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SteveGraziani_Troppi Clienti per un Negro - descrittiva

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Lesse prima la parte che avevo sottolineato ed evidenziato d'azzurro, pessima idea,avrei dovuto darle solo la fotocopia...poi rilesse tutta la poesia. La rilesse ancora,lentamente, mentre sia l'altoparlante che Vastaso la chiamavano..“Come siete sentimentali e romantici tutti e tre. Vi sento. Come si può non amarvi”Sono fatta così, anche se sono <strong>un</strong>a spia. Anche se sparo alle <strong>per</strong>sone. Ma non hai dadarmi <strong>un</strong>o dei tanti baci <strong>per</strong> l'escort?”Non esitai nemmeno. La strinsi a me e la baciai. Aveva in bocca il solito saporedella Ricola all'arancia. Un bacio lento, in crescendo. Un bacio l<strong>un</strong>go, dolcissimo,tenero e dis<strong>per</strong>ato. Dischiuse presto la bocca ed io le chiesi d'entrare nella chiostradei denti.Sparirono tutti attorno a me. Gli altri non mi preoccupavano, non c'erano, c'era sololei; avevo <strong>per</strong>sino dimenticato d'essere com'ero, negro!Mi dava leggeri morsi coi denti aguzzi sulla lingua che si muoveva in delirio e lievimorsi sulle labbra. Aprii i miei occhi, aveva gli occhi chiusi, era bellissima.Mi baciò come mai ness<strong>un</strong>a mi aveva baciato e ness<strong>un</strong>a, assassina o no, mi avrebbemai più baciato..Poi si staccò, guardò Vastaso che l'aspettava in coda alla fila quasi esaurita esospirò, riprese la roba che aveva lasciato cadere in terra e appoggiò <strong>un</strong> attimo lafronte sulla mia spalla con tenerezza.La scena era finita, me n'ero accorto, ma glielo dissi come mi dovesse qualcosa <strong>per</strong>quell'addio, come se tra me e lei feroce com'era rimanesse <strong>un</strong> rapporto.Glielo dissi, la destinazione di Quito mi ci aveva fatto pensare!“Snowden e Assange. Aiutali!Non fargli del male!” gridai mentre passava nell'arcodi controllo elettronico.. Rise e mi fece <strong>un</strong> segno incomprensibile con la mano.Poi si allontanò in fretta.La scena non era ancora finita. Mentre me ne andavo mi pregarono di passare da<strong>un</strong>a parte, poi mi misero le manette.Mi ero dimenticato d'esser etiope, come aspetto ma tutti avevano visto bene il bacioappassionato con <strong>un</strong>a donna bianca.Un po' forse avevamo esagerato, davanti a tutti, ma erano circostanze veramenteeccezionali.Fu il razzismo, l'odio e la gelosia interetnica che confortò la generale repulsione <strong>per</strong>ill sesso esibito che mi fece arrestare.Avevo le carte a posto ma <strong>un</strong> po' di biglietti da 500 euro, che non potevo benspiegare.. Furon quelli a <strong>per</strong>dermi.Il primo pugno mi arrivò direttamente in <strong>un</strong> occhio.Dopo <strong>un</strong> po' m'avevano fatto a pezzi. Molto peggio che nel mio ufficio, all'inizio diquesto libro. Anche i vestiti s'erano stracciati <strong>per</strong> come mi tiravano su.Potevo morire in tanti modi preann<strong>un</strong>ciati, piombo, tumori e trombo... ed ora micapitava questo?Potevo morire anche così. Barontini era morto in <strong>un</strong> incidente automobilistico.Sapevano come non farmi svenire. Qualc<strong>un</strong>o doveva aver fatto parte di contingentidi pace all'estero.Pensai alla tragedia di Cucchi. Per me il Pertini era stato <strong>un</strong>'oasi di buonasanità, conBarone Adesi e Anna ; m'era sembrato molto italiano condannare solo quei medici.

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