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SteveGraziani_Troppi Clienti per un Negro - descrittiva

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adesso tutti i controlli.”“Quando c'è la salute!”si dice così.“Davvero ti dico, son stata sempre attenta e... sicura. Per questo sto bene.”erainsinuante ora “ Guarda, queste sono le analisi...”Aveva davvero le analisi, come <strong>per</strong> incanto le erano comparse in mano. Olga Havelnon aveva quella malattia. Io avevo forse quell'altra.Tra malati...Feci frusciare le carte vicino al suo seno. Non aveva l'Aids. Mi guardava in <strong>un</strong> certomodo..non fosse stata <strong>un</strong>'escort, avrei detto 'sbarazzino' forse era più giusto'malizioso'.“Mi sono protetta. La vita viene prima di ogni cosa...”“Parole sante… anzi se don Gennaro potesse sa<strong>per</strong>e chi è che…cerca di togliermi dimezzo. Mi piacerebbe anche sa<strong>per</strong>e <strong>per</strong>ché…se sono morto non posso mica lavorare<strong>per</strong> lui…”ecco l'avevo buttata lì.Si avvicinò a mi baciò sulla bocca, prima dolcemente, poi forte, appassionata.Aveva in bocca il sapore della Ricola all'arancia.Si era preservata <strong>per</strong> me? Don Gennaro doveva essere <strong>un</strong> po' voyeur.Mi piacevasulla sua bocca il sapore della Ricola all'arancia.“Ti è piaciuto questo bacio?”chiese ad uso e consumo del microfono.Non sapevo se mi era piaciuto, non sapevo più dove avessi messo i preservativi, erodepresso, coi fatti miei che non andavamo, i morti, la chemio, in primo luogo e ilporter che sporgeva da sotto la pelle sopra la mammella destra.Pensavo solo che quella situazione mi scombussoluva e mi rompeva le scatole. Econtinuava a piovere.“Senti…sei bellissima, stupenda, sana, non credo di aver mai visto <strong>un</strong>a donna comete, sei troppo <strong>per</strong> me ma in questo momento…”Parve spaventata che potessi sfilarmi dalla situazione. Questione d'onore,immagino.Mi baciò ancora, con <strong>un</strong>a certa dis<strong>per</strong>azione passionale.Nonostante tutto il mio sesso rispondeva ai comandi del corpo. E' sempre cos',aveva meno problemi lui!“Vado <strong>un</strong> attimo in bagno” mi avvertì a voce troppo alta, indicando con <strong>un</strong>astrizzata d’occhi il microfono sotto la maglietta.Già, doveva toglierlo se ufficialmente passavamo a vie di fatto.Potevamo anche non farne niente quando ness<strong>un</strong>o ci avrebbe sentito.Mi attestai a malincuore su quel programma. In ogni caso trovai i preservativi.Erano scaduti da pochi mesi, dovevo ricomprarli, così <strong>per</strong> non rassegnarmi del tutto.Ma era inutile cercare di non rassegnarsi.Decisi di scriverti <strong>un</strong>a bella scena hard, qual<strong>un</strong>que cosa fosse successo..Ma nonsarebbero serviti. Fuori pioveva ancora ma il temporale era ormai lontano.Quando tornò s’era solo tolta la maglietta e i fili elettrici, aveva in mano <strong>un</strong>preservativo , di quelli buoni e mi si buttò addosso come se mi amasse teneramente.Feci <strong>un</strong> onesto tentativo.“Adesso possiamo anche solo far finta, Ol'ga,” le sussurrainell'orecchio “ diamolo <strong>per</strong> fatto!”Lei mi guardò <strong>per</strong> vedere se scherzavo.“Io sono molto precisa e quando mi danno<strong>un</strong> incarico , faccio tutto quello che devo fare.”

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