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SteveGraziani_Troppi Clienti per un Negro - descrittiva

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§ Capitolo 41Il regalo dell’amiciziaLe buste di plastica mi segavano i polsi Come al solito non mi rendevo conto delpeso o mi ero indebolito..Quando riuscii ad aprire la porta della camera il gatto alla finestra non era in vistama, disteso sul letto, Kennedy Mwagona stava godendosi la televisione quasi senzaaudio e rideva.Un muscoloso, allegro, gigante assassino.“ Entra negro, sono solo io.”“ Ma <strong>per</strong>ché diavolo devi chiamarmi negro” lo rimproverai cominciando asistemare la scorta del su<strong>per</strong>mercato “Come diavolo hai fatto a trovarmi?”“I miei ti hanno visto alla scuola e ti hanno seguito, fort<strong>un</strong>a che ci ho pensato soloio. Alla scuola di quella bambina, dico.”“ S<strong>per</strong>iamo. Sono contento che sei venuto. Vorrei ripagarti quanto è necessario.Tremila euro. E fare <strong>un</strong> abbonamento.”Mwagona, alto com’era, debordava dal mio letto.“Mi devi ancora riconoscenza, non puoi <strong>per</strong>metterti di non invitarmi a pranzo.Mangio poco.”Oltrepassai il letto e posai sul tavolino la busta del lattaio. Il polpaccio mi facevameno male con le iniezioni, ma era sempre <strong>un</strong> dolore sordo, continuo. “Ma lo vedicome sto combinato? Un altro po’ di euro, <strong>per</strong>ò, li ho rimediati. Mi posso <strong>per</strong>mettere<strong>un</strong>a guardia del corpo come te? Pago qual<strong>un</strong>que cifra accettabile. Caso mai mi puoifar sempre credito.”“ Sì, abbonati, ma fammi <strong>un</strong> po’ di compagnia, oggi. Fammi mangiare con te.”Lo guardai. “ Stai scherzando.”“Te l'ho detto. Chi è bombardato e ha visto distrutta la sua casa e uccisa la moglie, ei figli e i genitori...è difficile che si faccia scrupolo di uccidere i liberatori, che poisareste voi occidentali, eppure sparare <strong>un</strong> colpo di pistola certe volte mi da peso.Fammi <strong>un</strong> po' di compagnia che sto sempre solo.”Che avrei dovuto pensare?“ Sarai mica gay?”“ No” mi rassicurò “ e poi tu faresti schifo anche a <strong>un</strong> frocio dis<strong>per</strong>ato. E’ la miavita che mi dà ombra…”“Prima o poi anche noi capiremo l'assurdità delle nostre ingerenze e la pretesa diportare con le armi le nostre istituzioni, i valori...”“La democrazia, dici?”Mi lasciai andare a qualche parola meno retorica e vuota. Ma sempre retorica evuota“Sì, anche la democrazia.. il fatto è che siamo bravissimi a giustificare quelloche ci fa comodo...che dà soldi e potere. Pensi che mi troveranno anche gli altri?”“ Se continui ad andare in giro, è sicuro.”“E’ il mio lavoro.”“Di quello ti volevo parlare del mio lavoro, <strong>un</strong>o schifo, sai?”“Ma chi ti obbliga a farlo, scusa?”“ Io faccio il mio lavoro <strong>per</strong> la gente che ne ha bisogno, come l’elettrauto o lostagnaro, negro. A me non piace ma è <strong>un</strong> lavoro come gli altri. Devi ammetterlo,

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