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SteveGraziani_Troppi Clienti per un Negro - descrittiva

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Un doloretto stupido che mentre pensavo ad altro era cresciuto ed ora micostringeva a rallentare. Come il nevrotico dolore alla gamba di Filippo Argenti ne'Luomo di vetro'.Cominciai a prendere autobus e metropolitane, a scendere all’ultimo secondo ed asalire all’improvviso. Avrebbe potuto essere solo <strong>un</strong>o strappo muscolare. Solo chenon passava. Dopo tre ore non ero sicuro di aver fatto <strong>per</strong>dere le mie tracce ma erostanco,il borsone pesava e mi faceva male la gamba. Mi diressi senza altri distrattoriverso la meta, la pensione Stanton, a Termini, che era <strong>un</strong> cimiciaio ma non facevanodomande.L’ansia ti fa preoccupare di tutto e le scale fino al primo piano mi parveroimpossibili.Ottenni la stufa, il fornelletto e <strong>un</strong> televisore, poi mi richiusi in <strong>un</strong>a camera dacinema neorealista, distrutto dalle contrarietà e dall'assenza del mio letto..Questo fatto di non poter nemmeno correre all’occorrenza, di non poter nemmenosdraiarmi con piacere, mi rodeva dentro.Cominciai quel giorno a passare utilmente da <strong>un</strong>’ansia all’altra. Fu <strong>un</strong> girno pieno dichiacchiere inutili, ma senza ness<strong>un</strong>o cui parlare stavo peggio.

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