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SteveGraziani_Troppi Clienti per un Negro - descrittiva

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avevo detto, non ero ancora abbastanza dis<strong>per</strong>ato. Inesatte, a dir poco. Potevoapplicare <strong>un</strong>o dei proverbi africani che tanto mi piaceva citare. Il cane conosce ilsuo padrone, non sa chi è il padrone del padrone.Ci rimuginavo mentre andavo all’Università.Potrebbero esistere avvocati corretti, che fanno onore alla professione ed al genereumano, avvocati che non siano pronti a fregarti ed a mettersi dalla parte del piùforte, a spillarti fino all’ultimo soldo <strong>per</strong> roba senza s<strong>per</strong>anza, <strong>per</strong>sone competentiche mettono la loro intelligenza al servizio della giustizia. S<strong>per</strong>o proprio cheesistano da qualche parte ma nella mia breve vita non li ho incontrati. Mi avrebberotolto il lavoro e il pane di bocca.Perfino l’ufficio di quel mascalzone dell’avvocato della mala mi pareva piùaccogliente della saletta del day hospital.“Non sono ossessionato dal pensiero della fine, da piccolo non avevo neanche pauradel buio”stava dicendo <strong>un</strong> fratello magro come <strong>un</strong> chiodo.“Finché ci siamo non c’è, quando c’è non ci siamo più” ridacchiò <strong>un</strong> vecchio cheguardava la televisione dove cucinavano “E’ l’attesa che mi secca,”Lasciai in trance che collegassero il porter con l’ago ad <strong>un</strong>cino e mi buttai sullapoltrona che preferivo.Non potevo chiudere gli occhi, <strong>un</strong> altro fratello parlava a bassa voce, rivolto a me edal vicino che aveva la pelle olivastra.“Sarebbe bene, se proprio si devono chiudere gli occhi, fare almeno i ciechi e isordi sempre e non a comando. Quanti sono morti in Siria? Centomila?E in Libia? Enel Mali?”Pelle Olivastra intervenne. “E in Irak? E a Kabul?Pensiamo solo alle guerred’Africa, gente scura di pelle che muore lontano da ogni clamore.” mi guardò <strong>per</strong> ilfatto della pelle “ Sono complici e colpevoli assieme ai loro regimi. Guardate nonriesco a trovare nemmeno <strong>un</strong>o straccio di articolo che mi dica chi si batte <strong>per</strong>cosa…”“Siamo tutti complici.”Un fratello radical chic e inchiodato alla boccia che gocciava non potevo evitare lesue chiacchiere.Mi mancava proprio chi mi ricordasse le guerre di pace di cui ero complice, in quelmomento!“Secondo me è collegato tutto alla rimozione della morte, ormai si cerca di farsparire subito il cadavere, di non coltivare i lutti, i riti, tutte quelle forme culturalicomplesse ed evolute che fanno vivere la morte e in qualche modo te la fannoassimilare.”Bel posto quella saletta <strong>per</strong> affrontare quel tema, capivo <strong>per</strong>ché parlava a bassavoce, almeno la bella signorina coi capelli l<strong>un</strong>ghi non sentiva. Era bella la sorella,sembrava sanissima. Sulla poltrona scomoda, davanti a me, il vecchio che guardavala televisione si inserì nella discussione con la citazione di Tacito sulla pace.Epicuro, Tacito, compagnia colta se non allegra.“Inglesi e americani seguono <strong>un</strong>'altra strada, secondo me qualcosa di simile alpensiero magico, anche se credono di esser pragmatici, si rimettono alla scienza,alla tecnologia <strong>per</strong> l'elaborazione del dolore e della morte. Il male e le malattie

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