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SteveGraziani_Troppi Clienti per un Negro - descrittiva

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“Non vengo <strong>per</strong> i rifornimenti ai ristoranti, Dolce Madre…”“Una faccenda incresciosa. Non è colpa mia se i regolamenti qui cambianocontinuamente e ogni anno la <strong>per</strong>centuale consentita dalla legge diminuisce sempredi più! I nostri produttori sono tanto lontani e non riescono a star dietro alla vostraprecisione scombinata.”“Importazione e vendita di cibi non conformi alla sicurezza alimentare.”“Noi la mangiamo da secoli questa roba, Graziani, non fa male…ma non tiinteressa, vero?”Uno che pareva il suo guardaspalle si era avvicinato silenzioso e si era messo allemie spalle. La Dolce Madre gli parlò brevemente e lui si avviò verso la porta.“Ho detto a Zhao di lasciarmi sola con la mia potenza alleata,” ridacchiò “dimmi,ora, <strong>per</strong>ché sei qui. Non mi parli mai di te!”Da giovane potevo parlare di me stesso <strong>per</strong> numerose ore,se c'era <strong>un</strong> ascoltatore capace di sopportarlo. Ormai parlavo poco e solo agli amici.Osservai Zhao che richiudeva la porta, <strong>un</strong> po’ sollevato da quella familiarità dellavecchia “Volevo parlare col signor Yue, dargli le mie condoglianze <strong>per</strong> la mortedella figlia.”“Stai indagando su chi le ha tagliato la testa, protettore dei poveri?”Anche lei ora mi sfotteva.“Vorrei capire <strong>per</strong>ché le hanno tagliato la testa,è <strong>un</strong>a cosache mi fa pensare… magari si tratta di <strong>un</strong> vostro rituale’”Scosse la testa disgustata.“I cinesi non sono come voi li rappresentate nei libri gialli.La mia impresa import-export ha sede a Shanghai, al quarantaduesimo piano di <strong>un</strong>grattacielo dei più piccoli. Che ti importa di chi l’ha uccisa? Lascia che me neoccupi io.”Scossi la testa“Era mia cliente, non è <strong>un</strong>a buona pubblicità che muoia senza che mene occupi. E poi, <strong>un</strong>’ascia non può tagliare il suo manico…”Quando le ritorcevo qualche detto cinese la stupivo sempre. Quel proverbio poi era<strong>un</strong>’im<strong>per</strong>tinenza calcolata. Mi mossi sulla gamba dolorante.“E come pensi di indagare tra la mia gente senza sa<strong>per</strong>e <strong>un</strong>a sola parola della lorolingua?”“Se è stato qualc<strong>un</strong>o della tua gente ci penserai tu. Non è affare che possa risolvere.Ma può darsi che siano stati tagliatori di teste europei o africani.”Annuì. “Sei scappato di casa?”Girano le voci su di me.“Aria cattiva dalle mie parti, mi sono nascosto.”“E anche così continui a fare il tuo lavoro?”“Compatibilmente.” mi resi conto che la parola non l’aveva capita “Faccio comeposso, cerco di rimanere in vita, ma devo anche finire il mio lavoro.”“Ti occupi ancora della signorina Yue?”“Sì. Quando non mi occupo di continuare a vivere.”“La nostra vita non ci appartiene. Il Cielo e la Terra ce la danno solo in deposito edobbiamo custodirla. Hai trovato qualcosa?”“Devo trovare dei riscontri <strong>per</strong>…Devo procurarmi qualcosa della morta e del tuoluogotenente suo padre, capelli, sangue, liquidi seminali…Devo, posso controllare ilDNA.”“Vattene Graziani, mi innervosisci con le tue indagini.”

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