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[84117] Supplemento n. 1 al Bollettino n. 17 del 23/04/2013

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<strong>Supplemento</strong> n. 1 <strong>al</strong> B.U. n. <strong>17</strong>/I-II <strong>del</strong> <strong>23</strong>/<strong>04</strong>/<strong>2013</strong> / Beiblatt Nr. 1 zum Amtsblatt vom <strong>23</strong>/<strong>04</strong>/<strong>2013</strong> Nr. <strong>17</strong>/I-II 60<br />

Il forte legame col mondo germanico: famiglie tedesche a Faver<br />

Anche a Faver fin d<strong>al</strong> '400, come in <strong>al</strong>tre zone <strong>del</strong>la v<strong>al</strong>le, ad esempio i Masi <strong>al</strong>ti di<br />

Grumes o Grauno, è documentata la presenza di famiglie tedesche legate a questi<br />

fenomeni migratori, favoriti dagli stessi giurisdicenti di Faver, ossia dai Conti <strong>del</strong> Tirolo. In<br />

<strong>al</strong>cuni incartamenti di Castel Enn <strong>del</strong> XVI secolo è nominato un certo "Jochel Sborz de<br />

Nova Teutonica nunc in Faver". Sborz è un cognome tipico tedesco che deriva d<strong>al</strong><br />

di<strong>al</strong>etto tirolese, nel qu<strong>al</strong>e il colore nero "schwarz" viene detto appunto "Sborz". In it<strong>al</strong>iano<br />

"Sborz" corrisponde a "Negri". Sborz Jochele, ossìa Giacomo, era dunque nativo di<br />

"Nova Teutonica" ovvero "Nova Ponente", paese collocato sugli <strong>al</strong>topiani <strong>del</strong> Regglberg<br />

fra Fiemme e Bolzano. Jochele si era poi spostato a Faver ma qui, parlando la sua antica<br />

lingua <strong>al</strong>to tedesca in un tessuto "latino" o meglio "it<strong>al</strong>iano", era indicato d<strong>al</strong>le <strong>al</strong>tre<br />

famiglie come "teutonico". Un'<strong>al</strong>tra famiglia di origine tedesca è documentata nel 1543 su<br />

un documento di compravendita quando "Paulo Paulazi" vende a "Leonart an Lait de<br />

Monte Aldeni" una casa abitazione con campo ed orto nel paese di Faver. "Leonart" in<br />

quell'epoca è nome frequentemente tedesco, mentre il cognome "an Lait" si rifà ad una<br />

famiglia tedesca il cui cognome significa "D<strong>al</strong>la Costa". Era originaria anch'essa <strong>del</strong><br />

Regglberg, precisamente di "Aldino" che a quel tempo veniva chiamato "Monte Aldeni". Il<br />

cognome divenne poi "Laiter". In seguito giunse a Faver anche la famiglia "Telch", pure<br />

essa con un cognome di origine tedesca che potrebbe derivare d<strong>al</strong> tedesco "Teich" e<br />

quindi essere traducibile con "D<strong>al</strong>pozzo", poi le famiglie di origine tedesca "Piffer" e<br />

"Holler". Insieme ad esse compare sui documenti anche la famiglia "Concherle" di<br />

etimologia tedesca ma di dubbia interpretazione. Queste famiglie stabilitesi a Faver, gli<br />

"Sbòrz", "i "Làiter", i "Tèlch", i "Còncherle", i "Piffer" e gli "Holler", intessero<br />

probabilmente rapporti con i vicini tedeschi dei Masi di Grumes: vivendo però a Faver, in<br />

un tessuto soci<strong>al</strong>e che per lingua e cultura era in larga parte "it<strong>al</strong>iano", e non avendo un<br />

proprio "maso" ma vivendo in un paese accentrato, le famiglie persero ben presto la<br />

lingua e cultura originaria. A fine '600 giunsero a Faver i "Cònstanz", artisti indoratori di<br />

origine tedesca che qui aprirono una loro bottega. Di tedesco tuttavia mantenevano<br />

solamente il cognome.<br />

Grumes<br />

Gli antichi masi tedescofoni<br />

Il territorio di Grumes fu sempre di lingua e cultura romanza sin da quando, nel VII<br />

secolo, queste zone vennero ad essere fascia di confine fra due diverse identità cultur<strong>al</strong>i:<br />

i longobardi a sud, e il popolo germanico dei "baiuvari" a nord, separati d<strong>al</strong>la linea di<br />

confine segnata d<strong>al</strong>la giogaia <strong>del</strong> Dossone di Cembra. All'influenza tedeschizzante<br />

esterna da settentrione si aggiunse più tardi, <strong>al</strong>l'incirca a partire d<strong>al</strong> XII secolo, la<br />

pressione dei Conti <strong>del</strong> Tirolo, i qu<strong>al</strong>i, a scapito <strong>del</strong> potere vescovile tridentino, erano<br />

riusciti a porre propri feudatari in varie giurisdizioni cembrane, ossia a Königsberg, che<br />

comprendeva quasi tutta la sponda destra cembrana, e, per un periodo, pure a Grumes<br />

e a Segonzano. Questi Signori, <strong>al</strong> fine di favorire la colonizzazione <strong>del</strong> territorio e quindi<br />

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