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SteveGraziani_Troppi Clienti per un Negro - descrittiva

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dio, alzò il volume dell’autoradio.” Come si è comportato?“ Bene. Che poteva fare? E’ <strong>un</strong> duro ma anche <strong>un</strong> dilettante.” mi toccò con la cannae rise “ Sei <strong>un</strong>o stupido, Steve. Ti dovevi nascondere meglio.”“ Avevo <strong>un</strong> lavoro da fare.”“ Sapevo che da qualche parte saresti scappato fuori. Buona l’idea di telefonaresolo dalla Stazione. Ma il nostro amico Mikis ci ha pensato.”Sapevo finalmente come si chiamava l'automedonte che, chi poteva <strong>per</strong>metterselo,pretendeva <strong>per</strong> i propri crimini. Toto chiacchierava rilassato.“ Stai facendo come nei film? Passeggiata solo andata e così via?”Rise. “Ti aggiorni coi film mi hanno detto. Bravo. Mi fa piacere che la prendi così.”si rivolse a Mikis “ Mi seccano quelli che implorano.”Mi toccò di nuovo con la pistola. “Sai, Steve? Ti ammazzo veloce. Senza tantestorie.”Che dovevo dire? “ Grazie.”Non era quella la morte che avrei voluto, mi sarebbe piaciuto che la mia morteavesse <strong>un</strong> senso, anche se la morte non ce l'ha mai; con tutto ciò mi sarebbe piaciutomorire in <strong>un</strong>a manifestazione contro i centri di detenzione, contro i respingimenti,<strong>per</strong> la miseria, la fame, la disoccupazione...morire <strong>per</strong> mano di <strong>un</strong>odell'antisommossa! Una cosa che avesse minimamente senso storico. E <strong>per</strong>finomorire di cancro o di trombosi venosa mi sembrava più carino che morire in <strong>un</strong>amacchina <strong>per</strong> mano di Toto.Mi appoggiai indietro sullo schienale, osservando l’autista che, passato S. Giovanni,stava dirigendo verso la tangenziale Est. Il traffico era intenso.Toto mi guardò di nuovo e sorrise ancora, p<strong>un</strong>tando sempre la pistola ma sempremolto tranquillamente. Caro Carlo, pensai anche, distintamente, che stavano <strong>per</strong>finire le mie paure. Che se volevi <strong>un</strong> bel finale te lo dovevi inventare da te, midispiaceva di non averti ancora detto bene di Michelangelo e della signorina Yue.Questa <strong>per</strong>ò era <strong>un</strong>a morte come <strong>un</strong>’altra, in fondo. Tanti miei gatti mi avevanopreceduto. Come nell’antichità quando li mettevano nei sepolcri.Se ci fosse stata <strong>un</strong>a precedente rimonta <strong>per</strong> uscire da quella situazione. Invece nonpotevo farci niente, almeno con l’altra minaccia avevo provato con la chemio.Chiudo gli occhi e mi preparo all’ultimo viaggio. L'avevo già previsto che, in caso,avrei fatto così.Pensai a te, Carlo, avrei voluto dirti di non farmi morire così nel tuo libro. Nel tuofinale pensai che potevi far arrivare, come la cavalleria, il mio killer <strong>per</strong>sonale,Kennedy, poteva essere lui la rimonta. Credimi, mi guardai intorno s<strong>per</strong>ando cheapparisse. Ma la rimonta con lui c'era stata a ben vedere.Mi aveva insegnato lui a come uscire da situazioni così. . Mai senza provarci <strong>per</strong>l’ultima volta. Una morte come <strong>un</strong>’altra, in fondo. Guardai la pistola e calcolai ledistanze Sospirai profondamente e mi appoggiai ancora più dietro sul sedile, comerassegnato. Potevo provare <strong>un</strong> miglioramento. Tentare di prendergli la pistola ecostringerlo a spararmi. Il vantaggio era che avrei saputo quando s<strong>per</strong>imentare ilmovimento salvifico.Erano mesi che ero rassegnato, mi restava solo di morire felice, di morire in azione.Ero rilassato quando provai ad eseguire. Provai a disarmarlo con la destra mossi la

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