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SteveGraziani_Troppi Clienti per un Negro - descrittiva

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andare a scuola come fossimo italiani.Mi hanno fatto l’accoglienza e cioè hanno parlato con mamma e la signora Simonae mi hanno chiesto le cose in italiano ed ho capito quasi tutto.La professoressadice che l’Etiopia la faremo tutti insieme, che è <strong>un</strong> paese importante e <strong>per</strong> fort<strong>un</strong>asiamo tutti cristiani uguali.Sono contenta di non essere muslin, anche se la professoressa poi ha detto cheera uguale. Ma la religione, almeno è <strong>un</strong>a materia che la so. E se in geografiafacciamo l’Etiopia e con i conti me la cavo, sarei a posto.Anche Ci è andata a scuola ma ha trovato <strong>un</strong> professore antipatico e sta peggio dime che i professori mi trattano tutti bene, anche se gli altri bambini non lo so, che<strong>per</strong> adesso ci guardiamo con cautela, io e loro.La professoressa di educazione fisica mi ha misurato a palmi le gambe e mi hadetto che potrei fare salto in alto o correre ma a me piace il gioco del calcio evedrò <strong>un</strong> po’ se riesco a farmi prendere come attaccante o come trequartista.Abbiamo parlato tutti e abbiamo raccontato ogn<strong>un</strong>o <strong>un</strong>a favola ed io ho sceltoquella della servetta sporca di cenere ma la conoscevano tutti. L’inizio delracconto invece ha fatto effetto, <strong>per</strong>ché tutti cominciavano con “C’era <strong>un</strong>a volta”mentre la mia mamma quando mi faceva addormentare e mi diceva storiecominciava con “Né qui, né altrove”, davvero e la professoressa mi ha fatto <strong>un</strong>acarezza, come se parlassi della mia vita di extracom<strong>un</strong>itaria, che non mi sento aposto qui e nemmeno altrove, ma era proprio l’inizio delle nostre favole e non cipotevo fare niente.Un’altra cosa strana degli italiani è che tutti credono che venga da <strong>un</strong>a campagna,o da <strong>un</strong> villaggio, ma io sono nata in <strong>un</strong>a città che sarà più piccola di Roma ma è lacapitale anche lei e c’erano strade e case e palazzi e scuole.Mi piace molto come cucinano alla mensa della scuola e, ancora di più che se nehai voglia puoi mangiare tutto il pane che vuoi e chiedere <strong>un</strong> altro giro o dellaminestra, o della pasta o del secondo. Ma non lo farò spesso, <strong>per</strong>ché non è buonaeducazione e poi gli altri fanno fatica a mangiare la loro parte che spesso vasprecata.-Mi piace molto il prosciutto, quello crudo, non quello cotto che è sciapo.Ho detto che so scrivere al computer ma anche quasi tutti gli altri sono capaci esolo pochi conoscono solo i videogiochi.In palestra abbiamo fatto <strong>un</strong> po’ di giochi e di sport. Mi piace l’ora di educazionefisica ma non tanto quando si parla della storia, che non ci capisco niente.Ci è tornata con <strong>un</strong> occhio pesto <strong>per</strong>ché c’è <strong>un</strong> certo Massimo che dà botte e se laprende con le bambine.Lei si trova <strong>un</strong> po’ male <strong>per</strong>ché sa <strong>un</strong> sacco di cose e mentre i professori spieganolei già lo sa ma <strong>per</strong> fort<strong>un</strong>a ha trovato <strong>un</strong> modo di passare il tempo, si legge i librie va avanti.Mamma mi ha chiesto di andarci da sola a scuola, <strong>per</strong>ché lei non ha tempo diportarmi e non è vicina alla casa del Generale, così partiamo la mattina tutte edue, poi lei sale <strong>un</strong> autobus e io vado a scuola.Prima dritto, poi giro <strong>per</strong> il viale fino alla fermata della Metro “Furio Camillo”, poiprendo <strong>per</strong> la via Appia Nuova e arrivo fino alla libreria Tuttilibri e attraverso lastrada. Dall’altra parte c’è il cancello di Villa Lazzaroni e la devo attraversaretutta, che è come <strong>un</strong> bosco con l’erba <strong>un</strong> po’ spellacchiata ma molti alberibellissimi, e alc<strong>un</strong>i non li avevo mai visti. Quando arrivo dall’altra parte della villadevo solo fare altri dieci minuti di strada e sono alla Repubblica Romana, che è lamia scuola, <strong>un</strong>a scuola nuova e mica male ad andarci.

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