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SteveGraziani_Troppi Clienti per un Negro - descrittiva

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“Non chiamarmi Steve Graziani.”Engai, il viaggiatore e Mukasa il gatto curioso s’erano portati a distanza disicurezza. Miagolavano.“ Dimmi tutto e ti chiamo l’ambulanza.”“ Steve... erano ordini... è stato...Mi salvò Nzambi il coraggioso soffiando aggressivo verso la porta d’entrata.Mi nascosi dietro il comò mentre il ferito lanciava <strong>un</strong>'occhiata dis<strong>per</strong>ata sopra la suatesta prima di sussultare colpito dallo sparo che proveniva dallo spiraglio dellaporta. Sparai anch'io, ma era inutile.Feci appena a tempo a vuotare il caricatore verso la porta che sentii <strong>un</strong>a macchinaripartire.Dovevo esser impazzito mentre mi alzavo e mi slanciavo all’inseguimento,com<strong>un</strong>que inciampai sul primo morto e caddi. Quando mi rialzai e apriicautamente la porta, fuori non c'era più ness<strong>un</strong>o.Arrivai all'angolo e mi nascosi, figura assurda, pistola scarica alla mano, oscuritàche avvolgeva quello che era stato <strong>un</strong> normale palazzetto di <strong>per</strong>iferia.Il traffico sulla via Tuscolana era scarso, solo qualche rara automobile a tuttavelocità nella notte.I marciapiedi erano deserti.Rimasi lì <strong>per</strong> cinque minuti a guardare ci fosse qualcosa di diverso. Poi, tornai versocasa. Sul marciapiede di fronte <strong>un</strong>’ombra si mosse attirando la mia attenzione.Qualc<strong>un</strong>o, sempre sul marciapiede di fronte si raschiò in gola e vomitò, dopo di chesi alzò faticosamente e si trasformò in Kamal il lavavetri che abitava con tredicicompagni in <strong>un</strong>a cantina dietro casa mia. Lo raggi<strong>un</strong>si.Si appoggiò al muro, si trascinò fuori del portone dove s’era rifugiato poi, avendoripreso l'equilibrio, si avvicinò barcollando al bordo del marciapiede. Mi avvicinai.Il lavavetri tremava. Mi spinse <strong>un</strong> dito nel petto. “ Steve... hai la merda nel cervello?Un mucchio di merda. Che cosa ci fai vicino a casa tua?”“ Perché non dovrei essere qui?”“ Non lo hai ancora saputo? Steve, a che cosa ti servono le orecchie?”“ A sentire quello che mi dici.”“ Steve, tutto il mondo ti cerca <strong>per</strong> ammazzarti.”“ Chi te l'ha detto, Kamal?”“ Lo sa tutta Roma. Sei segnato teschio e tibie, e se non scappi sei morto.”“ Da dove vengono le voci?”“ L'ho sentito alla moschea. Hai dato troppi guai a tutti e tutti cercheranno dibeccarti, Steve.”“ Credevo di avere <strong>un</strong>a specie di salvacondotto! E tu <strong>per</strong>ché no, Kamal?”“ Steve, non scherzare. Sono molti quelli che non ne vogliono sa<strong>per</strong>e di prenderselacon te, ma ce ne sono moltissimi che tu o <strong>un</strong> altro è la stessa cosa.”“ Che devo fare? ““ Meglio che tu non vai da ness<strong>un</strong>a parte dove ti conoscono. E attento agli alberghie ai motel.”“ Bene, fratello. Grazie e sparisci prima che se la prendano anche con te.”Kamal si guardò attorno e si passò la lingua sulle labbra. “Steve cerca di stare in

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