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SteveGraziani_Troppi Clienti per un Negro - descrittiva

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“Fammi capire. Se trovo che è la testa della Cinesina i conti ti tornano?”“No, <strong>un</strong> fatto non può tornare come torna <strong>un</strong> conto.”Mi piace citare Dürrenmatt “tel’ho detto, falle tutte le analisi che conosci e che è possibile fare, compresa quellastrana degli osteoni.”“Quella! Ha <strong>un</strong> margine d’errore molto alto.”“Lo so. Voglio il servizio completo, conoscere qualcosa di più di pochi elementisecondari, fa come se interessasse ai Servizi. DNA, denti e tutte le diavolerie chepuoi fare o far fare, non esclusa la ricostruzione del viso come a Gorky Park.”L'avevo letta pure nel 'L'innocenza del serpente' se hai presente.La Signorina Yue aveva pagato con l’anello rubato ed aveva diritto ad <strong>un</strong> serviziospeciale anche se io l’anello me l’ero <strong>per</strong>so. L’immagine vergognosa delle suel<strong>un</strong>ghe gambe scomposte in mezzo al sangue di quell’androne continuava atormentarmi.“Tutte cose che ne basta <strong>un</strong>a <strong>per</strong> risolvere…”“Questo è <strong>un</strong> caso speciale. E poi come faccio a dirti qual è?”S'era convinto.“Non posso fare tutto qui …devo andare all’Eur…Roba da UAV”Pron<strong>un</strong>ciava “Uav” in modo comico. Sapevo che c’era qualche extracom<strong>un</strong>itariomalpagato tra i medici, i biologi e i chimici che lavoravano come tecnici <strong>per</strong> lapolizia, all’Unità di analisi del crimine violento, com<strong>un</strong>emente conosciuta comesquadra antimostro. Sapevo anche che Alì era molto bravo e più di <strong>un</strong>a volta liaveva aiutati, lo avevo chiamato anche <strong>per</strong> questo, era il mio Ris privato..“Fammi sa<strong>per</strong>e se è necessario arrivare ai carabinieri, ho <strong>un</strong> altro aggancio.”La concorrenza f<strong>un</strong>ziona sempre tra polizia e carabinieri, anche nelle indaginico<strong>per</strong>te.“La ricostruzione del viso di cui parlano nel giallo che dici la possono fare soloall’Università, quelli di Antropologia e Archeologia. Non conosco ness<strong>un</strong>o.”“Lasciala <strong>per</strong> ultima, quella magìa, vediamo prima il resto. Ma se serve me laprocuri.”Non volle il caffè, non volle niente, neanche entrare nel locale. Mi strinse la mano<strong>un</strong> po’ preoccupato e se ne tornò al lavoro con il frigorifero.Non vado mai al cimitero ma ero lì e quella mi parve <strong>un</strong>a buona occasione. Miprocurai la roba necessaria e andai a pulire la monumentale tomba degli Steve,dove, piccolo, aggi<strong>un</strong>tivo, c’era pure il francobollo di lapide di <strong>un</strong>a negra.Ero l’<strong>un</strong>ico negro di Roma con prenotato <strong>un</strong> sepolcro privato con spaziosa cappellaannessa. Non c’erano stati nuovi arrivi, mamma era l’ultima e c'era ancora tantospazio.Mamma si confondeva bene cogli Steve, era <strong>un</strong>a bellissima bionda. Anchenella foto era bella, si capiva come papà avesse <strong>per</strong>so la testa <strong>per</strong> lei. Con tutta lamadre negra.Lavorai <strong>un</strong> po’ di stracci bagnati e spazzai intorno con la scopetta nascosta degliSteve.Pregare no, ma <strong>un</strong>’occhiata pensierosa ai nomi ed alle foto gliela diedi.Mamma non si tingeva i capelli ed era <strong>un</strong>a bellissima bionda italiana, di quelle <strong>un</strong>po' nordiche. Dei B>ardi, si chiamava.“Aspettami a l<strong>un</strong>go, ma’.”La foto porcellanata capì lo scherzo. La nonna negrissima, da <strong>un</strong>a parte, continuava

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