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SteveGraziani_Troppi Clienti per un Negro - descrittiva

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attenta alla z, che invece noi pron<strong>un</strong>ciamo come la s di rosa, <strong>per</strong> esempio, zumzet,che vuol dire ronzio. Sento <strong>un</strong>o zumzet nelle orecchie, ora. Orecchio si dice ureche.“Come mai ti senti <strong>un</strong> rumore nell’ureche?”“Ho qualche dolore di pancia, non mi sento bene. Mǎ simt rǎu, mi sento male, si dice.Ah, se nelle parole vedi <strong>un</strong>a i finale, nella pron<strong>un</strong>cia quasi non si sente, si mangia,guarda, se trovi scritto “vecmi”, vicini, devi leggere vecm.Pricepi? Capisci?”“Pricep”, capisci?”“Bene, non avessi questi doloretti sarei proprio contenta e stasera preparerei…ma nonmi sento. L'accento non si scrive, ma nelle parole lo metterai come gli italianispontaneamente bene anche sulle parole romene che non conosci: médic medico,cheora mi farebbe piacere avere vicino, pediàtru pediatra, jurnàl giornale. Attenta che cisono anche le eccezioni: cupòlà di S.Pietro, diciamo noi, non cupola. Ma è poca robae ti capiscono lo stesso.Fai solo <strong>un</strong> po' ridere.”“Sei diventata tutta bianca, in faccia. Ma ti senti male davvero?”Camelia scosse la testa. “Questo è Dio che mi p<strong>un</strong>isce <strong>per</strong> come ti tratto.”“Perché non mi sprigioni?”“Perché non ti libero, non ti scarcero, si dice, in italiano sprigionare lo fa solo ilprofumo, parfum, l’odore, miros, quando arrivano al naso, nas, dopo che apriqualcosa, qualcosa si dice ceva.”La ragazza si toccò la pancia preoccupata.“Con la vita che ho fatto ho sempre paura di ammalarmi, specialmente <strong>per</strong> l’epatiteche si prende coi rapporti sessuali.”“E anche…”“Da noi si chiama SIDA, l’AIDS. Anche quello certo, ho paura di non essere ancorafuori <strong>per</strong>icolo anche se gli esami fino ad oggi vanno bene, non ho preso niente.”“ Non ti preoccupare!Ormai!”“Chiamami Silverio, appena arriva. Vai a vedere se la macchina arriva, sulla porta!”Kebruysfa la vide torcersi sul materasso e corse alla porta.Fuori non c’era ness<strong>un</strong>o. Si voltò verso Camelia, stesa sul letto a pancia sotto.Il paesaggio era deserto. Poteva arrivare con lo sguardo fino all’inizio della stradasterrata, ci avrebbe messo pochi minuti, di corsa.“Non si vede ancora! Ma di solito a quest’ora arriva.”“Sto male! Mǎ simt rǎu… <strong>un</strong> medic![1]“Sta tranquilla adesso Silverio arriva.”Kebruysfa accostò la porta e cominciò a correre.“ Kebruysfa! Unde e cel mai apropiat p<strong>un</strong>ct de prim-ajutor?”[2]Scusa, tu non lo saidove sta l’ospedale.Arriva Silverio?”Kebruysfa tornò indietro, respirò profondamente e rientrò nella stanza. “Non ce la faiad aspettarlo? Ti do qualcosa <strong>per</strong> il dolore?”“Il 113, se non arriva chiama il 113.”“Ma che gli dico, non so mica dove siamo! E poi Silverio si arrabbia se chiamiqualc<strong>un</strong>o.”“Aiutami, voglio venire a vedere se arriva!”Kebruysfa l’aiutò ad alzarsi. Barcollò con le mani sulla pancia.“Una volta mi sono sentita male così, ed era appendicite. Un’o<strong>per</strong>azione ma facile

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