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SteveGraziani_Troppi Clienti per un Negro - descrittiva

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§ Capitolo 58Nero corvinoDovevo com<strong>un</strong>que controllare, non potevo credere a Kennedy sulla parola.Non ci avevo messo tanto <strong>per</strong> arrivare dal padre di Guizzardi, era <strong>un</strong> pensionato,faceva da consulente, ormai, non pensavo che potessero sorvegliarlo.Lo sospettavodi essere di quella parte della polizia che aveva dato <strong>un</strong>a mano a Esposito. Solo <strong>un</strong>piccolo suicidio. Ma poteva essere anche dalla parte della Burnt Wasser, del restodella polizia e dei Servizi. C'era da rimanere confusi, Carlo, <strong>per</strong>ché, lo sai bene, iservizi son sempre divisi, man mano che si scopre che cosa hanno fatto li siidentifica coi Servizi deviati, ma secondo me son sempre tralignanti.Così pensavo di fronte a <strong>un</strong> amivo di famiglia di cui non sapevo quanto fidarmi.“Sono venuto da te <strong>per</strong>ché mi serve <strong>un</strong> quadro della situazione. Non posso s<strong>per</strong>aredi cavarmela senza sa<strong>per</strong>e in che acque mi trovo.”“E ti serve di sa<strong>per</strong>e delle mafie che si dividono Roma?”“Devo sa<strong>per</strong>e chi sta ammazzando i capi zona. Non è solo <strong>un</strong> incarico. Tuo figlio losa. Dimmi quello che sai, Dan.””Sei <strong>un</strong>a sagoma, Steve, mi hai preso <strong>per</strong> <strong>un</strong> professore? O <strong>per</strong> <strong>un</strong>a enciclopedia?”“Ti ho preso <strong>per</strong> l’<strong>un</strong>ico che conosco che può aiutarmi. Sono nei guai e questo è <strong>un</strong>incarico che non ho potuto rifiutare. Vita o morte, <strong>per</strong> intenderci.”“Mio figlio m'ha detto che hai già messo i bastoni fra le ruote a gente decisa e te lasei cavata.”“E’ quello che vorrei si continuasse a dire.”“Hai fama di essere a posto. Ma pensi davvero che ti dirò tante cose molto riservatee che pochi potrebbero rivelarti? In fondo è tutta colpa della globalizzazione!” Erasuggestivo ma gli risposi il contrario di quanto voleva.“La globalizzazione ce la presentano come <strong>un</strong> fenomeno naturale, ma <strong>un</strong> fenomenopolitico concepito <strong>per</strong> raggi<strong>un</strong>gere obiettivi ben precisi. Contro chi la pensa comeme. Com<strong>un</strong>que sì, credo che me le dirai.”Scosse la testa rassegnato.“Va bene, parliamo, potresti morire <strong>per</strong> <strong>un</strong> colpo di pistola alla testa, sennò.”Gli sorrisi. “ Trovare chi sa darmi le informazioni è <strong>un</strong>a delle cose che so faremeglio degli altri. Ti meraviglieresti se ti dicessi quante cose come investigatoreprivato so fare meglio degli altri che hanno la licenza.”Si toccò i baffi con le p<strong>un</strong>te rivoltate all'insù.“Non ne dubito. Sai che sono in debitocon gli Steve con tuo nonno e con tuo padre, e quindi sono in debito con te. Ma tiavverto che ti annoierai e non ne caverai niente.”“Lo credo anch’io ma non ho di meglio da fare, né posto più sicuro dove stare.”Alzò le spalle. “Le prime presenze a Roma di extracom<strong>un</strong>itari che hanno fattoassociazioni criminali sono dei primi anni Sessanta. Nei Settanta si formano clan dimalavitosi sempre più affascinati dalla statura e dal "prestigio" dei numerosi grossipregiudicati che riescono a trovare le chiavi del potere politico del Palazzo.I delinquenti locali, territoriali, non organizzati, si inglobano, presto diventano

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