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SteveGraziani_Troppi Clienti per un Negro - descrittiva

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Mi guardò complice. “Per esempio, senti acqua che scroscia? Io no, lui dice che quisotto scorre il Sangone, ma è normale che si senta poco, diverso sarebbe <strong>per</strong> il corsodel Sangonetto che precipita in cascatelle fragorose nella valle dell'Infritto.”“ E quei monti laggiù?”“ Noi qui ci veniamo tutte le estati e lui si divertiva sempre a farmi imparare queinomi improbabili. Monte Luzera, monte Uja, con la i l<strong>un</strong>ga, la costa del Pagliaio,che sarebbero quegli scalacci a gradoni che scoprono le rocce stratificate e poiMonte Bocciarda e il Br<strong>un</strong>ello, la roccia Vré e il cugno dell'Alpet...”“Appenninet vorrai dire.” la corressi divertito. “Sono citazioni da <strong>un</strong> altroscrittore.”.Scoppiò a ridere“Volevo ben dire!” mi regalò <strong>un</strong> sorriso “Lo conosci bene Carlo!”Conoscevo bene suo marito, anzi 'Suo Marito' ,che Aracri ci aveva costretto astudiare dicendo che era l'o<strong>per</strong>a di <strong>un</strong> premio Nobel italiano che parlava di <strong>un</strong>ascrittrice premio Nobel.“Ora dobbiamo prendere <strong>per</strong> Bibbiena, <strong>per</strong>ché Badìa Prataglia è nella zona di Poppiche sta più avanti da questa parte.”Mi piaceva, era simpatica e mi faceva pensare alle donne, non a Ol'ga.Al bivio <strong>per</strong> Poppi prese la strada che andava verso Soci.“C'è tanto <strong>per</strong> Badìa Pradaglia?”chiesi.“Badìa Prataglia, siamo vicini, l'ho conosciuta durante <strong>un</strong> campo scuola. Sono ioche l'ho convinto a venire, dopo la sclerosi, c'è <strong>un</strong> ambiente che dir meraviglioso èdir poco! Era troppo lontano andare nel Süd-Tirol sulla Plose, come avrebbe volutolui! Ormai guido solo io! Gli dico: Ti sei fatto troppo vecchio, ma è la sclerosi el'interferone che prende ogni settimana che gli impediscono di guidare!”Ci aveva ambientato <strong>un</strong> libro scritto col figlio Filippo nel Süd-Tirol. E la signoraRosa in 'Gratta e Fiuta' era <strong>un</strong>'altra epifania di Vaida. La guardai con la codadell'occhio, niente rughe e bei denti.Rimasi in silenzio mentre ci avvicinavamo al Bosco Verde. Quando entrammo nellospiazzo davanti l'albergo parcheggiò accanto ad <strong>un</strong>a Porsche. “E' la macchina diAdamino,” mi ann<strong>un</strong>ciò e scese quasi d'<strong>un</strong> balzo dalla ToyotaSi avvicinò <strong>un</strong>a ragazza con <strong>un</strong>a cassetta tra le braccia.. “Ginni, mio marito è su incamera? Dobbiamo fare il trasferimento a quella col balcone?”La ragazza era snella e svelta, fece cenno d'avvicinarsi ad <strong>un</strong>'altra più giovane chesembrava <strong>un</strong> suo clone. “E' andato con la signora e Adamino a Canvecchio aprendere il formaggio. S'è raccomandato, mentre lo aiutavo a cambiar camera che ledicessi di far vedere al... vostro ospite, l'Arboreto.”“S'è fatto aiutare <strong>per</strong> il trasloco?”“Portava <strong>un</strong>a borsa <strong>per</strong> volta, con quel bastone...non gliel'ho nemmeno chiesto,assieme a Fiorentina gli abbiamo portato tutti i bagagli che erano rimasti nellavecchia stanza.”“Carla Ginni e Carla Fiorentina, madre e figlia, factotum del Bosco Verde, come sidice factotum al plurale?”me le presentò.”“Graziani Steve,” recitai “ sono <strong>un</strong>a specie di investigatore privato, cittadino italiano,compagno di liceo di Cané e presto <strong>per</strong>sonaggio dei suoi giallacci.”Non capirono bene ma erano state preavvertite <strong>per</strong>ché mi chiamarono 'signor Steve'.

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