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SteveGraziani_Troppi Clienti per un Negro - descrittiva

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Capitolo 45A dive into the voidIl reparto del pronto soccorso era piccolo, illuminato da tubi di luce al neon.Le panche di legno erano scomode, le pareti sporche, <strong>un</strong> continuo via vai di medicie infermiere agitava il pronto soccorso.Kebruysfa aspettava fuori della porta di vetro con sopra scritto “camera o<strong>per</strong>atoria.”Silverio sembrava frastornato e aspettava anche lui. Percorreva la piccola stanzaavanti e indietro borbottando tra sé. L’avevano subito portata ad o<strong>per</strong>are.Kebruysfa lo guardava agitarsi consapevole dell’assurdità della situazione.Anche lui, improvvisamente la guardò. “Senti”le si avvicinò <strong>un</strong> momento tra <strong>un</strong> giroe l’altro della stanza “Qui è andato tutto male. Chiudiamo almeno la tua faccenda.Ogn<strong>un</strong>o <strong>per</strong> conto suo. Se l’o<strong>per</strong>azione a Camelia va bene potrei provare a scappare,prima che la polizia ci trovi. Tu vattene, aspetta solo <strong>un</strong> po’ di tempo prima di fartitrovare.”“Trovare?”intervenn entrando nella stanza. “Mi sa che la ragazza l’abbiamo trovata,non sei Kebruysfa? La mamma è stata in pena.”Silverio mi guardò stral<strong>un</strong>ato. “Come avete fatto...”In quel momento <strong>un</strong>’infermiera entrò nella stanza con <strong>un</strong> sorriso stampato sullafaccia. “E’ andato tutto bene, in questi casi se la cavano sempre, se si prende intempo siete stati fort<strong>un</strong>ati...”Preso due volte alla sprovvista Silverio guardava me l’infermiera, il suo ostaggio.Gli avevo fatto vedere<strong>un</strong> bozzo minaccioso nella tasca della giacca.Kebruysfa mi si avvicinò e mii strinse la mano. “Grazie di essere venuto. Non hovisto chi mi ha preso. Loro non c’entrano. Mi hanno raccolto <strong>per</strong> strada quandosono fuggita, ma siamo venuti prima all’ospedale, <strong>per</strong>ché era troppo urgente, laragazza poteva morire.”Aveva parlato tutto insieme, di corsa, guardandomi incerta.Silverio la guardava come se non capisse bene cosa stava succedendo. “Camelia sela cava.”mormorò come istupidito.Avevo bisogno di tempo <strong>per</strong> pensarci. “Vuoi sa<strong>per</strong>e come abbiamo fatto?Iltelefonino. Vi ha tradito la telefonata a questo ospedale. A Roma abbiamo <strong>un</strong>amico...<strong>un</strong> amico ai telefoni.” guardavo la ragazzina che aveva lo stesso colore dellamia pelle “Non solo lei di appendicite, anche voi potevate morire”dissi guardandolonegli occhi “I vostri amici hanno mandato <strong>un</strong>a squadra di assassine a fare piazzapulita e, quello che è strano è che il riscatto non è stato ancora pagato.”“Non è possibile che abbiano mandato gente ad ucciderla.”“Non credo ad uccidere solo lei...anche voi, altrimenti la cosa non avrebbe senso.”Kebruysfa si mise tra me e Silverio. “Ma è vero!Perché parli come se non micredessi?Mi hanno raccolto <strong>per</strong> strada quando sono fuggita dai miei rapitori, chenon ho mai visto in faccia, ma prima siamo venuti qui all’ospedale, <strong>per</strong>ché Cameliaera grave e poteva morire.”“E’ vero?”

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