timetrico (dai 600 m <strong>del</strong> fondov<strong>al</strong>le sino ai 1.600 m s.l.m. dei rilievi<br />

superiori) fa sì che vi sia nel complesso una notevole varietà vegetazion<strong>al</strong>e, accentuata<br />

poi, oltre che dai caratteri stazion<strong>al</strong>i, anche dai passati interventi antropici. Sino <strong>al</strong>la<br />

quota di 1000 - 1200 m s.l.m. abbiamo il cingolo <strong>del</strong> Q.T.A. (Quercus - Tilia - Acer)<br />

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