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[84117] Supplemento n. 1 al Bollettino n. 17 del 23/04/2013

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<strong>Supplemento</strong> n. 1 <strong>al</strong> B.U. n. <strong>17</strong>/I-II <strong>del</strong> <strong>23</strong>/<strong>04</strong>/<strong>2013</strong> / Beiblatt Nr. 1 zum Amtsblatt vom <strong>23</strong>/<strong>04</strong>/<strong>2013</strong> Nr. <strong>17</strong>/I-II 80<br />

Il territorio comun<strong>al</strong>e di FAVER, per quanto non vi sia incluso, confina a nord con il Parco<br />

Natur<strong>al</strong>e Monte Corno (provincia di Bolzano; 6.660 ettari nei Comuni di Anterivo, Egna,<br />

S<strong>al</strong>orno, Montagna e Trodena) coperto da foreste (90% cedui sub mediterranei, pinete di<br />

pino silvestre, boschi misti di abete e faggio, prati <strong>al</strong>berati a larice).<br />

Il territorio forest<strong>al</strong>e di Faver sfuma gradu<strong>al</strong>mente in quello di V<strong>al</strong>da, dove le proprietà<br />

private e collettive (A.S.U.C. di Toldi Pasqu<strong>al</strong>i) si affiancano nei territori sommit<strong>al</strong>i<br />

riproponendo situazioni an<strong>al</strong>oghe a quelle di Faver.<br />

La superficie assestata è di circa 326 ettari ed i suoi estremi <strong>al</strong>titudin<strong>al</strong>i variano da un<br />

minimo di 670 m s.l.m. nella parte inferiore <strong>del</strong> Rio dei Pezi ad un massimo di 1.400 m<br />

s.l.m. in prossimità <strong>del</strong>la sommità <strong>del</strong> Monte Nov<strong>al</strong>ine, con esposizione prev<strong>al</strong>ente a sud<br />

e sud-est, versanti ripidi, zone scoscese, accumuli di detriti (macereti) e suoli superfici<strong>al</strong>i;<br />

la pendenza si addolcisce nella parte centr<strong>al</strong>e che s<strong>al</strong>e verso il Monte Nov<strong>al</strong>ine. La<br />

provvigione per i boschi di abete rosso, larice e pino silvestre con latifoglie minori è di<br />

<strong>23</strong>9mc/ha e di 229mc/ha nei boschi misti di abete rosso, abete bianco, pino silvestre,<br />

larice, faggio e <strong>al</strong>tre latifoglie minori. Geologicamente il territorio presenta una notevole<br />

uniformità, essendo la roccia costituita da porfidi quarziferi a pasta essenzi<strong>al</strong>mente<br />

ortoclasica. Ne traggono origine terreni nel complesso fertili dove la pendenza è<br />

modesta, ma più spesso superfici<strong>al</strong>i ed asciutti, in particolare nella zona sopra il centro<br />

abitato, esposta a sud, con modesto strato di humus indecomposto, che presenta suoli<br />

degradati nel passato d<strong>al</strong>la raccolta eccessiva di strame e d<strong>al</strong> pascolo. Numerosi gli<br />

impluvi che hanno però portata stagion<strong>al</strong>e.<br />

La zona rientra nella fascia dei climi di tipo di transizione tra la fascia pre<strong>al</strong>pina e quella<br />

interna e continent<strong>al</strong>e (distretto fitogeografico mes<strong>al</strong>pico ad impronta nettamente<br />

xerotermica a sud e più fresco nelle esposizioni est di impluvio). Sia sul territorio di Faver<br />

che in quello di V<strong>al</strong>da i venti arrecano spesso danni anche notevoli <strong>al</strong> soprassuolo<br />

boschivo, soprattutto nella parte est <strong>del</strong>la proprietà.<br />

A grandi linee, in base <strong>al</strong>la classificazione <strong>del</strong> Pavari, le superfici in esame si inseriscono<br />

nelle zone fitoclimatiche <strong>del</strong> Castanetum e <strong>del</strong> Fagetum, mentre secondo Schmid la zona<br />

rientra nei cingoli Quercus-Tilia-Acer e Fagus-Abies come abbiamo visto anche per i<br />

boschi di Faver.<br />

Per quanto riguarda le tipologie forest<strong>al</strong>i, in funzione <strong>del</strong>le loc<strong>al</strong>i variazioni dei fattori<br />

stazion<strong>al</strong>i si nota un quadro variamente mosaicato determinato d<strong>al</strong>l’influenza <strong>del</strong>le<br />

pesanti utilizzazioni passate (tra la fine degli anni cinquanta e l’inizio degli anni sessanta)<br />

con tagli a raso su ampie superfici, ed impianti di larice o abete rosso, pino silvestre che<br />

hanno depresso il faggio e la rovere a vantaggio <strong>del</strong>le conifere spesso in parzi<strong>al</strong>e<br />

distonia ecologica; le espressioni tipiche sono assai rare.<br />

Risulta così che la fascia collinare è dominata da formazioni di latifoglie (rovereti e<br />

faggete di ambiente xerico), in più o meno lenta successione <strong>al</strong>le pinete di pino silvestre<br />

che, anche a causa dei trattamenti passati, rivestono in questa fascia un ruolo importante<br />

(pineta sostitutiva e pineta di pino silvestre silicicola tipica). A prescindere da queste,<br />

l’intera superficie è quasi interamente occupata da popolamenti coetanei di pino silvestre<br />

e larice (pinete secondarie e lariceti sostitutivi), insediatisi su estesi tagli a raso effettuati<br />

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