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SteveGraziani_Troppi Clienti per un Negro - descrittiva

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pace è <strong>un</strong>a pausa tra <strong>un</strong>a guerra e l’altra. Respingi quindi il pacifismo chenasconde <strong>un</strong>a rin<strong>un</strong>cia alla lotta. Solo la guerra porta al massimo ditensione tutte le energie umane e imprime <strong>un</strong> sigillo di nobiltà ai popoliche hanno la virtù di affrontarla. Tutte le altre prove sono dei sostituti, chenon pongono mai l'uomo di fronte a se stesso, nell'alternativa della vita edella morte. Un comportamento, come il tuo, che non tiene conto di questoè estraneo allo spirito dell’Olimpo. Possono esser accettate solo se utili indeterminate situazioni , le alleanze stabili tra i popoli, che, tra l’altro, neminano l’identità e si dis<strong>per</strong>dono al vento quando elementi passionali,ideali e pratici muovono a tempesta il cuore delle genti. Questo vale anchenella vita degli individui, dove è necessaria l'educazione al coraggio, alcombattimento, l'accettazione dei rischi che esso comporta!***L’Inno alla gioia l’aveva scritto il poeta Friedrich von Schiller, e si sposameravigliosamente con la musica di Beethoven, che è <strong>un</strong>a musicagioiosa. Quella che ci vuole, che hai detto vuoi <strong>per</strong> la dea-madre! Devitrovare vestiti bianchi, tutti uguali <strong>per</strong> il coro, che sia in evidenza, diversoda chi suona con la voce! “)(“Ci penserò”)(“Dalle parole del coro viene anche <strong>un</strong> grandioso messaggio di pace e difratellanza, <strong>per</strong>ché l’ode “An die Freude (Alla Gioia)” è <strong>un</strong>a lirica nellaquale la gioia è intesa non come semplice spensieratezza e allegria, macome risultato a cui gli uomini gi<strong>un</strong>gono quando si liberano dal male,dall’odio e dalla cattiveria.E’ <strong>un</strong>a esortazione alla fraterna amicizia, <strong>per</strong>questo è diventato l’Inno della mia patria, l’Europa!”)***'C’era da pensare e avevo tutto il tempo <strong>per</strong> farlo. Da quelle valutazioni econsiderazioni nacque la mia inadattabilità alla guerra, quel pacifismocosì totale che ti ha sempre disturbato. Accettare tutto o rifiutare tutto,della guerra, quella era la conclusione cui ero gi<strong>un</strong>ta durante il tuo viaggioverso il Lazio. E non potevo accettare la logica del presidente, diMachiavelli, di tutti loro... mi disgustava averlo fatto, avrei volutocancellare la guerra e le sue logiche di violenza e sopraffazione dalla miavita. Le motivazioni filosofiche, politiche e morali ormai le sai, suppongo,fanno parte se non di te, della tua cultura, te ne ho parlato fino alla nausea.Da questo momento sai anche <strong>per</strong>ché mi arrovello ed indigno tanto suqueste cose...***

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