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[84117] Supplemento n. 1 al Bollettino n. 17 del 23/04/2013

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<strong>Supplemento</strong> n. 1 <strong>al</strong> B.U. n. <strong>17</strong>/I-II <strong>del</strong> <strong>23</strong>/<strong>04</strong>/<strong>2013</strong> / Beiblatt Nr. 1 zum Amtsblatt vom <strong>23</strong>/<strong>04</strong>/<strong>2013</strong> Nr. <strong>17</strong>/I-II 76<br />

cui, accanto <strong>al</strong>le conifere eliofile, vegetano, favoriti anche d<strong>al</strong>l’esposizione<br />

prev<strong>al</strong>entemente sud, castagno, carpino nero, orniello e rovere.<br />

La larga diffusione di pino silvestre e larice non qu<strong>al</strong>ifica <strong>al</strong>cun distretto fitoclimatico ma<br />

semplicemente riflette le passate forme di uso <strong>del</strong> suolo (pascolo in bosco) e la<br />

particolare ricorrenza di eventi c<strong>al</strong>amitosi ad esse legati, come gli incendi boschivi.<br />

Anche la loc<strong>al</strong>e netta prev<strong>al</strong>enza <strong>del</strong>l’abete rosso, nella zona di spartiacque princip<strong>al</strong>e,<br />

essendo il frutto di impianti artifici<strong>al</strong>i, non definisce il cingolo <strong>del</strong>la Picea, tipico di<br />

loc<strong>al</strong>izzazioni meso-end<strong>al</strong>piche.<br />

La rapida <strong>al</strong>ternanza di situazioni di impluvio e dors<strong>al</strong>e, di giaciture scoscese e<br />

semipianeggianti, determina una notevole complessità vegetazion<strong>al</strong>e; è pertanto<br />

frequente incontrare zone di pineta primitiva affiancate a faggete o abieteti determinando<br />

un mosaico di popolamenti. Ci troviamo in zone meso-es<strong>al</strong>piche tendenzi<strong>al</strong>mente xeriche<br />

su substrato silicatico; la formazione vegetazion<strong>al</strong>e più diffusa sulle dors<strong>al</strong>i asciutte e<br />

soleggiate, è la pineta di pino silvestre silicicola tipica, con ampi tratti puri di pino silvestre<br />

(Pinus sylvestris L.), ed un sottotipo in cui si evidenzia una diffusa mescolanza con<br />

specie relativamente più esigenti come l’abete rosso (Picea abies L.) ed il larice (Larix<br />

decidua Mill.) ed una netta tendenza evolutiva verso formazioni più stabili ad elevata<br />

partecipazione <strong>del</strong> faggio (Fagus sylvatica L.). Diffusamente presente nel piano dominato<br />

ma che nelle stazioni a fertilità migliore riesce ad elevarsi in fustaia; lo strato arbustivo, è<br />

molto denso e composto da rovere, roverella, castagno, betulla, s<strong>al</strong>icone, pioppo<br />

tremolo, carpino nero e orniello, nocciolo, maggiociondolo ginepro comune. La<br />

vegetazione <strong>del</strong> sottobosco maggiormente rappresentata è caratterizzata da un tappeto<br />

continuo di erica, con loc<strong>al</strong>izzazioni a ginepro, mirtilli e felce aquilina come vedremo<br />

anche per i boschi di V<strong>al</strong>da.<br />

In corrispondenza di loc<strong>al</strong>izzati affioramenti rocciosi su esposizione meridion<strong>al</strong>e, su<br />

terreno assai superfici<strong>al</strong>e, percorso da incendi, si esprimono vari tratti di pineta di pino<br />

silvestre silicicola tipica, con <strong>al</strong>beri bassi e contorti su sottobosco di latifoglie cespugliose<br />

e tappeto di ericacee.<br />

Scendendo <strong>al</strong> di sotto dei 900-1.000 m s.l.m., sempre su esposizioni sud, la pineta<br />

assume un carattere decisamente macrotermo, con ampio corteggio di latifoglie termofile<br />

e netto arretramento <strong>del</strong> faggio; sui versanti ripidi e detritici che caratterizzano il settore<br />

est, le latifoglie termofile prendono il sopravvento sul pino definendo tratti di rovereto<br />

articolati in una variante mesofila con faggio e tiglio ed una xerofila a mirtilli e luzule.<br />

Spostandosi sulle esposizioni più fresche e in particolare nella conca <strong>del</strong> Ponciach, nella<br />

zona cacumin<strong>al</strong>e e in corrispondenza degli <strong>al</strong>ti versanti rivolti verso S<strong>al</strong>orno si assiste<br />

<strong>al</strong>la progressiva affermazione <strong>del</strong> faggio a scapito <strong>del</strong>le resinose ed in particolare <strong>del</strong><br />

pino silvestre.<br />

Un ulteriore grado di evoluzione si rileva nelle esposizioni nord est e nord ovest, con la<br />

presenza di tratti di faggeta silicicola tipica, in cui, a fronte <strong>del</strong>la minore partecipazione<br />

<strong>del</strong> pino silvestre, si riscontra la comparsa <strong>del</strong>l’abete bianco, l’acero montano e il tiglio. In<br />

<strong>al</strong>cune loc<strong>al</strong>izzazioni sono presenti tratti di lariceto favorito probabilmente per l’estrazione<br />

<strong>del</strong>la resina e tratti di pecceta secondaria da impianto.<br />

La zona cacumin<strong>al</strong>e è caratterizzata da un gran numero di piccoli appezzamenti a pratopascolo<br />

di proprietà privata; queste zone hanno tuttavia quasi completamente perso la<br />

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